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Non più di qualche settimana fa in casa del Pd torinese parlare di ballottaggio alle prossime comunali era tabù. Guai a pronunciare la parola in presenza del sindaco Piero Fassino, in corsa per un secondo mandato. Ne avreste cavato solo un malcelato disappunto, per usare un eufemismo.

LA FIFA DEMOCRATICA

Poi ieri è arrivato un sondaggio, pubblicato da La Stampa, che ha tirato fuori il “babau”: Pd Torinese al 28-30% e Movimento 5 Stelle al 27-29% . E finalmente la campagna elettorale, finora un po’ anemica, ha preso colore. Fassino non solo si è pronunciato sul tema, scegliendo la trasmissione “Un giorno da pecora” per dire che punta a vincere al primo turno, ma ha pure attaccato la sua diretta avversaria, la giovane consigliera comunale pentastellata Chiara Appendino. E dai microfoni di Radio Rai 2 ha lanciato la bordata: Appendino? “Non ha nessuna esperienza di gestione e guida di una città o di un’istituzione grande come Torino. Non si è visto finora un progetto per la città”.

PARTE LA CAMPAGNA DI FASSINO

Il tutto alla vigilia del lancio ufficiale della sua campagna, avvenuto oggi al teatro Alfieri di Torino, dove il sindaco si è presentato con maglioncino blu alla Marchionne, sulle note de “Il cielo è sempre più blu” e ha tirato fuori l’artiglieria pesante. Prima ha snocciolato l’elenco delle cose fatte in questi anni, dal debito riportato ai livelli del 2003 ai cantieri che hanno cambiato volto alla città, poi il programma, si è pure quasi commosso davanti alla platea che lo applaudiva, che non è proprio da lui, e infine l’affondo: “Io mi batto per vincere, come qualsiasi altro candidato, se questo avverrà al primo turno meglio, sennò spero avvenga al secondo. In ogni caso il mio obiettivo è vincere”.  E ancora: “Sono della vecchia scuola, ciò che conta non sono i sondaggi, sono i voti veri che si vedono quando si aprono le urne. Sono sicuro che i torinesi apprezzino ciò che abbiamo fatto. Guardo con fiducia al voto, abbiamo tutte le condizioni per vincere”.

VIP, INTELLETTUALI E BANCHIERI A SOSTEGNO

Tra le cartucce sparate anche testimonial vip: gli attori Iaia Forte e Toni Servillo, il regista Paolo Virzì, che di tanto in tanto apparivano sul megaschermo del teatro in video, tessendo le lodi di Torino. “Negli ultimi anni sono venuta a Torino in tournée e ho visto risorgere la città, che un tempo era lugubre”, ha detto l’attrice Iaia Forte. Per Paolo Virzì “Torino è la capitale della cultura, grazie ad amministratori speciali che Torino ha avuto la fortuna di avere”. C’è pure l’endorsement del chitarrista jazz Rodney Jones, in questi giorni in città per il Torino jazz festival, che dice che vorrebbe avere la cittadinanza onoraria.
In platea ci sono i compagni di partito di Fassino, Andrea Giorgis e Stefano Lepri. Tra i primi ad arrivare il presidente della Regione Piemonte,  Sergio Chiamparino. C’è pure l’ex “King maker” di tanti sindaci cittadini, Enrico Salza, qualche pezzo locale di Intesa Sanpaolo, come Maurizio Montagnese, a capo dell’Innovation Center e l’economista Pietro Garibaldi, il neo eletto presidente di Iren, Paolo Peveraro, l’ex presidente della Compagnia di Sanpaolo, Angelo Benessia, e l’attuale presidente dei Teatro Stabile Lamberto Vallarino Gancia, ex patron dell’omonima casa vinicola.

CHE COSA HA DETTO IL SINDACO

“Siamo la  seconda capitale europea dell’innovazione, dopo Amsterdam e prima di Parigi e Berlino, il New York Times ha indicato Torino come unica città italiana da visitare nel 2016, l’Unesco ci riconosce come città del design. Ho ancora negli occhi le file di questi giorni di ponte davanti ai nostri musei. Tutto questo testimonia quanto Torino sia cambiata così come la sua percezione“, ha rivendicato Fassino.  “Ci siamo tirati su le maniche, abbiamo reagito alla crisi, anche con minori risorse a disposizione da parte dello Stato, e oggi la città è in piedi. Cinque anni fa non era così. Ora di fronte a noi c’è una grande opportunità: rimettere in moto un ciclo di crescita, dopo aver tenuto la testa fuori dall’acqua” ha detto il sindaco, consapevole che nell’ex company town d’Italia, negli anni della crisi città più cassaintegrata d’Italia, “il vero tema è agganciare la ripresa” e creare nuova occupazione.  “L’obiettivo è fare in modo che chi studia lavora e vive qui scelga di continuare a farlo e chi nel mondo cerca un luogo ideale per investire, studiare,  lavorare e vivere scelga di venire qui. Questo ci impegna a creare le condizioni perché questa città restituisca certezza e dignità al lavoro, che è il grande tema”, ha detto il primo cittadino torinese.

LE STOCCATE AD APPENDINO E A AIURAUDO

“Dare certezze a chi il lavoro lo ha visto insidiato dalla crisi e a chi non ce l’ha, come i giovani. Un lavoro è dignitoso quando è sicuro e remunerato bene, quando è professionalmente conosciuto e contrattualmente tutelato” questa la sfida per il prossimo mandato da sindaco, promette Fassino, secondo cui “la continuità in politica può essere un grande valore, se si hanno progetti e visione”. “Dobbiamo fare di  Torino una città attrattiva per gli investimenti, la ricerca, aperta al mondo, capace di competere con le grandi aree del mondo. Abbiamo puntato molto sul far diventare Torino una capitale della cultura, ma non ho mai pensato che questo implicasse la rinuncia al profilo industriale della città” ha attaccato Fassino, rispondendo implicitamente all’ex sindacalista Fiom e parlamentare di Sel, Giorgio Airaudo, che con la lista “Torino in Comune” punta a catalizzare i voti a sinistra, ma in alternativa a Fassino. “Torino è ancora un hub automotive, ha un settore aerospaziale d’eccellenza, qui è stata costruita la navicella spaziale che ha portato l’astronauta  Samantha Cristoforetti nello spazio” ha ricordato il sindaco.  Poi il sindaco ha virato sull’attuale cavallo di battaglia della campagna elettorale del centrodestra, cioè la sicurezza, che a suo dire “ non è né di destra né di sinistra, ma è un diritto irrinunciabile”.  “E proprio perché vogliamo una città attrattiva, aperta e inclusiva intendiamo proporre al governo la sottoscrizione di un nuovo patto per la sicurezza della città” ha annunciato Fassino.  Fassino pensa ad “un rafforzamento degli organici delle forze dell’ordine presenti in città” e rimanda al mittente le accuse degli sfidanti Appendino e Airaudo di aver abbandonato le periferie. “Il dibattito sulle periferie è ideologico: a Torino non ci sono zone come Molenbeek o le banlieu parigine e nonostante la crisi dai trasporti agli asili, abbiamo sempre garantito i servizi ai cittadini”.
Ma tra le fila del Pd il tarlo del sondaggio serpeggia. C’è chi minimizza e dice che si tratta di un vecchio documento commissionato dal centrodestra, tempo fa. E c’è chi come Fabrizio Morri, leader del Pd torinese, dice: “Ci sono all’opera gufi e guastatori”.

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