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Sarebbe sin troppo facile fare dell’ironia sulla sindaca di Roma, la grillina Virginia Raggi, magari ridendo a crepapelle con la vignetta dell’insospettabile Fatto Quotidiano, che non si può certo sospettare di antigrillismo. E che fa fare dal comico genovese alla povera Raggi questa telefonata, dopo la scoperta di una polizza assicurativa di 30 mila euro a suo favore fattagli prima della candidatura al Campidoglio dall’allora dipendente comunale Salvatore Romeo, poi da lei promosso al posto molto ben retribuito di capo della sua segreteria, una volta diventata sindaca: “Mi intesteresti l’assicurazione sulla tua vita? Così, almeno, quando ti ammazzo guadagno qualcosa”. Poi le polizze sono diventate due, per un importo complessivo di 90 mila euro.

Altrettanto facile sarebbe rinfacciare allo stesso Grillo e ai suoi “portavoce” il grido di ”onestà, onestà, onestà” levato ai funerali del povero Gianroberto Casaleggio. Del quale sembra peraltro che fosse stato decisivo il parere per creare nel Movimento 5 Stelle il clima favorevole alla candidatura capitolina dell’avvocatessa Raggi, in concorrenza con l’attuale presidente del Consiglio Comunale, Marcello De Vito. La cui corsa fu danneggiata dalle voci diffuse e commentate anche dalla Raggi su un suo presunto abuso nell’esercizio delle funzioni di consigliere comunale durante la sindacatura di Ignazio Marino.

Da garantista non a giorni o ad ore alterne, posso anche prendere per buono lo stupore della sindaca nello scoprire di essere la beneficiaria di una polizza. Per carità, il mondo e la storia sono pieni di persone trovatesi a loro insaputa nelle condizioni peggiori o migliori, secondo i casi.

All’epoca della vicenda della casa davanti al Colosseo acquistata a sua “insaputa” dall’allora ministro forzista Claudio Scajola a condizioni vantaggiosissime, con una parte del prezzo pagata da un amico costruttore, fu proprio Il Fatto Quotidiano a scherzarci sopra ricordando i precedenti di un ancora più illustre genovese: Cristoforo Colombo, che dopo una lunga e perigliosa navigazione toccò terra pensando di essere arrivato in India, e non di avere scoperto nientemeno che l’America.

D’altronde Scajola uscì indenne dal processo che gli procurò quell’affare immobiliare, anche se ci rimise il posto di ministro e la stessa carriera politica, prima ancora che gli capitassero altri guai giudiziari.

Delle due l’una, dopo tutto quello che le è capitato dal giorno dell’insediamento in Campidoglio, e della sua “fuga” per i tetti, a mangiare panini proprio con Salvatore Romeo: la signora Raggi o è troppo furba o è troppo sfortunata.

Poiché debbo indulgere, per garantismo, al sospetto della sfortuna, da elettore romano posso auspicare che l’esperimento della sindaca grillina si chiuda al più presto? Me lo auguro in fondo anche per lei, della quale si avverte, solo a guardarla, il logoramento procuratole da un’esperienza che ha danneggiato lei per prima.

Virginia Raggi

Virginia Raggi, troppo furba o troppo sfortunata?

Sarebbe sin troppo facile fare dell’ironia sulla sindaca di Roma, la grillina Virginia Raggi, magari ridendo a crepapelle con la vignetta dell’insospettabile Fatto Quotidiano, che non si può certo sospettare di antigrillismo. E che fa fare dal comico genovese alla povera Raggi questa telefonata, dopo la scoperta di una polizza assicurativa di 30 mila euro a suo favore fattagli prima…

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