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Un’esplosione ha colpito sabato mattina il centro di Istanbul. Il governatore locale ha subito diffuso una nota in cui definiva la vicenda un attentato.

Un attentatore suicida si è fatto esplodere nel quartiere di Beyoğlu, in via Istiklal, una zona commerciale centrale e frequentata da turisti, vicino alla piazza di Galatasaray.

Il bilancio, confermato dalle autorità locali, è di quattro morti più l’attentatore e 36 feriti, di cui 7 in gravi condizioni. Tre persone uccise sono di nazionalità israeliana e un’altra iraniana, mentre dodici dei feriti sono stranieri, di cui circa la metà israeliani.

Una telecamera di sicurezza ha ripreso il momento esatto della detonazione: le immagini sono state diffuse. Il governo turco, come di consueto, ha successivamente emesso l’ordine di non parlare dell’attentato e ha isolato le comunicazioni dall’area.

[youtube]https://youtu.be/jNaQeCigVRk[/youtube]

Secondo le ricostruzioni l’attentatore avrebbe attivato prematuramente o inavvertitamente il proprio congegno esplosivo, questo avrebbe evitato un bilancio più pesante, perché pare che il terrorista si stesse dirigendo verso un folto gruppo di turisti all’entrata del grande centro commerciale Deniroen lì vicino. Forse, ma sono in corso determinazioni ulteriori, il gruppo di israeliani era l’obiettivo del kamikaze: Tel Aviv ha messo in guardia i propri cittadini sui viaggi in Turchia. Già a gennaio un attacco aveva centrato una decina di turisti tedeschi.

Non c’è stata ancora una rivendicazione ufficiale. Tuttavia, secondo quanto dichiarato dal ministro degli Interni turco Efkan Ala, l’attentatore sarebbe stato identificato: si tratterebbe di un turco di nome Mehmet Ozturk (in precedenza la BBC e altri media avevano fatto un altro nome , Savaz Yildiz), con lui sono state fermate altre cinque persone perché legate in qualche modo all’attentato. L’uomo, di ventiquattro anni nato a Gazatiep (Turchia meridionale), è stato riconosciuto tramite riscontri sul dna ritrovato sulla scena del crimine. Pare che fosse membro di una cellula dello Stato islamico che si muove all’interno della Turchia, forse già sotto controllo della polizia: girano da stamattina delle foto del presunto kamikaze, ma non si sa quanto siano reali.

L’Isis ha già colpito in Turchia diverse altre volte, senza mai rivendicare gli attentati. Negli ultimi giorni la minaccia di attacchi jihadisti era tornata alta: informazioni ricevute dall’intelligence tedesca avevano portato Berlino a chiudere le sedi diplomatiche e le scuole tedesche in Turchia.

La situazione del paese è molto tesa. Oltre al contrasto alle cellule estremiste islamiche, il governo sta affrontando anche una lotta interna contro le fazioni separatiste violente dei curdi del sud del paese: proprio i curdi erano stati inizialmente incolpati da Ankara per l’attentato di sabato. Un gruppo collegato al Pkk, i Tak, ha rivendicato due attentati nella capitale Ankara a febbraio e pochi giorni fa, in cui sono morte rispettivamente 30 e 37 persone.

Le operazioni militari condotte dall’esercito nel kurdistan turco hanno preso di mira a volte anche i civili: lunedì è il giorno del Nowruz, il capodanno curdo, e il governo centrale ha vietato le manifestazioni nelle città meridionali di Diyarbakir e Gaziatep. Una decisione che ha scatenato ulteriori polemiche e tensioni.

IL DERBY

Da quanto risulta dalle prime indagini, lo Stato islamico progettava un attacco in grande stile, simile a quello di Parigi, da compiere durante il derby calcistico di Istanbul tra Galatasaray e Fenerbahce. La partita è stata rinviata (era in programma domenica sera) a causa di quella che è stata definita una “seria minaccia” di attacchi terroristici. Secondo fonti delle autorità turche citate dall’Ansa, il piano sventato prevedeva che “un kamikaze si sarebbe fatto saltare in aria allo stadio al termine della partita, causando il panico tra la folla, su cui poi sarebbe stato aperto il fuoco”.

Attentato a Istanbul, tutti i dettagli

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