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L’European Defence Action Plan (Edap), l’atteso piano d’azione in materia di difesa è stato infine presentato. Le 19 pagine del documento scritto dalla Commissione costituiscono il suo contributo agli sforzi europei e dei singoli Stati membri a rafforzare le capacità di difesa e di sicurezza dell’Unione, questa volta però da una prospettiva industriale e di rafforzamento del mercato interno.

Le iniziative messe in campo dal documento firmato il 30 novembre vanno comunque contestualizzate con la Global Strategy on Foreign and Security Policy dell’Ue e con il suo Implementation Plan, presentati dall’Alto Rappresentante al Consiglio Affari Esteri e Difesa a metà novembre.

Complessivamente il documento presenta alcune novità forse inattese e introduce una serie di aspetti che meritano di essere verificati con attenzione nei prossimi mesi, durante i quali si procederà alla sua vera e propria “execution”.

RICERCA EUROPEA PER LA DIFESA
Prende vita il cosiddetto European Defence Fund, composto da due “finestre” complementari, ma distinte in termini gestionali, giuridici e finanziari. Il coordinamento tra le due verrà affidato ad un coordination board costituito da rappresentanti della Commissione, dell’Alto Rappresentante, degli Stati membri, dell’Eda e, quando necessario, anche dell’industria.

fed-ungaro

La research window sarà volta a sostenere la ricerca europea per la difesa, finanziando inizialmente la Preparatory Action con una dotazione di 90 milioni di euro entro il 2019 e, in seguito, con la creazione di un programma di ricerca dedicato alla difesa nell’ambito del prossimo Programma Quadro 2021-27, con un ammontare previsto di 500 milioni l’anno, ovvero 3,5 miliardi per l’intero periodo.

Si riconosce la necessità di concentrare gli investimenti su un numero limitato di progetti che riflettano le capacità ritenute prioritarie e definite con i Paesi membri, avvalendosi altresì del lavoro svolto dall’Eda.

ACQUISIZIONE DI CAPACITÀ STRATEGICHE DI DIFESA

La capability window mira invece ad assicurare il finanziamento congiunto per lo sviluppo e l’acquisizione di capacità strategiche di difesa, focalizzandosi sulle fasi post-Research & Technology e lo sviluppo di nuovi prodotti ed equipaggiamenti, inclusi i prototipi. A tal fine, la Commissione stima come importo di riferimento cinque miliardi di euro all’anno.

La stessa Commissione tuttavia non si impegna a finanziare o co-finanziarie direttamente tale “finestra”, ma lascia aperta la possibilità di un suo eventuale coinvolgimento tramite l’attivazione di diversi strumenti; saranno gli Stati membri che, a valle di un processo di convergenza e pianificazione finanziaria coadiuvato da una struttura a “ombrello” – dovranno destinare volontariamente le risorse per lo sviluppo di programmi congiunti volti a rafforzare le capacità dell’Unione.

Se la Commissione sembra ancora cauta a sostenere finanziariamente la fase di sviluppo e acquisizione di nuovi equipaggiamenti comuni, dov’è l’incentivo per gli Stati a cooperare? La risposta è nella previsione che i contributi finanziari nazionali (incluse eventualmente anche le garanzie) saranno esclusi dal calcolo dei parametri del Patto di stabilità e crescita.

PROMOZIONE DEGLI INVESTIMENTI E RAFFORZAMENTO DEL MERCATO INTERNO
Per quanto riguarda la promozione degli investimenti all’interno della catena dei fornitori, ci sono diverse linee d’azione: maggiore e migliore accesso ai finanziamenti per le Piccole e Medie Imprese (Pmi) e per il settore della difesa nel suo complesso; rafforzamento del supporto fornito dai fondi Ue agli investimenti nella difesa; incoraggiamento allo sviluppo di centri regionali di eccellenza tecnologica; supporto al mantenimento delle capacità professionali nel settore della difesa.

Qui, l’aspetto da mettere in luce riguarda l’impegno da parte della Commissione di sostenere la revisione dei criteri di concessione dei prestiti (lending policy) da parte della Banca europea degli investimenti (Bei) che attualmente esclude il settore della difesa e penalizza, in particolare, le Pmi.

Oltre al supporto allo sviluppo di standard comuni, il rafforzamento del mercato interno della difesa parte dalla consapevolezza – andatasi consolidando nel tempo – che le disposizioni contenute nelle due Direttive del 2009 non abbiano sortito gli effetti desiderati.

Ecco perché la Commissione intende esercitare un’azione più incisiva, avvalendosi altresì del suo potere di enforcement, per garantire la loro corretta applicazione, insieme all’impegno di fornire ulteriori linee guida agli Stati membri.

Infine, la sicurezza degli approvvigionamenti: la Commissione in maniera insolita prende atto dell’attuale riluttanza degli Stati membri di andare oltre ad un impegno politico e accordarsi su un Eu-wide regime on Security of Supply, nonostante sia stato deciso negli ultimi due Consigli europei a livello di Capi di Stato e di Governo.

Nelle conclusioni del suo piano d’azione, la Commissione si dice “pronta ad impegnarsi a un livello senza precedenti” per sostenere gli Stati membri nel settore della difesa. Al di là delle dichiarazioni, l’Edap contiene alcuni impegni precisi e delle proposte certamente positive. Ora però si dovrà passare all’attuazione vera e propria del piano – che sarà monitorata da un Implementation Steering Group – e da cui dipenderà il giudizio finale sulla sua efficacia a rafforzare la base industriale e tecnologica della difesa europea.

Gust Avrakotos nel film la Guerra di Charlie Wilson amava raccontare la storia del maestro zen e del bambino: c’è un bambino che per il suo quattordicesimo compleanno riceve un cavallo, e tutti nel villaggio dicono: “Che meraviglia, ha ricevuto un cavallo!”, e il maestro zen dice: “Vedremo”. Due anni dopo cade da cavallo e si rompe una gamba, e al villaggio dicono: “È terribile” e il maestro zen dice: “Vedremo”. Poi scoppia la guerra e tutti i giovani devono andare a combattere tranne il ragazzo che ha la gamba ridotta male e tutti al villaggio dicono: “Che meraviglia”… E il maestro zen dice…”vedremo”.

http://www.affarinternazionali.it/articolo.asp?ID=3726

European Defence Action Plan, ecco sfide e incognite

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