Skip to main content

intelligence-e-terrorismo-confassociazioni

E’ un mondo complesso quello determinato dalle nuove sfide tra intelligence e terrorismo.

 Al centro di questo nuovo sistema c’è il concetto di rete e di interdipendenza. Della rete e della sua velocità sappiamo molto ma è l’interdipendenza è uno dei cambiamenti rivoluzionari che condizionerà, da oggi al futuro, qualsiasi strategia anche politica. D’altra parte le nostre frontiere subiscono quotidianamente l’impatto di nuove forze interdipendenti: terrorismo, virus, migrazioni di popolazioni. Tutti fenomeni collegati da legami “molecolari” che non siamo in grado di monitorare completamente. Dopo gli ultimi attentati, sappiamo che anche il terrorismo ha capito il meccanismo del “cigno nero” e sta giocando questa sfida. L’epoca che può vantare il maggior patrimonio di sicurezza nella Storia è anche l’epoca delle insicurezze planetarie diffuse.

Ma non basta. Questa nuova fase della guerra delle reti è una sfida asimmetrica in cui il piccolo che ha paura del grande si trasforma nel grande che ha paura del piccolo. Golia ha paura di David, come dimostrano gli attentati dei lupi solitari e delle celle senza controllo. Dopo gli ultimi episodi di Dacca o di Nizza, complice la radicalizzazione e la velocità generata dalla Rete, è impossibile controllare tutti gli individui potenzialmente pericolosi.

Ma, anche se sbandiamo di fronte a quello che sempre più velocemente succede, dobbiamo reprimere l’istinto di attaccarci ai freni, magari diminuendo i nostri livelli di libertà. Controllare la sbandata senza frenare. Perdere il controllo per governare il flusso. Dobbiamo stare nella rete, superando le logiche nazionali e individuali (ognuno di noi è coinvolto) in nome di un coordinamento che apprende altrettanto velocemente. E’ come quando agisce il nostro sistema immunitario: non riesce a prevenire tutte le malattie ma impara da esse e riesce a limitare i rischi che comportano perché si attivano tutte le cellule sane del sistema.

Tanto, per combattere il “cigno nero” e la velocità, il controllo non basta: i problemi dell’intelligence dopo gli ultimi attentati lo dimostrano. E’ necessario abbandonare l’illusione di poter impedire le minacce. Qui sta il paradosso forse più pericoloso di questa fase: più siamo tutti strettamente connessi, più condividiamo la conoscenza sul Web, più viviamo in sistemi aperti e innovativi e meno siamo sicuri. Le interconnessioni sono piattaforme che diffondono non solo i flussi positivi ma anche quelli negativi.

E’ l’avvento dell’era della vulnerabilità, un nuovo atto della guerra delle reti. Una nuova forma di guerra dove il potere è governare i flussi attraverso la capacità di vedere prima degli altri le connessioni. Il vero potere del futuro.

 

Una versione di questo articolo è stata pubblicata: http://www.affaritaliani.it/politica/palazzo-potere/terrorismo-intelligence-guerra-delle-reti-432431.html

Terrorismo, intelligence e guerra delle reti

E’ un mondo complesso quello determinato dalle nuove sfide tra intelligence e terrorismo.  Al centro di questo nuovo sistema c’è il concetto di rete e di interdipendenza. Della rete e della sua velocità sappiamo molto ma è l’interdipendenza è uno dei cambiamenti rivoluzionari che condizionerà, da oggi al futuro, qualsiasi strategia anche politica. D’altra parte le nostre frontiere subiscono quotidianamente…

The indispensable Atlantic Alliance support in defending Europe’s freedom and unity

Europe is struck by instability and political weakness. A contagious uncertainty is now assuming dangerous shapes with the risk of producing serious consequences worldwide. Western Europe is in the grip of fear, stuck in an asymmetrical war against terror, dealing with lack of cohesion, blocked by new localisms and never ending divisions. Eastern Europe is turning in a battlefield, crushed…

