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Alessandro Profumo rompe il silenzio. «Non permetterò uno spezzatino di Leonardo, non sono qui per questo». Per la prima volta il nuovo ad ha messo fine alle voci che l’hanno inseguito fin da quando l’azionista Ministero dell’Economia lo ha designato alla guida del gruppo di piazza Monte Grappa. Lo ha fatto davanti ai dirigenti che dal vivo o in streaming hanno seguito ieri il suo primo discorso da capo-azienda. L’obiettivo del suo mandato è il rafforzamento «strategico e commerciale» del gruppo che, a leggere tra le righe, punta anche a riprendersi quote di mercato nel settore della Difesa. Un richiamo parziale alla continuità riguarda il mantenimento della struttura organizzativa voluta dal predecessore Mauro Moretti, la cosiddetta One Company, con le controllate riportate al rango di divisioni, secondo un modello applicato prima in Italia e poi esteso alle attività di Leonardo in Gran Bretagna e Stati Uniti. Ma con la nuova gestione le divisioni riacquisteranno maggiore indipendenza («la parola accentramento è bandita», ha detto Profumo), annullando di fatto la ratio che aveva invece mosso Moretti.

Possibili gli aggiustamenti anche nella struttura commerciale, con maggiore attenzione ai clienti, in vista di un rafforzamento della presenza sui mercati internazionali, fortemente ridimensionata dalla spending rewiev della precedente gestione. E ci saranno novità anche nella corporate. Il nuovo ad si prenderà tutti i classici 100 giorni per valutare e decidere come modificare l’organigramma di vertice. In ogni caso, stando a quanto risulta a MF-Milano Finanza, non ci sarà un direttore generale. Profumo, insomma, potrebbe persino eliminare la carica, finora detenuta dagli stessi ad. A Moretti, il nuovo numero uno di Leonardo  ha riconosciuto di aver riorganizzato bene la catena della distribuzione.

Alcune cose funzionano e altre no, ha fatto capire l’ex banchiere, Dal punto di vista finanziario, il focus è sulla generazione di cassa, da irrobustire con i fatturati e non solo con gli anticipi, ha precisato il manager. Una frecciata a Moretti? Il primo trimestre dell’anno, l’ultimo chiuso dall’ex ad, ha visto il flusso di cassa operativo passare da un saldo negativo di 876 milioni di euro a uno di 427 milioni (+51,3% anno su anno) grazie in buona parte al secondo anticipo sul contratto dei 28 Eurofighters ordinati dal Kuwait.

Le parole chiave, le più richiamate in questo primo incontro con i dirigenti, sono state sostenibilità finanziaria, integrità, trasparenza, lealtà e riservatezza. Attestato di stima, per l’uscente Fabrizio Giulianini, a capo dell’Elettronica per la Difesa che, dato in corsa prima come ad e poi come dg, ha preferito andarsene. «Mi dispiace perderlo», ha detto Profumo, «ma ammiro il coraggio di questa decisione».

(Articolo pubblicato su MF/Milano Finanza)

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