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Tornano le tensioni fra Stati europei sul gasdotto Nord Stream 2. Questa volta è il presidente Ue Donald Tusk a rimbrottare indirettamente la Germania, sponsor del gasdotto, con una lettera alla presidenza della Commissione europea. Ma andiamo con ordine.

Dopo la crisi ucraina del marzo 2014, il Consiglio europeo, allertato per la sicurezza dell’approvvigionamento energetico della UE, aveva chiesto alla Commissione europea di elaborare un piano per ridurre la dipendenza energetica europea e quindi, tra le tante misure, diventava fondamentale non dipendere più da un solo fornitore e cioè dalla Russia.

Alcuni Paesi per esempio la Lituania, fino al 2015 dipendente dal gas russo al 100%, ha trovato la sua “indipendenza” grazie alla nave terminal “Indipendence” in grado di importare gas naturale liquido e rigassificarlo. Con una produzione di circa 4 miliardi di metri cubi di gas all’anno, il progetto in questione ha consentito ai consumatori lituani di pagare il gas la metà rispetto a prima, quando la Russia aveva il monopolio.

Ma nonostante l’esempio di successo della Lituania, la Germania si ostina a insistere per il raddoppio del Gasdotto Nord Stream, che di certo non aiuta la diversificazione dell’approvvigionamento energetico e rende l’Europa ancora “schiava” della Russia.

I maligni fanno notare che i tedeschi, nelle sedi istituzionali europee insistono per le sanzioni alla Russia, ma poi “in privato” continuano a tessere relazioni bilaterali con il Paese. I bene informati parlano di una fitta rete di contatti che passa anche attraverso l’attività sul territorio di associazioni e fondazioni: una tra tutte la fondazione Konrad Adenauer. Attenti osservatori fanno notare che sul sito della sede russa della Fondazione, si trovavano (e forse si trovano ancora con una attenta ricerca) foto che testimoniavano frequenti contatti istituzionali tra ministri tedeschi in visita alla fondazione e “l’establishment” russo.

Insomma una politica “del bastone e della carota” quella tedesca verso i russi, difficile da comprendere se ci si ferma all’apparenza delle dichiarazioni della Cancelliera tedesca. Ma in questi ultimi giorni in campo è sceso anche il presidente della Ue Tusk, che ha inviato una lettera al presidente della Commissione europea Juncker, dove – secondo il Financial Times – manifesta la sua opposizione al progetto Nord Stream2 perché contrario alla politica della Ue, il cui scopo è ridurre la dipendenza energetica dalla Russia.

Germania, merkel, crisi, Nord Stream, Germania

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