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Scossone fra i repubblicani, a 48 ore dalle loro primarie nella South Carolina: per la prima volta, Ted Cruz è davanti a Donald Trump in un sondaggio nazionale. L’ultimo rilevamento Nbc/Wall Street Journal dà il senatore del Texas al 28% e il magnate dell’immobiliare al 26% (un mese fa, Trump aveva un vantaggio di 13 punti). Dietro, il senatore della Florida Marco Rubio al 17%, seguito dal governatore dell’Ohio John Kasich (11%) e dal guru nero Ben Carson (10%). Chiude l’ex governatore della Florida Jeb Bush (4%). Insieme, Rubio, Kasich e Bush, i cui voti si pensa possano confluire su quello dei tre che diventerà il candidato dell’establishment e dei moderati, fanno il 32%.

Un sondaggio Cnn/Orc in Nevada, dove le assemblee per la scelta dei delegati repubblicani si faranno il 23 febbraio, vede in testa Trump con il 45% delle preferenze, davanti a Rubio (19%), Cruz (17%), Carson (7%), Kasich (5%) e Bush (1%). Fra i democratici – le loro assemblee saranno sabato 20 -, è corsa quasi pari nel rilevamento tra Hillary Clinton (48%) e Bernie Sanders (47%), mentre finora l’ex first lady era sempre stata avanti. Per Cnn/Orc, la Clinton in Nevada andrebbe forte tra le donne, Sanders sarebbe il preferito dagli elettori con meno di 55 anni: dati anche questi parzialmente contraddittori con quanto fin qui emerso.

La pubblicazione dei risultati del sondaggio Nbc/WSJ crea fermento fra i candidati repubblicani. Per Cruz, “essere in testa è fantastico”: “Stiamo ricostruendo una coalizione di elettori come ai tempi di Ronald Reagan – azzarda il texano -, vinciamo tra i conservatori, ma anche tra gli evangelici. E vinciamo tra i giovani e tra i Reagan democrats”, cioè i democratici che votarono per Reagan e poi per Bush padre. Ma Stephen King, il re dell’horror, dice di lui: “Mi fa paura”.

Le anticipazioni su un viaggio a Cuba del presidente Obama fa fibrillare i due ‘cubani’ repubblicani, Cruz e Rubio, figli di esuli, mentre Carson rompe il fronte sulla nomina del successore del giudice Antonin Scalia alla Casa Bianca: dice che se fosse lui il presidente lo nominerebbe subito, senza aspettare come i suoi rivali chiedono a Barack Obama di fare.

Fra i conservatori moderati il governatore del Kansas Sam Brownback e quella della South Carolina Nikki Haley si sono schierati con Rubio, che “può unire il partito”. E’ invece passato soldi e bagagli a Kasich il miliardario Ken Langone, fondatore della catena di centri per il ‘fai-da-te’ Home Depot e già finanziatore della campagna ormai conclusasi del governatore del New Jersey Chris Christie.

La scelta della Haley, 44 anni, di origini indiane, è stata un brutto colpo per Bush, che ci contava, e alimenta le voci di una candidatura della governatrice a vice-presidente in ticket con il senatore della Florida. La Haley è un astro nascente del partito repubblicano: a gennaio, fece il contro canto al discorso sullo stato dell’Unione di Obama; e, più che criticare il presidente, denunciò le “voci più arrabbiate” fra i candidati repubblicani, una bacchettata a Trump.

Per ulteriori approfondimenti sulle elezioni presidenziali americane, clicca qui per accedere al blog di Giampiero Gramaglia, Gp News Usa 2016

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