RUGGERO PO

Di tutto un Po

Quella che comincia domani sarà l’ultima settimana di Ruggero Po ai microfoni di Radio Rai, dove il conduttore di “Zapping” ha passato oltre metà della sua vita professionale. Dopo la grande avventura, da protagonista, della nascita e dell'affermazione delle "radio libere", dopo avere guidato a Radio1 i programmi più prestigiosi, il giornalista ha seguito per l'emittente pubblica il varo di…

Monaco - Kabul, la xenofobia della prima pagina di La Repubblica

odierno titolo di prima pagina ne "la repubblica": "il killer che odiava i ragazzi". invece, a taglio basso: "kabul, strage is nel corteo delle proteste".  mai avrei creduto che anche "la repubblica", il tempio del politicamente corretto, potesse essere tanto xenofoba. come è possibile dedicare il titolo di prima alla strage di monaco che risale a venerdì e che ha…

turchia, MATTEO RENZI ANGELA MERKEL FRANCOIS HOLLANDE

Lagarde, May, Merkel: tre donne vere al potere

Angela Merkel premier tedesco, Christine Lagarde Direttore Operativo del Fondo Monetario Internazionale, Theresa May premier inglese – tre signore già al potere che destano grande attenzione da parte della politica e dei media per la loro autorevole direzione di un contesto internazionale molto delicato. E la cosa che più ha interessato i giornali di gossip è il diverso modo di…

La Scuola Cattolica di Albinati, il valore di un libro troppo lungo

Di Marco Zoppas

Sì è vero, avrebbe meritato qualche sforbiciata qua e là. A volte il testo risulta lezioso o eccessivamente ricercato. Stonano alcune citazioni in inglese e soprattutto le citazioni delle canzoni come quella dei Talking Heads, Once in a Lifetime. Un esempio su tutti, quando a pag. 1130 Edoardo Albinati così descrive gli ultimi giorni del suo insegnante Cosmo: “Negli stessi…

Il Sud? Una polveriera pronta ad esplodere. Report Swg

Rabbia. Risentimento. Disgusto per la politica. Ansia e apprensione per il futuro. Voglia di cambiare. Bisogno di mutamenti forti, decisi, netti. E poi il nuovo collante: il dito puntato contro tutte le élite; contro i poteri forti (anche local) che hanno bloccato, fermato, ma, soprattutto, sfruttato e saccheggiato a proprio vantaggio il Mezzogiorno. Il Sud è sempre più una polveriera.…

Strage di Monaco, tutti gli interrogativi sull'arma Glock 17 utilizzata da Ali Sonboly

Una Glock 17 e 300 proiettili nello zaino. Così il 18enne Ali Sonboly ha sconvolto Monaco, uccidendo nel centro commerciale Olympia 9 persone (tra cui tre kosovari, tre turchi e un greco) e ferendone 27, di cui 10 gravi. Nessun legame con Isis, né con l’estrema destra tedesca, nessun commando alle sue spalle. Il killer ha agito da solo, spinto…

europa, parigi, elezioni, modello tedesco, ANGELA MERKEL, GERMANIA, Banche

Ecco come in Germania governo e forze dell'ordine hanno vissuto la strage di Monaco

Una Kanzlerin evidentemente scossa si è presentata ieri pomeriggio alla stampa. Il suo è stato un discorso breve, di soli pochi minuti (che non prevedeva domande da parte dei giornalisti). Un discorso nel quale ha provato a inquadrare quanto accaduto venerdì sera poco prima della 18 in un centro commerciale di Monaco di Baviera, quando è stato aperto il fuoco…

Kaine e Pence, tutte le differenze fra i due vicepresidenti cristiani scelti da Clinton e Trump

I due vicepresidenti designati, Mike Pence e Tim Kaine sono forti personalità religiose, entrambi cristiani. Il primo un evangelico, anzi un "born again", un riconvertito, dopo essere stato educato cattolico. E il secondo un cattolico praticante, ex allievo dei gesuiti, definito da Michelle Boorstein sul Washington Post "A Pope Francis Catholic". KAINE TRA GESUITI E LATINOS Cominciamo da Kaine. Schematizzando le varie posizioni…

×

Iscriviti alla newsletter