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Gentile Direttrice,

Ho notato che la testata da Lei diretta ultimamente ha pubblicato alcuni articoli riguardo la situazione politica nel Caucaso Meridionale nei quali viene sovente riportato il punto di vista dell’Azerbaigian a discapito della posizione del mio Paese, la Repubblica di Armenia.

In particolare, mi ha colpito il titolo dell’ultimo articolo (“Attacco armeno contro soldati azeri. Così risale la tensione nel Garabagh”) che non trova alcuna corrispondenza con quanto effettivamente accaduto e fornisce dunque al lettore un’informazione assolutamente distorta e provocativa.

Lungi da me, ben inteso, suggerire o peggio imporre al direttore di un giornale cosa pubblicare e come: per fortuna, sono la rappresentante diplomatica di un Paese che nell’ultimo “World press freedom index 2023” di RSF si colloca (49°) quasi in linea con gli standard italiani (41° posto) a differenza, ad esempio, dell’Azerbaigian che occupa gli ultimi posti (151°) della classifica.

Tuttavia, ci tengo a precisare – proprio per verità di informazione – che quanto rappresentato nel pezzo in questione non rispecchia la realtà dei fatti. Il bombardamento da parte azera (che, sarebbe sempre doveroso sottolinearlo, occupa attualmente porzioni di territorio sovrano della Repubblica di Armenia) su una postazione difensiva del mio Paese ha rappresentato l’ennesimo atto di aggressione da parte dell’Azerbaigian e un evidente tentativo di sabotaggio del difficile e lungo processo di pace.

Anche perché, a fronte di un’accusa di una violazione del cessate-il-fuoco da parte di Baku (il riferito ferimento di un soldato) il mio governo ha tempestivamente rilasciato una nota nella quale informava dell’avvio immediato di un’indagine al fine di appurare se fossero stati contravvenuti gli ordini di non aprire il fuoco e, nella denegata ipotesi di tale circostanza, la determinazione a punire il responsabile. A fronte di tale sollecita disponibilità, la leadership dell’Azerbaigian ha risposto, in modo del tutto “sproporzionato” (espressione utilizzata da numerosi commentatori politici e autorità internazionali), dopo solo poche ore, con un’azione di guerra che ha provocato quattro vittime e il ferimento di un’altra persona. Tutto ciò accadeva – casualmente… – proprio mentre il ministro degli Affari esteri della Repubblica di Armenia, Ararat Mirzoyan, si incontrava a Bruxelles con l’Alto Commissario per gli Affari esteri dell’Unione europea, Josep Borrell.

Ecco perché quel titolo, e nel suo complesso l’intero pezzo, rischia di non fornire una corretta informazione ai vostri lettori. Tanto dovevo, anche per rispetto dei miei connazionali periti nella tragica circostanza. Infine, vorrei sottolineare che il termine Garabagh (invece di Nagorno-Karabakh) adottato anche da Formiche è un termine introdotto di recente dalla propaganda azera.

La prego di pubblicare questa mia lettera e accettare i miei migliori saluti.

Qualche precisazione sull'Armenia. L'intervento dell'amb. Hambardzumyan

Di Tsovinar Hambardzumyan

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