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Con il Maggio Musicale Fiorentino, la Sagra Musicale Umbra è uno dei due più antichi festival musicali italiani. Mentre il Maggio Musicale sembra avere dimenticato la propria ‘missione’ specifica (la riscoperta di opere liriche del passato da presentare con regie e scene innovativo), la più piccola e molto meno costosa Sagra Umbra è sempre rimasta ancorata alla sua finalità: proporre ‘musica dello spirito’, non necessariamente musica sacra cattolica – un repertorio immenso e spesso dimenticato – ma di altre confessioni.

È una Sagra umbra, pur anche se con sede centrale a Perugia e strettamente collegata con ‘Perugia Musica’, l’associazione di amici della musica del capoluogo della Regione, in quanto i suoi concerti – in passato ha proposto anche opere ma ciò non è più possibile per ragioni di costo – si svolgono in varie città dell’Umbria. In questa tornata, dal 10 al 18 settembre, la Sagra include una ventina di concerti (compresi quelli di mezzogiorno nella Galleria Nazionale dell’Umbria e nel Palazzo della Penna, anche a Castel Rigone, Panicale, Assisi, Montefalco, San Gemini, Acquasparta, Bevagna e Torgiano. In tal modo, tutta la regione si sente partecipe.
Nell’ambito della Sagra viene selezionato il vincitore del ‘Premio Siciliani’ per una composizione originale su un tema prefissato (il Kyrie).

A dimostrare che la Sagra non è dedicata solo alla musica sacra cattolica, in questa tornata un concerto è dedicato alla musica Sufi, viene eseguita (a conclusione della Sagra) la Missa Glagolitica di Jaun Janáćek (di chiaro impianto ortodosso-slavo) ed uno dei complessi in residenza è svedese. Il tema generale che connette i vari concerti è L’Altissima Luce della Fede.

Tra i vari concerti seguiti nei quattro giorni passati in Umbria, mi pare che i lettori di Formiche.net possono essere interessati in quello nella Basilica Superiore di Assisi (stracolma di spettatori) in cui le note di Mozart sono state giustapposte alla magia degli affreschi di Giotto. Non c’è necessariamente un legame tra Mozart (la cui musica riflette chiaramente gli stilemi del settecento) e la pittura di Giotto (con cui dal medioevo si giunge al rinascimento). C’è, però, un nesso tra la storia di San Francesco, oggetto dei dipinti di Giotto, ed i tre brani di Mozart scelti per il concerto: il Kyrie in re minore per soli coro e orchestra, il Misericordia Domini in re minore per coro in re minore e orchestra d’archi ed il Requiem in re minore per soli, coro e orchestra.

Il re minore – si tenga presente – è una tonalità severa, a volte quasi cupa, che ben si adatta agli affreschi giotteschi, anche essi severi nella loro essenzialità e nel loro realismo stilizzato.
Di grande livello l’esecuzione affidata alla bacchetta di Gary Garden, all’Orchestra da Camera di Perugia, al St. Jacob’s Chamber Chorus di Stoccolma ed a quattro bravi solisti (Elisaveta Martirosyan, Ewa Gubańska, Emanuele D’Aguanno e Adriano Gramigni). Un cast davvero internazionale. Come si addice ad un festival di standard internazionale.

Mozart e Giotto protagonisti della Sagra umbra

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