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In una serie di veti incrociati il centrodestra si incarta sui candidati alle elezioni amministrative. E cresce l’ansia di Matteo Salvini di fare in modo che la sua Lega riesca a intestarsi almeno una vittoria. La sua ambizione, legittimata dai sondaggi, di diventare il dominus del centrodestra rischia di conoscere una battuta d’arresto alle elezioni di primavera. E’ un’ansia che il leader della Lega avrebbe confidato in privato ormai da settimane e che lo avrebbe portato a un colloquio se non di persona, telefonico (la versione che viene più accreditata) con Alfio Marchini. Se a Milano, nonostante abbia dato l’ok alla candidatura di Stefano Parisi, non potrebbe certo rivendicare come sua un’eventuale vittoria del manager fondatore di Chili Tv – chiamato in primis a scendere in campo da Silvio Berlusconi – a Roma, dove Salvini è molto più debole, il leader leghista rischia di subire i continui diktat di Fratelli D’Italia. Che con la leader Giorgia Meloni, anche ieri sera lunedì 8 febbraio ha affossato la candidatura del “palazzinaro”, di famiglia “comunista”, come definisce Alfio Marchini.

Su Marchini, dopo che Berlusconi aveva tirato fuori dal cilindro la carta di Guido Bertolaso anche per cercare di mediare con la Meloni, Salvini avrebbe tentato nei giorni scorsi un rilancio autonomo, in un colloquio telefonico, secondo le versioni più accreditate, per convincerlo a scendere in campo e diventare proprio lui il leader leghista di fatto il suo king maker del centrodestra, al posto di Berlusconi che invece aveva lanciato l’ex capo della Protezione civile a sua volta bocciato dalla Lega. Ma sembra anche da diversi esponenti di peso ex An di Forza Italia, come Altero Matteoli e Maurizio Gasparri.

Ora il modo netto con il quale, subito dopo il vertice di Arcore, Salvini non ha esitato a dichiarare che la Meloni ha bocciato di nuovo il costruttore romano perché proveniente da una famiglia rossa e sponsorizzato dal Nuovo Centrodestra, evidenzia tutto il legittimo malumore e la preoccupazione del capo leghista. La Lega dovrà giocare la sua carta a Bologna, con la candidatura di Lucia Borgonzoni. Ma l’Emilia, dove, comunque, la Lega ha mietuto molti consensi è una piazza difficile. E malumori azzurri per quella candidatura rischiano di pesare sulla campagna elettorale.

Per quanto riguarda Roma, tutto resta aperto. Compreso, si dice, un estremo tentativo di Berlusconi di “convincere Giorgia a candidare Marchini”. Ma, chi conosce bene le cose del centrodestra romano racconta a Formiche.net che nella Capitale in realtà Fratelli d’Italia più che per vincere gioca una battaglia per contarsi all’interno della coalizione, per diventare insomma il primo partito del centrodestra. Da qui la possibilità di una candidatura di Fabio Rampelli, capogruppo a Montecitorio, mente raffinata, ritenuto molto influente su “Giorgia”, che sarebbe il teorico di questa strategia (tanto che, si dice, pensa anche a una donna per sparigliare le carte). E in ogni caso ammesso che alla fine cada il veto su Marchini per opera del Cav, l’imprenditore e costruttore sarebbe il candidato di Berlusconi più che di Salvini.

Tutti i balletti di Berlusconi, Meloni e Salvini su Marchini

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