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In questi giorni l’attenzione dei mass media è assorbita dalla scelta di alcune persone invalide di procurarsi il fine vita fuori dal nostro Paese. Ora anche la politica, chiamata in causa per l’assenza di una legge più volte richiesta, pare abbia calendarizzato per la seconda decade di marzo la discussione in aula di un testo. Sarebbe utile a questa nostra Italia, già così lacerata e debole sul versante  delle politiche sociali, discutere e avere informazioni su come la dimensione Europea e, dunque le assemblee della Commissione e del Consiglio, stanno procedendo in merito all’importanza della spesa sociale (che tanta parte è di una situazione allarmante).

In pochi sappiamo che la Ue, alla fine del 2016, ha deciso di istituire un Pilastro europeo dei diritti sociali quale strumento per ottenere un’Europa, come ha dichiarato il Presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, significativa e di esempio per gli altri paesi, e ci sono alte aspettative in merito tra gli addetti ai lavori nel settore delle politiche sociali pubbliche in Europa. L’Estonia (ESN), come responsabile del semestre, ha pubblicato il documento di risposta alla consultazione pubblica lanciata dalla Commissione offrendo un messaggio affinché il Pilastro vada oltre i confini degli ambienti politici di Bruxelles e arrivi alle comunità locali europee e la società civile.

Vi è dunque la necessità di ulteriori sforzi per garantire il coinvolgimento anche dei responsabili dei servizi sociali negli enti regionali e locali, in quanto sono loro a svolgere un ruolo chiave nell’attuazione delle politiche sociali. Siamo ancora in un momento di divergenza crescente tra gli Stati membri di tutta l’UE, contraddistinto dallo scenario a favore della Brexit, da una riluttanza da parte degli Stati membri, al coinvolgimento della Commissione nelle questioni di tutela sociale e da un’enfasi crescente sul principio di sussidiarietà nazionale. Proprio a causa di questi aspetti, è necessario che i principi proposti nel Pilastro siano interpretati correttamente. Una sfida chiave per il Pilastro è come renderlo pertinente per i servizi sociali pubblici negli enti regionali e locali. In tale ottica, la domanda da porsi è come sia collegata la proposta del Pilastro agli obblighi di legge fondamentali degli enti locali. Questi possono includere l’operato svolto dai servizi sociali pubblici con le famiglie vulnerabili, l’offerta di alloggio ai senzatetto, la tutela ai bambini che necessitano di una difesa dai maltrattamenti, la tutela e la salvaguardia degli adulti vulnerabili con disabilità o l’offerta di assistenza e sostegno agli anziani fragili.

Per assicurare una corretta implementazione del Pilastro a livello locale, la proposta prevede tre aree principali: pari opportunità e accesso al mercato del lavoro, condizioni di lavoro eque e protezione sociale adeguata e sostenibile. Tali aree sono molto legate all’occupazione e, in base alle modalità di formulazione della proposta attuale, esiste il rischio che i diritti sociali sono intesi come diritti collettivi conferiti in base allo stato di occupazione. Al contrario, i diritti sociali sono diritti individuali che si applicano alle persone di tutte le età e a chiunque, indipendentemente dallo stato o meno di occupazione.

La priorità per l’Italia si concentra sul settore della protezione sociale e, in alcuni casi in particolare, offre suggerimenti per una revisione dei principi. Ad esempio, auspichiamo che il Pilastro riconosca il dovere assistenziale delle autorità pubbliche verso l’individuo per l’intera durata della sua vita. Questo garantirebbe la rilevanza dei principi di protezione sociale del Pilastro per gli enti locali che, nella maggioranza dei Paesi europei, hanno l’obbligo legale di proteggere le persone più vulnerabili nei momenti critici della loro vita. Il Pilastro potrebbe essere utile per stabilire gli obiettivi strategici a lungo termine, per promuovere una maggiore coerenza tra le misure politiche nei vari Stati membri e per arrivare a una definizione di norme sociali consensuali in tutti gli stati sociali a livello europeo.

In termini di miglioramento della convergenza tra gli Stati membri, è essenziale che i principi politici all’interno della proposta includano una combinazione di misure di investimento sociale e di tutela sociale. È bene aver consapevolezza che la proposta del Pilastro affronti le modalità di attuazione degli aspetti evidenziati in ogni singolo principio e la problematica delle responsabilità dell’attuazione, alla luce del fatto che detti aspetti sono spesso trattati da diversi dipartimenti governativi, a diversi livelli, negli Stati membri. Pertanto, il raggiungimento del livello locale e la garanzia dell’ottenimento delle relative opinioni, la presa in considerazione delle responsabilità di quanti operano nelle comunità locali di tutta Europa e delle sfide che devono affrontare, sono tutti aspetti fondamentali per garantire che il Pilastro sia non solo una dichiarazione di principi ma si trasformi in un vero e proprio strumento di impatto a livello locale.

 

impresa, governo, femminicidio

Il Pilastro europeo dei diritti sociali, una necessità per l'Europa

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