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Sono in testa ai sondaggi e un po’ già si sentono arrivati in Campidoglio. Non è un mistero che i 5 Stelle guardino alle prossime elezioni comunali di Roma come un appuntamento dall’esito – se non proprio scontato – comunque abbastanza sicuro. L’ultima prova sono le dichiarazioni in tal senso che la senatrice romana del movimento di Beppe Grillo, Paola Taverna, ha rilasciato alla trasmissione di SkyTg24 condotta da Maria Latella.

M5S PRIMO A ROMA

Con oltre il 30% dei consensi accreditati dagli ultimi sondaggi, il M5S è oggi il primo partito a Roma. Un dato che di per sé non vuole dire poi molto: le altre forze politiche, infatti, si aggregheranno in coalizioni più o meno ampie – per semplificare, il centrodestra e il centrosinistra – per cercare di conquistare il Campidoglio. Peraltro, al voto si andrà in primavera, presumibilmente a maggio. Infine, i nomi dei candidati ufficialmente in lizza – eccezion fatta per Alfio Marchini che al Corriere della Sera ha già annunciato di voler correre con il suo simbolo – non sono stati ancora resi noti ed è ovvio che fino ad allora non si potranno azzardare troppe previsioni.

PROGRAMMI A 5 STELLE

In attesa che si delinei il quadro delle alleanze e delle candidature e che il movimento di Grillo faccia chiarezza sulle sue scelte, Formiche.net inizia una serie di articoli sui programmi dei Pentastellati per Roma analizzando che cosa i 5 Stelle hanno fatto e proposto in questi anni di opposizione a Ignazio Marino. Si parte da ambiente e rifiuti.

ROMA E I SUOI RIFIUTI

A ottobre 2013 ha chiuso i battenti la discarica di Malagrotta, ironicamente ribattezzata l’ottavo colle della città eterna, in azione per più di 40 anni molti dei quali in regime di proroga. Da quel momento – vista la difficoltà di individuare un sito alternativo e la volontà di superare il sistema del conferimento in discarica – i rifiuti romani hanno cominciato a essere trasferiti fuori dai confini laziali. Attualmente, la parte indifferenziata finisce soprattutto in Piemonte ed Emilia Romagna mentre quelli differenziati, a seconda dei casi, o vengono trasferiti in altre regioni oppure gestiti negli impianti romani, alcuni di proprietà pubblica ed altri di proprietà privata.

IL DESTINO DI AMA

L’argomento sul quale negli ultimi tempi si sono più concentrate le attenzioni del M5S riguarda gli assetti proprietari di AMA (l’azienda capitolina dei rifiuti il cui capitale è detenuto al 100% dal Campidoglio) e all’annosa questione della sua – almeno parziale – privatizzazione. Una domanda a cui viene data una risposta perentoriamente negativa come da tradizione grillina. Eloquente in questo senso il titolo di un post comparso sul sito romano del movimento lo scorso settembre: “AMA. Siamo contrari alla privatizzazione, occorre invertire la rotta”.

L’IPOTESI PRIVATIZZAZIONE

Il tema è diventato di attualità dopo che lo scorso 25 settembre l’Assemblea Capitolina ha approvato la delibera con cui si apre alla possibilità di “esternalizzare in via sperimentale, per la durata di due anni, il servizio di spazzamento, limitatamente ad alcune aree del territorio della città di Roma”, nell’eventualità che persistano gli attuali problemi di pulizia e decoro. Un’ipotesi contro la quale dipendenti e sindacati sono pronti a scendere in piazza in questi giorni e che i 5 Stelle hanno bocciato votando no alla delibera.

IL DOPPIO NO DEI GRILLINI

In quell’occasione, il no dei grillini è stato doppio. Da un lato il voto negativo ha riguardato la possibilità di esternalizzare lo spazzamento in alcune zone della città. Un’idea respinta senza appello dai 5 stelle, nonostante le rassicurazioni arrivate anche a mezzo stampa dai vertici dell’AMA e il fatto che Roma sia evidentemente una città sporca nella quale – nella gestione dei rifiuti – deve necessariamente cambiare qualcosa. Dall’altro lato i quattro esponenti del movimento in Assemblea Capitolina hanno anche votato contro la disposizione che attribuisce ad AMA la gestione del servizio di raccolta dei rifiuti per quindici anni.

L’AMA SECONDO I 5 STELLE

Il no all’affidamento del servizio ad AMA per quindici anni è spiegato dai grillini in un post dal titolo “la verità su AMA”. I grillini affermano che a oggi l’azienda non è posta nella condizione di esercitare il servizio. “Il 96% dei rifiuti differenziati e il 62% dei rifiuti indifferenziati non vengono trattati presso impianti di AMA, ma presso impianti di terzi, con costi ovviamente maggiori, cosa che non ha mai turbato le maggioranze (di destra e sinistra) che si sono alternate al governo della città, perché automaticamente scaricati sui cittadini attraverso una salatissima Tariffa Rifiuti”.Questo il nocciolo dell’analisi dei pentastellati secondo i quali “l’AMA è già privatizzata, con centinaia di appalti affidati ad aziende e cooperative esterne”.

IL BANDOLO DELLA MATASSA

Dai no si arriva, infine, alle proposte per il futuro di AMA che – nella visione grillina – dovrebbe smettere il più possibile i panni della stazione appaltante e gestire direttamente le diverse fasi del ciclo. In questo modo – sostiene il M5S – finirebbe l’attuale situazione in cui “AMA si accolla la parte più costosa del ciclo, ovvero raccolta e trasporto, e lascia (pagandole) invece ad aziende private la parte più redditizia, quella del riciclo e della rivendita delle materie prime ricavate (plastica, alluminio, vetro, carta ecc ecc)”.

LE PROPOSTE DI GRILLO&CO.

Il movimento propone, tra le altre corse, l’introduzione entro 12 mesi di almeno un centro di riparazione e riuso” ed “entro 24 mesi di un numero di impianti di proprietà di AMA sufficienti a gestire almeno la metà della percentuale di rifiuti differenziati a Roma”.

Roma, ecco il programma dei 5 stelle su rifiuti e Ama

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