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Quando manca una manciata di ore alla fine del 2015, nuovi sospetti e accuse complicano il rapporto, già poco speciale, tra la Casa Bianca e Benjamin Netanyahu, deterioratosi definitivamente a causa della spinta americana all’accordo sul nucleare iraniano.

LE INDISCREZIONI DEL WSJ

Gli Usa, raccontava l’altro ieri il Wall Street Journal, avrebbero intercettato le comunicazioni del primo ministro israeliano nonostante il loro impegno a contenere l’attività di spionaggio nei confronti degli alleati dopo le rivelazioni della “talpa” Edward Snowden sull’operato dell’Nsa.

COSA È SUCCESSO

Il titolare del dicastero israeliano responsabile dei Servizi, spiega la stampa Usa, ha fatto sapere i fatti sono al vaglio. Secondo quanto racconta il giornale americano, l’agenzia avrebbe intercettato telefonate non solo tra Netanyahu e i suoi consiglieri, ma anche tra questi e alcuni membri del Congresso e i leader delle associazioni israelitiche americane, come l’Aipac. Obiettivo: rendere più difficile la campagna del primo ministro israeliano contro l’intesa che avrebbe riabilitato Teheran, sollevandola dalle sanzioni. In quei giorni, nel parlamento d’Oltreoceano, si discuteva di ciò e Netanyahu fu invitato a sorpresa dai repubblicani a intervenire a Capitol Hill, all’insaputa della White House, dando vita a una crisi diplomatica tra Usa e Israele.

LA STRATEGIA USA

Per il momento l’amministrazione americana non ha smentito le indiscrezioni del Wsj, anche se non è escluso che possa farlo nelle prossime ore.
Tuttavia, secondo il quotidiano statunitense, Barack Obama ritiene che “inoppugnabili ragioni di sicurezza nazionale” possano giustificare, in casi particolari, il proseguimento del programma di sorveglianza su alcuni leader mondiali. Una tesi confermata da un portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, che ha spiegato che Washington non conduce “alcuna attività di intelligence contro stranieri, fatta eccezione per casi di interesse specifico relativi alla sicurezza nazionale. E questo principio è applicato sia per cittadini ordinari che per leader mondiali”.

LE TENSIONI IN MEDIO ORIENTE

Perciò, per molti esperti, vista la delicatezza dello scenario mediorientale, le fibrillazioni nel mondo sunnita e nelle potenze regionali e lo stato delle tensioni con l’Iran (accusata ieri da Washington di aver sparato provocatoriamente razzi non guidati caduti a poco più di un chilometro dalla portaerei nucleare “Harry Truman”), questo scenario non è da escludere.

DALLA PARTE DI ISRAELE

Ma, fa notare il Wsj, in discussione non c’è certo il rapporto tra Usa e Israele, sempre solido e di profonda collaborazione. Lo stesso presidente, dice una fonte coperta da anonimato, “ha detto ripetutamente che l’impegno degli Stati Uniti per la sicurezza di Israele è sacrosanto”.

Ecco le nuove spiate fra Usa e Israele

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