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Neppure il sostegno e gli applausi dei suoi sostenitori gli hanno fatto cambiare idea. Dopo mesi di voci, retroscena, ipotesi e smentite, Ignazio Marino ha sciolto le riserve: l’ex sindaco di Roma non si ricandiderà a guidare la città eterna. Una decisione nell’aria da tempo, annunciata nel giorno della presentazione ufficiale del suo libro verità “Un marziano a Roma”, edito da Feltrinelli. In centinaia si sono presentati ieri a Roma, sulla via Appia, per ascoltare ancora una volta la versione dei fatti dell’ex primo cittadino. Decine i cartelli esposti con su scritto “Marino ricandidati”. Il diretto interessato, però, non ha lasciato spazio a dubbi: “Vi chiedo di scegliere insieme una donna o un uomo che non sia io, che possa guidare la città di Roma, vincere le elezioni e continuare il cambiamento avviato”.

MARINO, IL M5S E VIRGINIA RAGGI

Adesso – tra i supporter del marziano – il nome più gettonato, ieri sera sussurrato da molti, è quello di Virginia Raggi, la candidata del M5S per il Campidoglio. Sull’argomento Marino ha sorvolato, pur non negando i tanti punti di affinità con il programma grillino. L’ex sindaco ha ricordato ancora una volta di aver chiesto in passato ai cinquestelle di entrare in giunta. Un invito, a suo dire, caduto nel vuoto non per divergenze programmatiche ma per il veto imposto dai vertici del movimento, Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. “I candidati per Roma devono venire dalla società civile” ha poi ribadito Marino. Ad ascoltarlo in platea anche alcuni dei suoi fedelissimi, tra cui l’ex vicesindaco Luigi Nieri, l’ex assessore all’istruzione Alessandra Cattoi e l’ex responsabile dell’urbanistica Giovanni Caudo.

GLI ATTACCHI A GIACHETTI

Di certo, non si può ipotizzare che i fan del chirurgo decidano di appoggiare la corsa del candidato Pd Roberto Giachetti. Gli attacchi che Marino gli ha sferrato ieri, sono stati, infatti, accolti da un autentico boato. “Se ama davvero Roma, lasci la poltrona prima delle elezioni” ha polemizzato Marino. L’ex sindaco ha poi letto di fronte al pubblico la lettera che lui stesso inviò al Presidente del Senato Pietro Grasso durante la campagna elettorale del 2013, per dimettersi da Palazzo Madama. “Sono tre righe. Se vuole, gliele posso mandare e le copia” ha ironizzato Marino, che ha rintuzzato ancora l’attuale vicepresidente della Camera. “Per chi un mestiere non ce l’ha, però, non è così facile fare una scelta del genere”.

L’IRONIA SU RUTELLI

L’ironia dell’ex sindaco si è poi estesa anche a Francesco Rutelli, sindaco per due mandati, dal 1993 al 2001, poi sconfitto da Gianni Alemanno nel ballottaggio del 2008. “Sappiamo com’è andata a finire la sua ultima candidatura. Ora candidano il suo vecchio capo di gabinetto (ossia, Giachetti). La prossima volta potrebbero arrivare a scegliere chi svolgeva il ruolo di usciere ai tempi della prima giunta Rutelli”.

MARINO E I SUOI ERRORI

A differenza di quanto fatto mercoledì scorso alla Associazione della Stampa Estera (qui l’articolo di Formiche.net), tra un’accusa e l’altra Marino ha trovato anche il tempo di una tiepida autocritica. A sollecitarlo sul punto è il giornalista Rai Franco Di Mare. “Anche Giulio Cesare ha ammesso di aver sbagliato. Lei però nel suo libro non lo fa mai. Quali errori ha commesso?”. Domanda alla quale il marziano ha risposto ammettendo di aver commesso almeno due errori. Il primo – racconta l’ex primo cittadino – riguarda la composizione delle liste elettorali nel 2013. “Mi sono completamente disinteressato delle candidature proposte dal Partito Democratico ma, poi, alcuni degli eletti sono stati arrestati o hanno ricevuto avvisi di garanzia. Se li avessi conosciuti, forse sarei potuto intervenire prima”. L’altro errore che Marino si attribuisce è non aver seguito nel dicembre 2014 il consiglio dell’allora vicesindaco di SEL Luigi Nieri, poi sostituito nell’ultimo rimpasto dal deputato dem Marco Causi. “Dopo l’esplosione dello scandalo Mafia Capitale, Luigi mi consigliò di dimettermi e di tornare al voto. Io scelsi di andare avanti per approvare il bilancio di previsione 2015. Con il senno del poi, è stato senza dubbio un errore”.

MARINO, IL CORRIERE E I COSTRUTTORI

Altri affondi, Marino, li ha poi riservati – come da copione – a Matteo Renzi e alla categoria dei costruttori romani, da sempre suo bersaglio prediletto. Franco Di Mare gli legge uno dei passaggi chiave dell’editoriale comparso ieri sulle pagine romane del Corriere della Sera a firma di Paolo Franchi, nel quale il giornalista afferma come quella del chirurgo sia stato nel complesso un’esperienza più che deludente (in questo articolo di Formiche.net i commenti dei principali quotidiani italiani alla prima presentazione del libro di Marino). Lui, il marziano, risponde per le rime. “Certamente abbiamo deluso i costruttori quando abbiamo cancellato – non appena arrivati in Campidoglio – gli oltre 160 insediamenti urbani, tutti nell’agro romano, decisi dalla precedente giunta”.

Perché i filo Ignazio Marino ora strizzano l'occhio a Virginia Raggi

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