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Giuliano Pisapia chiama, i nostalgici dell’Ulivo rispondono. In piazza santi apostoli, a Roma, dove tutto ebbe inizio vent’anni fa, si è riunito il mondo di sinistra che non si riconosce nella figura di Matteo Renzi. Moltissime le bandiere di Articolo 1-Movimento democratico e progressista, quelle dei Verdi, di Parte Civile, l’associazione nata un anno fa per sostenere l’ex sindaco Ignazio Marino e non è mancato chi ha rispolverato anche il vessillo dell’Ulivo. Vicino al palco Bruno Tabacci del Centro Democratico che, nella giunta Pisapia, era stato assessore al Bilancio e Pippo Civati, leader di Possibile. Molti i volti noti della sinistra anni ’90 come gli ex parlamentari Vincenzo Visco, Cesare Salvi, Pietro Folena e Livia Turco e, ovviamente, il deus ex machina della scissione, Massimo D’Alema. Numerosi anche i rappresentanti della sinistra Pd, a partire da Gianni Cuperlo e Andrea Orlando, passando Antonio Bassolino e il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. Tra i presenti anche alcuni insospettabili come Bobo Craxi, l’ex presidente della Corte Costituzionale, Giovanni Maria Flick, l’attrice Monica Guerritore, l’ex presidente della Rai, Roberto Zaccaria, e l’ex pm Antonio Ingroia.

Sul palco il primo a cui il conduttore Gad Lerner cede la parola è il sindaco Damiano Coletta che, un anno fa, strappò Latina al centrodestra guidando una lista civica dal nome ‘Latina Bene Comune’. Ora Coletta rivendica di aver cambiato il nome di un parco dedicato ad Arnaldo Mussolini, fratello del Duce. La targa sarà in onore ai giudici Falcone e Borsellino. Un altro intervento molto accalorato è stato quello del rieletto sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che si è presentato come un uomo estraneo ai partiti e si è vantato di aver cambiato Palermo da “Capitale della mafia a Capitale della cultura”. Orlando ha riproposto l’abolizione del permesso di soggiorno in favore del diritto alla mobilità di tutti gli uomini.

Le due ore di interventi che si susseguono in attesa che prendano la parola Bersani e Pisapia, per chi vive l’evento da spettatore in piazza, sono però focalizzate sugli scenari futuri. Il nuovo Ulivo avrà la forza di crescere e dar frutti? E Pisapia sarà in grado di guidarlo? E Prodi che ruolo avrà? Domande sulle quali il popolo di sinistra-sinistra si divide ulteriormente. “Pisapia avrà un ruolo fondamentale, Prodi un po’ defilato, poi vediamo”, commenta con Formiche.net l’ex sindacalista Guglielmo Epifani, attualmente deputato di Mdp.

L’ex sindaco di Napoli, Antonio Bassolino, che ribadisce di essere ancora un iscritto al Pd, dice di voler cercare il dialogo con le altre forze di sinistra e ammonisce: “L’Ulivo è stata una bellissima esperienza degli anni ’90 con cui abbiamo vinto e fatto cose importanti. Adesso dobbiamo avere lo sguardo rivolto in avanti, non indietro”. Un ragionamento che, di fatto, taglia le gambe al Professore. “Prodi? C’è e meno male che c’è e dà il suo contributo scrivendo e parlando. Volete anche togliergli questo diritto?”, si chiede Bassolino che, un po’ come Epifani, relega l’ex premier nel ruolo di “padre nobile” di un esperimento politico, l’Ulivo, non ripetibile. O perlomeno non con lui ma, forse, nell’immaginario del popolo di piazza santi Apostoli si può tentare un “piccolo ulivo antirenziano” guidato dall’ex sindaco di Milano che però non raccoglie consensi unanimi tra i presenti. “Pisapia è una persona che può guidare questo nuovo movimento ma non l’unica”, dice un militante di Parte Civile, mentre per il presidente dei Verdi, Angelo Bonelli, “Pisapia ha dimostrato di saper governare in una città complicata come Milano” e con lui “si può costruire una nuova stagione politica e dare voci a chi difende l’ambiente, a chi si è battuto contro le trivellazioni del governo Renzi, agli studenti e ai professori che hanno subìto una pessima riforma della scuola e a chi sta lottando contro la precarizzazione del mondo del lavoro”. “Renzi – conclude Bonelli – non è la soluzione e lo dicono gli italiani”.

Parole che evidenziano come il collante di tutte queste anime sia l’antirenzismo così come una volta lo era l’antiberlusconismo. Lo dimostrano anche le parole al vetriolo di Bersani: “Noi – dice l’ex segretario del Pd – vogliamo rivolgerci a tutto quel popolo di centrosinistra che se ne sta testardamente a casa, deluso e sfiduciato, e che magari oggi ha sentito passare in tv il comizio di Renzi e gli passa sulla testa come acqua sul marmo”. Anche da Pisapia arriva un velato attacco a Renzi: e al suo operato come premier: “La politica non è avere tanti like, non è l’io ma il noi e oggi lo stiamo impostando”.

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