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Poche righe di una lunghissima conversazione di Michael Wolff con Donald Trump, ora pubblicata da The Hollywood Reporter, scatenano una polemica in Italia sull’incontro, pur innegabile, perché documentato e mai smentito, avvenuto il 25 aprile tra il candidato repubblicano alla Casa Bianca e il leader della Lega Nord Matteo Salvini.

Le poche righe, che sollevano dubbi sulla consapevolezza delle risposte date dal magnate dell’immobiliare, sono le seguenti – la traduzione è letterale –:

“Gli chiedo se vede similarità tra sé e i leader dei crescenti movimenti europei anti-immigranti (alcuni direbbero razzisti), come Marine Le Pen in Francia e in Italia Matteo Salvini, con cui, secondo quanto ha riferito il Wall Street Journal, Trump s’è incontrato a Filadelfia e cui ha dato il proprio endorsement (‘Matteo, spero che tu diventi presto il prossimo premier italiano’, questa la citazione di Trump riportata). In realtà, lui insiste che non incontrò Salvini: “Non volli incontrarlo” – la frase in inglese è ambigua. Può anche essere “Non volevo incontrarlo”, ndr –. E, in generale, Trump non vede particolari similarità – o, almeno, non vi presta interesse – tra i movimenti europei e il nazionalismo anti-immigranti che lui sta portando avanti negli Stati Uniti. “E la Brexit?, che ne pensa?”, gli chiedo. “Che? Brexit, Hmm. I britannici devono decidere se lasciare l’Ue”, gli suggerisco, rendendomi conto che la sua mancanza di familiarità con una delle questioni più attuali in Europa non costituisce per lui né una preoccupazione né una perdita di credibilità. “Ah sì, penso che dovrebbero andarsene”.

Ora, appare chiaro che questo stralcio di conversazione – ripeto, nella sua integralità lunghissima – dovrebbe imbarazzare più Trump che chiunque altro. In Italia, se n’è scatenato un putiferio d’ironie e battute, con giochi di parole, soprattutto da parte di esponenti del Pd. Sui fatti, la Lega e Salvini sono in una botte di ferro: dell’incontro a Filadelfia tra Trump e Salvini, ci sono testimonianze fotografiche e giornalistiche – americane, non solo italiane –; e della preparazione di quell’incontro ci sono pure – è stato spiegato – mail intercorse tra gli staff del magnate e del leader della Lega.

Nessun dubbio, quindi, che l’incontro sia avvenuto. E Salvini non s’è lasciato disorientare, confermando l’augurio e la speranza che lo showman diventi presidente: “Tifo Trump, con lui ci sarà pace ed equilibrio”, ha detto e ripetuto.

Magari, allo stesso Salvini sarà venuto qualche dubbio sull’affidabilità di Trump. E si può discutere la consapevolezza, da parte del magnate, di quell’incontro e della valenza politica a esso attribuita. Qui, effettivamente, gli interrogativi ci stanno: non valgono solo per l’incontro con Salvini, ma piuttosto per tutto quello che fa e dice Trump. Considerazioni che in Italia non hanno frenato commenti a ruota libera, più o meno informati sulla realtà dei fatti e spesso ispirati dal gusto di fare una battuta, come la sortita del premier Matteo Renzi che, in una manifestazione elettorale a Roma, ha detto: “Salvini ha un grandissimo rapporto con Donald Trump, che gli funziona alla grande”.

(post tratto dal blog di Giampiero Gramaglia)

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