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Il Parlamento europeo oggi ha votato no al riconoscimento dello Status di economia di mercato alla Cina. Il testo della risoluzione è il frutto di un accordo tra le due principali famiglie politiche PPE e S&D, e di un compromesso tra tutti i Gruppi, infatti sul testo della risoluzione si legge “On Behalf of” (letteralmente “a nome di”) e sono elencati i 7 Gruppi che lo hanno sottoscritto: PPE, S&D, ECR, ALDE, GUE, Verdi, EFDD. I negoziati e le discussioni a vari livelli sul testo, sono durati mesi ma poi il Parlamento europeo con il voto di oggi ha preso un impegno politico e una posizione forte dicendo no al riconoscimento dello status di economia di mercato alla Cina.

Il Protocollo di accesso della Cina alla Organizzazione Mondiale del Commercio prevedeva un riesame delle politiche di difesa commerciale dopo l’11 dicembre 2016 , in caso di riconoscimento le conseguenze sarebbero devastanti per le aziende italiane ed europee. La Cina invaderebbe i nostri mercati con i suoi manufatti prodotti a basso costo grazie agli aiuti di Stato e al dumping sociale e verrebbero messi a rischio oltre 3 milioni di posti di lavoro a livello UE.

Gli eurocrati fanno però notare che leggendo con attenzione il testo della risoluzione, e prestando attenzione ai discorsi sentiti in Parlamento europeo sulla questione, emerge da una parte la volontà di tutelare i nostri mercati, dall’altra la paura di scontrarsi con la “potenza” Cina. Infatti nella risoluzione approvata il riferimento all’importanza della partnership con la Cina e agli investimenti cinesi viene esplicitato in più passaggi.

Ma il comma che fa riflettere più di tutti è il considerando H dove si fa riferimento alle perdite che il riconoscimento potrebbe causare al settore dell’acciaio. In realtà alcuni osservatori dicono che si fa riferimento al solo settore dell’acciaio perché la “Grande Germania” è il primo produttore europeo di questa materia prima (39,7%).

L’interrogativo che si pongono i non germanofili è il seguente: “le misure antidumping verranno rinnovate solo per alcuni settori, tipo acciaio che interessa alla Germania, oppure la difesa riguarderà tutti i settori inclusi quelli che riguardano le specificità italiane?”.

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