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Nelle prime ore dell’alba di venerdì la contraerea siriana ha lanciato missili contro aerei israeliani che si trovavano in missione sulla Siria per distruggere un convoglio d’armi diretti al partito/milizia libanese Hezbollah. Gli Hezbollah fin dall’inizio della guerra (che in questi giorni compie sei anni) danno sostegno al governo di Damasco. I combattenti sciiti sono mobilitati dall’Iran (con loro anche altre milizie simili): Teheran ha usato il conflitto siriano come proxy per la guerra ideologica intra-islamica con i sunniti, rappresentati dai ribelli anti-Assad, molti dei quali hanno ricevuto vari tipi di sostegno dal Golfo. Ma gli ayatollah usano il caos siriano anche per passare armamenti a Hezbollah, armi che in futuro potrebbero essere usate per una nuova guerra contro Israele. Gerusalemme ha più volte tracciato questi trasferimenti, e in accordo con la Russia — che ha il controllo dei cieli siriani — si riserva la possibilità di colpirli per ragioni di sicurezza nazionale.

I funzionari israeliani che hanno parlato con l’Associated Press hanno raccontato che quella di venerdì è stata una circostanza unica — i caccia israeliani erano appena rientrati nel proprio spazio aereo sulle alture contese del Golan quando alcuni missili sono stati lanciati dalla Siria. Di solito infatti Damasco accetta pragmaticamente queste incursioni, nonostante consideri Israele un nemico con cui ancora è tecnicamente in guerra; le accetta perché i russi glielo chiedono e soprattutto perché finora le condizioni sul campo erano molto complicate e il regime non aveva nessuna intenzione di mettersi contro un nemico più forte come Gerusalemme (possibile che il governo siriano abbia preso fiducia dalle ri-acquisizioni territoriali di questi ultimi mesi, su tutte la riconquista di Aleppo a cui è seguito uno smottamento delle opposizioni, e si muova con maggiore spavalderia?).

Probabilmente Damasco ha usato i Sam-5, missili datati, lanciati più che altro come avvertimento, anche se dichiara di aver abbattuto uno dei quattro F-16 israeliani entrati in missione in Siria (per colpire obiettivi a Palmira, sostengono i siriani). Uno dei missili lanciati dalla contraerea siriana è stato intercettato prima che esplodesse in territorio israeliano dal nuovo sistema di difesa Arrow-3, e i funzionari di Gerusalemme hanno fatto sapere che in realtà i jet non sono stati colpiti e nemmeno i civili non sono mai stati in pericolo. La dichiarazione ufficiale sulla vicenda è una singolarità per Israele, che di solito non commenta questo genere di operazioni. “La nostra politica è molto costante — ha spiegato il primo ministro Benjamin Netanyahu — quando noi identifichiamo tentativi di trasferimento di armi avanzate a Hezbollah, e noi abbiamo info di intelligence e capacità operativa, noi ci muoviamo per prevenire cosa è stato e e cosa sarà”: i servizi segreti israeliani hanno da tempo delineato uno scenario per il prossimo futuro in cui il Partito di Dio libanese riprenderà gli attacchi contro lo stato ebraico.

Formiche.net ha appuntato alcuni precedenti.

Un attacco contro l’aeroporto di Damasco nel dicembre scorso

• Un raid ha ucciso sul Golan uno dei massimi dirigenti di Hezbollah

• Un bombardamento ha centrato anche ufficiali iraniani

I siriani hanno lanciato missili anti-aerei contro caccia israeliani

Nelle prime ore dell'alba di venerdì la contraerea siriana ha lanciato missili contro aerei israeliani che si trovavano in missione sulla Siria per distruggere un convoglio d'armi diretti al partito/milizia libanese Hezbollah. Gli Hezbollah fin dall'inizio della guerra (che in questi giorni compie sei anni) danno sostegno al governo di Damasco. I combattenti sciiti sono mobilitati dall'Iran (con loro anche…

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