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Per un aquilano il terremoto che ha colpito il Centro Italia distruggendo completamente tanti piccoli centri riporta inevitabilmente al 6 aprile 2009, ai 309 morti, agli allarmi inascoltati, allo sciame sismico che durava da mesi nonostante il quale la cittadinanza venne invitata a stare tranquilla “perché più scosse fa, meglio è, perché si scarica energia”. Stavolta è diverso, stavolta non c’erano sciami e la botta violenta della notte ha sconvolto tutti inaspettatamente.

Ma in questo momento è indispensabile insistere sul concetto che viene regolarmente abbandonato poco dopo la fine dell’emergenza: la prevenzione, che dovrebbe essere compito anche del privato e non solo dello Stato. Una prevenzione che significa rinforzare il proprio condominio per salvare la vita propria e degli altri se dovesse avvenire l’imprevedibile. Può essere utile un esempio personale per spiegare quello che si può e che si dovrebbe fare. Il condominio dove abita da sempre la famiglia di chi scrive, costruito in muratura nel 1940 dall’allora Incis, l’Istituto case per gli impiegati statali, venne leggermente danneggiato da una serie di piccoli terremoti che colpirono L’Aquila negli anni Cinquanta. Verso la fine del decennio gli abitanti decisero di sollecitare finanziamenti e di assumere iniziative che portarono nel giro di qualche anno a un rinforzo antisismico con l’installazione delle cosiddette “catene”, che servono a “legare” le mura. Un lavoro perfetto, verificato dai tecnici dopo il 6 aprile 2009, grazie al quale quel fortissimo sisma ha provocato solo danni molto leggeri.

Come in passato, anche adesso tornano sollecitazioni in questo senso perché il Governo vari agevolazioni fiscali che convincano gli italiani a rendere più sicure le proprie abitazioni, con l’ulteriore vantaggio di favorire il settore dell’edilizia. Il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, ha spiegato a Porta a porta che il governo nella prossima Legge di stabilità dovrebbe estendere ai condomìni le agevolazioni per ristrutturazioni antisismiche già previste in quella dello scorso anno. A questo si aggiunge la battaglia che il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, sta facendo da tempo perché si introduca il “libretto di fabbricato” per ogni edificio, che lui paragona al libretto di circolazione delle automobili. In proposito il Comune dell’Aquila firmerà in settembre un accordo con l’Ordine nazionale dei geologi facendo diventare quello del capoluogo abruzzese un progetto-pilota. Su questo Delrio è stato più generico, parlando di tempi lunghi per la necessità di tavoli tecnici.

Non c’è molto da aggiungere: se un intervento tecnicamente semplice fu possibile negli anni Cinquanta con ottimi risultati, perché non prendere definitivamente l’iniziativa dopo il sisma del 24 agosto? Si può fare moltissimo, se si vuole.

Terremoto_Corpo Forestale @corpoforestale

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