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Che cosa sta succedendo ai bond subordinati Mps oggetto di un’offerta volontaria di conversione in azione proposta dai vertici della banca senese? E’ la domanda che si pongono analisti, addetti ai lavori e risparmiatori che si stanno interrogando sulla proposta del Monte guidato dall’ad Marco Morelli (nella foto), come rimarcato anche in alcuni approfondimenti di Formiche.net (qui la ricostruzione dell’offerta, qui gli intrecci indiretti con Fondo Atlante e Assicurazioni Generali, qui l’intervista a un titolare di obbligazione subordinata e qui una conversazione con i vertici dell’associazione dei piccoli azionisti dell’istituto senese).

LA PRIMA REAZIONE DEL MERCATO

Ieri, secondo quanto scrive oggi Repubblica, la paura ha mosso la platea degli obbligazionisti amatoriali, che hanno venduto “vari titoli perché preferiscono meno contanti oggi che azioni Mps tra l’85 e il 100% del valore a dicembre: il prestito 2020 ha perso il 4,28% a 63 cents, il 2017 il 4,91% a 65, il 2018 piazzato al largo pubblico meno 4,9% a 59,5 sulla pari”.

I NUMERI SUI BONDISTI

Quasi il 50% dell’offerta di Mps per la conversione dei bond subordinati riguarda i piccoli risparmiatori. Infatti sull’intero valore nominale dei titoli oggetto della conversione pari a 4,28 miliardi di euro, quasi 2,1 miliardi si riferiscono al bond con scadenza maggio 2018 rivolto alla clientela retail.

L’OFFERTA

L’offerta annunciata dall’istituto senese presenta un premio elevato rispetto ai corsi attuali dei bond. In particolare per i titoli Tier II il prezzo proposto è pari al 100% del valore nominale mentre è all’85% per i titoli Tier I ad eccezione del Fresh Mps Capital Trust II che è al 20%.

L’ANALISI DI UN OPERATORE

Sulla conversione da valutare poi alcune categorie di istituzionali, tipo i fondi obbligazionari, che potrebbero avere maggiori ostacoli alla conversione dei bond in azioni nel caso le investiment guidelines del fondo non prevedano investimenti in azioni.

LE PAROLE DEL TITOLARE DI UN BOND SUBORDINATO

“Il comunicato della banca contiene quasi un’intimazione – ha spiegato a Formiche.net un obbligazionista che ha chiesto l’anonimato – è una pistola puntata alla tempia: ci stanno dicendo che o convertiamo i titoli oppure la banca potrebbe non proseguire la sua attività. Ovvero che dobbiamo convertire i nostri titoli in titoli oltremodo più rischiosi e che questo non ci darà alcuna certezza di uscirne senza ossa rotte.

IL COMMENTO DEI PICCOLI AZIONISTI

“L’operazione è vantaggiosa soprattutto per chi ha acquistato questi bond a prezzi sotto la pari”. Parola di Guido Antolini, vicepresidente di Azione Mps, l’associazione che riunisce e rappresenta i piccoli azionisti del Monte dei Paschi di Siena. Antolini, intervistato da Formiche.net, ha aggiunto: “Va detto che la proposta premia investitori istituzionali più o meno speculativi con uno sconto al 35% sulla sottoscrizione dell’aumento di capitale. Ma al contempo consente di evitare che l’intera regia della ricapitalizzazione finisca nelle mani di fondi esteri e votati alla speculazione”.

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