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Foraggia con soldi pubblici le sue banche e le sue imprese, salvo poi puntare il dito contro l’Italia quando c’è da richiamare il rispetto dei patti europei e del rigore nei conti pubblici. Si comporta così il governo tedesco guidato da Angela Merkel, nei confronti della quale i vertici di Bruxelles – a cominciare dalla Commissione Ue – non sembrano utilizzare il medesimo trattamento (non certo di favore) messe in campo invece con il premier italiano Matteo Renzi, alle prese con un braccio di ferro con le istituzioni europee.

INIEZIONI ALLE BANCHE TEDESCHE

Che gli istituti di credito della Germania abbiano goduto di massicce quote di aiuti pubblici statali, non è certo una novità, come rilevato in tempi non sospetti da Guido Salerno Aletta su Formiche.net, oltre a Mario Seminerio. Nell’aprile 2015 era stato poi il Sole24Ore a rilanciare le stime del Fiscal monitor del Fmi, secondo le quali quello tedesco è “il grande Paese dell’eurozona con il più pesante intervento pubblico a favore delle banche, pari al 12,5% del Prodotto interno lordo (l’Italia è in coda, con lo 0,2%). Quasi il doppio di quel che ha fatto la Spagna (7,7% del Pil), dove la crisi bancaria è stata conclamata e ha costretto Madrid a ricorrere agli aiuti europei per 100 miliardi di euro (di cui solo 40 effettivamente utilizzati)”.
Il dibattito sugli aiuti di Stato alle banche è tornato alla ribalta nei mesi scorsi, con il salvataggio da parte del Governo italiano dei quattro istituti di credito prossimi al crac (Carife, Banca Etruria, CariChieti e Banca Marche) con tanto di coda giudiziaria della vicenda; da Roma però non è arrivato nemmeno un euro di aiuti pubblici, circostanza questa che – come rilevato dal vicedirettore del quotidiano di Confindustria, Alessandro Plateroti – non è stata ben vista dalle parti di Bruxelles.

GERMANIA AVANTI PURE NEI SUSSIDI ALLE IMPRESE

I tedeschi non si accontentano però di ricoprire di soldi pubblici soltanto le loro banche. Lo fanno anche con le imprese. E’ quanto svelato da Truenumbers.tv, la web serie di informazione ideata dal giornalista Marco Cobianchi, che è andata a scovare alcuni documenti della Commissione europea dai quali si evince che la Germania eroga alle sue aziende un contributo quattro volte superiore a quello sborsato dall’Italia (qui la mappa completa). Nel 2014 lo Stato tedesco ha versato alle sue imprese risorse pari all’1,34% del proprio Pil, contro appena lo 0,34% dell’Italia, lo 0,73% della Francia e lo 0,31% della Spagna. La Germania si piazza così sul terzo gradino del podio europeo in questa insolita classifica, dietro all’Ungheria (prima con l’1,63%) e alla Repubblica Ceca (seconda con 1,40%).

IL GRAFICO DI COBIANCHI

Nel grafico rilanciato da Truenumbers.tv “è indicata la quantità di sussidi di Stato in percentuale sul Pil (2014) dei maggiori Stati europei – si legge nell’articolo -, ma il dato non comprende gli aiuti di Stato alle Ferrovie e i servizi di interesse pubblico come, ad esempio, i sussidi al trasporto pubblico locale”. Inoltre, si fa notare “c’è da tener presente che la direzione antitrust della Ue, cui compete il via libera agli aiuti di Stato, nel suo rapporto annuale, include solo gli aiuti notificati e autorizzati mentre non comprende quelli che gli Stati concedono alle imprese private senza avvertire la Commissione e quelli per i quali è ancora in corso un giudizio di merito”. Insomma, si tratta senz’ombra di dubbio di dati sottostimati. Ma sono gli unici ufficiali a disposizione.

Sussidi pubblici alle imprese, Germania batte Italia

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