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La collezione H&M in collaborazione Balmain ha segnato una svolta nelle partnership di marchi low cost con stilisti del lusso. E apre lo spazio per riflessioni e interrogativi. Giovedì scorso, in 250 negozi del colosso svedese sparsi nel mondo, è stata lanciata la linea Balmain X H&M composta da 109 prodotti (indumenti, calzature, borse, bijoux) per lui e lei. File all’alba, consueto (e ben pubblicizzato) crash dell’e-commerce e scene di isteria collettiva documentate (ad arte) sui social hanno spinto oltre il pur consueto successo del fenomeno capsule, che da oltre dieci anni associa il lusso a proposte a basto costo.

Questa volta, sono stati superati alcuni paletti. Oltre a un’isteria davvero fuori controllo, il punto è che, coloro che si sono assicurati un posto in prima fila in H&M non l’hanno fatto a prezzi da low cost. Tutt’altro. Infatti, ciò che ha caratterizzato i capi disegnati da Olivier Rousteing, direttore artistico della maison francese, non è stata solo la somiglianza con gli abiti rappresentativi dello stile Balmain, ma anche i prezzi, decisamente lontani dall’universo H&M. Un total look composto da abito (€ 499 euro), cappotto (€ 179), stivali (€ 249), borsa (€ 199) e collana (€ 79) supera di gran lunga i 1.000 euro.

Pur restando al di sotto delle cifre di Balmain, abbondano online i pareri di fashion editor, influencer e curiosi che si interrogano su quanto sia conveniente acquistare abiti simili a quelli presentati sulle passerelle parigine, ma, di fatto, come riporta Huffington Post, realizzati in Cina.

Il successo delle capsule, appunto, non è nuovo. Ma, a differenza delle precedenti collezioni in collaborazione con Marni, Versace, Roberto Cavalli, Alexander Wang, Stella McCartney, Karl Lagerfeld, Jimmy Choo (solo per citarne alcuni), i prezzi sono lievitati a tal punto da chiedersi se il gioco vale la candela. Anche il costo degli abiti Balmain X H&M prontamente rivenduti su eBay ha dell’inconsueto, una giacca ricamata viene messa all’asta a 3mila dollari e abbondano i singoli capi al di sopra dei mille, superando addirittura il costo dei “veri” prodotti Balmain.

Al termine dello shopping, una cliente dello store H&M londinese dichiara soddisfatta al New York Times: “Non ho dormito, ma ne è valsa davvero la pena, ho tutto ciò che avevo scelto. Non lo avevo mai fatto prima, ma credo davvero che Balmain sia il brand della nostra generazione”. Una generazione che, come avvenuto a Seoul, sembra disposta a mettersi in fila fuori dai negozi del marchio svedese anche una settimana prima. Nuove frontiere del low cost 2.0.

Partecipa al dibattito su Facebook e Twitter #lowcosta1000euro.

Siamo pronti a spendere 1.000 euro per un look H&M?

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