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Uno dei principali problemi della partecipazione di una banca in un’assicurazione è il possibile impatto sul capitale dell’istituto di credito. Lo sa bene Mediobanca, che da tempo ha un incentivo regolamentare a ridurre la quota del 13% in Generali sotto il 10%, per evitare un aggravio patrimoniale. A maggior ragione ci si potrebbe chiedere quale possa essere l’impatto per Intesa Sanpaolo nell’ipotesi dell’acquisto di almeno il 60% di Generali (necessario dopo l’acquisto incrociato del 3% di Intesa da parte di Generali).

Il caso di Intesa potrebbe però differenziarsi da quello di Mediobanca, perché l’istituto guidato da Carlo Messina potrebbe diventare conglomerato finanziario con Generali. Così l’impatto sul capitale sarebbe ridotto, forse addirittura neutrale o positivo in una prima fase, secondo prime stime di mercato (in attesa di capire cosa accadrà con le normative pienamente a regime). Ovviamente non possono essere fatte per ora analisi puntuali, visto che non è noto nei dettagli il piano di Intesa e che la normativa è suddivisa in più testi legislativi. Al momento però, secondo alcuni operatori, la questione patrimoniale non sarebbe un ostacolo. Ieri in tarda serata Intesa ha precisato in una nota di voler mantenere “stringenti criteri di preservazione della leadership di adeguatezza patrimoniale”.

Se il deal sarà formalizzato, il tema del capitale, assieme a tutti gli altri, sarà valutato dalle autorità competenti. Molti organi sarebbero chiamati a esprimersi sull’operazione: Bce con Bankitalia, Ivass, Antitrust Ue. Le autorità italiane ed europee non hanno commentato ieri le indiscrezioni. Non è noto (ma non si può escludere) che qualche contatto informale sia stato avviato. Il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro, rispondendo ieri a un’interrogazione alla Camera, ha sottolineato che esistono “specifici obblighi di comunicazione nei confronti dell’Ivass per chiunque intenda divenire titolare di una partecipazione di controllo o qualificata”.

Intanto la Consob ha convocato i rappresentanti di Intesa, Generali e Unicredit (quest’ultima come azionista indiretta di Generali tramite Mediobanca). Intesa sarà sentita oggi alle 15 a Milano, Generali domani alle 17 a Roma. La commissione presieduta da Giuseppe Vegas ha deciso di non chiedere comunicazioni al pubblico (ex art. 114 del Tuf) a Intesa in prima battuta perché le prime indiscrezioni di stampa non erano sufficientemente dettagliate, come richiesto dalla direttiva sulla market abuse. Ieri invece, all’indomani della manovra di Generali sul 3% di Intesa , si è optato per la sessione di incontri e non per la richiesta di informazioni: Intesa avrebbe potuto invocare il grave danno (aprendo un contenzioso di almeno cinque giorni), essendo la situazione ancora aperta e in fieri. In tarda serata però la banca ha confermato di propria iniziativa in una nota l’interesse per “possibili combinazioni industriali” con Generali.

(Articolo pubblicato su MF/Milano Finanza, quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi)

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