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Ecco la conversazione con Salvatore Nappi, responsabile Business sales Sud di Telecom Italia.

Che consiglio si sente di dare agli studenti?

Consiglio di aprirsi al mondo della open innovation e dei big data, vere frontiere della tecnologia. I ragazzi hanno a disposizione una quantità immensa di strumenti per poter essere protagonisti dei cambiamenti in atto. Prima se si nasceva a Lecce o a Matera si rimaneva isolati e non solo geograficamente. Oggigiorno  il digital divided è diminuito di gran lunga e si può essere davvero artefici del proprio futuro e non è demagogia. Prima servivano grandi capitali, ingenti investimenti, oggi con una buona idea, il futuro è nelle mani di tutti.

In quale settore delle smart city devono puntare gli studenti? 

I progetti che investono le città affinché queste siano più smart coprono una quantità immensa di settori: da quello ambientale a quello turistico, da quello della mobilità a quello della sicurezza su strada e poi ancora scuole, pubblica amministrazione, università. Bisogna essere smart in ogni ambito, cercando di privilegiarli tutti.

Telecom Italia, attraverso TIM – il brand unico del Gruppo – che ruolo sta avendo in questa rivoluzione digitale?

Il gruppo Telecom Italia sta compiendo un passo fondamentale: quello di rendere il “sistema hardware” un “sistema software” che sia a disposizione di tutti in maniera semplice e veloce. Siamo passati da 30 a 100 megabyte sia per rete fissa che per rete mobile. Stiamo fornendo competenze che vadano a supporto delle imprese. Stiamo implementando i servizi ai cittadini, con strumenti tecnici e capitale umano, per rendere la vita quotidiana più efficiente e smart. E in ogni progetto i giovani sono la vera risorsa: a 60 anni si ha l’esperienza, ma a 30 anni esiste la vera voglia di aprire il mondo. Gli studenti di oggi sono i manager di domani, il futuro non aspetta.

Qual è una start-up che unisce il concetto di Smart city alla tradizione del nostro Paese?

Mi viene in mente un’applicazione mobile in ambito turistico, si chiama Viaggiart, è stata sviluppata in Calabria e premiata come migliore startup turistica italiana durante “La Repubblica delle idee” di Matera nel 2014. Questa è una piattaforma che permette di conoscere e scoprire tutti i luoghi italiani della cultura meno conosciuti. E’ stata progettata utilizzando i data set disponibili sui portali del Ministero per i Beni Culturali uniformandoli e rendendoli fruibili in maniera facile e intuitiva. Ma la vera vittoria è stato il fatto che questa app, uscendo dalla fase sperimentale, è diventata una vera e propria soluzione commerciale tra i turisti e chi voleva farsi conoscere dal turismo ma non ci riusciva perché poco conosciuto o troppo piccolo. Telecom, con i suoi acceleratori, aiuta i più piccoli a venire su nel mercato.

Quanto e come sta investendo Telecom Italia nei progetti di Smart city? 

Per il triennio 2015-2017 è stato varato un piano da 10 miliardi di euro di investimenti complessivi in Italia. Entro la fine di questo periodo prevediamo di riuscire a coprire il 95% del territorio nazionale con rete 4g e il 75% da una fibra ottica a partire da una velocità di 30 megabit al secondo. Mi fa piacere citare la Campania, regione in questo caso virtuosa, che ha già raggiunto oltre il 71 per cento di copertura in fibra. Senza scandali, senza clamori, siamo riusciti a “illuminare” più comuni di quelli previsti arrivando cosi’ ad una copertura che e’ tra le piu’ alte in Italia. Anche la Puglia detiene un altro buon primato: Lecce ha vinto la medaglia d’oro della classifica dell’ ICity Rate, vincendo tra 106 comuni italiani. Grazie all’aumento dei tassi di imprenditorialità, mobilità territoriale e alternativa, impegno nel monitoraggio dell’aria e connessione fra imprese, Lecce è risultata essere la realtà cittadina del Mezzogiorno con la performance migliore.
E poi bisogna riconoscerlo, nel lavoro quotidiano interagiamo con amministrazioni migliori rispetto a qualche anno fa perché più aperte al cambiamento. E si vede.

Cosa farà Telecom Italia per le Smart cities

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