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“Ricordo il primo caso di concertazione. Fu sulla Campari. Tra i temi portati avanti dalla difesa venne affacciato l’argomento di quattro tipi diversi di aperitivi e quindi della sostituibilità tra acqua minerali e soft drink, bevande analcoliche che però non erano sostituibili nel mercato dei neonati. Ecco, raccontandovi questo primo episodio posso dire che in tutti questi anni ho sempre pensato che quello dell’antitrust fosse un lavoro divertente”.

Il giudice costituzionale e già presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato Giuliano Amato dal ’94 al ’97 ha aperto così la sua Lectio Magistralis in occasione del 25° anniversario dell’Agcm, celebrato martedì 19 gennaio all’Auditorium del Palazzo di Piazza Verdi. “Quando è nata l’Antitrust stavo in Australia, Paese in forte crescita ma con importanti limitazioni in diversi settori: acqua, gas, luce e ricordo con curiosità anche sulle uova, limitazione, questa, che non ho mai ben capito. Quando mi proposero di andare a insegnare in Nuova Zelanda rifiutai. Ecco, quello penso sia stato un errore”, ha affermato – divertito – Amato.

Tra i presenti seduti in sala c’erano tra gli altri Giuseppe Vegas, presidente Consob, Giovanni Pitruzzella, attuale presidente Agcm, Gianni De Gennaro, presidente di Finmeccanica, Antonio Catricalà, presidente Agcm dal 2005 al 2011, e Giovanni Maria Flick, già ministro della Giustizia nel governo Prodi e presidente della Corte Costituzionale nel 2008-2009.

BASSANINI, CATRICALÀ, FLICK, LETTA, REBECCHINI, VEGAS, ASCOLTANO AMATO PER I 25 ANNI DELL’ANTITRUST. LE FOTO

LE STOCCATE

Ma l’ex premier non si è lasciato andare solamente ai ricordi. Ha riservato qualche stoccata alla composizione dell’Autorità, ridotta a 3 membri dalla fine del 2011: “Ci sono diversi aspetti negativi nel trovarsi in 3, per le maggioranze che si formano e per le competenze che si hanno a disposizione. Questo è un posto per competenti non per caste: 5 componenti sarebbero stati meglio”, chiosa l’ex presidente. E poi Amato si è soffermato anche sul ruolo dell’Antitrust rispetto ai cambiamenti dati dal progresso tecnologico: “Tipo Uber, quel taxi non taxi. Insomma quel servizio che prevede che se uno va dalla Balduina al centro e un altro vuole andare dalla Balduina al centro, il secondo pagherà il primo”. E su questo fronte Amato ha spiegato che l’Agcm non deve e non può alzare bandiera bianca “verso chi dice che nei mercati monopolistici l’Antitrust non serve più” perché, citando l’ex premier Mario Monti: “I mercati innovativi possono migliorare ma possono anche risultare temporanei per l’arrivo di nuovi prodotti da altri mercati. Quindi, come disse qualche anno fa Mario: calma, datevi una calmata”.

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QUALE NEUTRALITA’?

Nell’ultima parte del suo discorso Amato si è concentrato sul tema della neutralità della rete. “Il consumatore ha ottenuto notevoli benefici da questi sviluppi che sono però caratterizzati dalla presenza di grandissimi operatori che, con la esorbitanza del loro potere di mercato e margini di profitto elevatissimi, rischiano di uccidere la concorrenza, – e poi domanda – prima Amazon Yahoo coprivano quasi tutta la fetta di mercato, poi è arrivato Google e si è preso quasi tutto. E ora?” esorta Amato. Il presidente, in chiusura,  assicurando che “l’ora dell’aperitivo” fosse “al sicuro”, ha concluso sul tema della neutralità delle rete. “La net neutrality,  come concepita all’inizio, è sbagliata” perché quello che è necessario fare ora è “pizzicare comportamenti sbagliati, non presumere la neutralità e questo significa mantenere in piedi la neutralità, non darla per scontata” commenta Amato e sui danni reputazionali causati proprio dalla rete afferma: “I dati che escono dalla rete, sono come rubinetto e acqua. Noi compriamo l’acqua, non il rubinetto”, e cioè, in questa similitudine, il motore di ricerca. Quindi, anche se si compra solo l’acqua, Amato spiega che bisogna fermare il danno all’origine, causato nel rubinetto: “Ecco, bisogna prevenire i danni reputazionali della rete, che rimangono indelebili per coloro che non hanno soldi e strumenti, e dei quali invece sparisce ogni traccia per chi se lo può permettere”.

“Non è ancora il momento del requiescat in pace. Buon lavoro antitrust a tutti”, ha concluso l’ex premier.

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25 anni di Antitrust, ricordi e stoccate di Giuliano Amato

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