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Pubblichiamo l’editoriale di “Fabbrica Società”, il giornale della Uilm diretto da Antonello Di Mario, che sarà on line da mercoledì 28 ottobre

Provate a chiedere a un sindacalista qual è il tempo in cui ci troviamo adesso. Lui vi risponderà, con molta probabilità, che è quello in cui devono rinnovarsi i contratti. Per un metalmeccanico si tratta di un vero e proprio automatismo congenito. Chiunque usi mani e ingegno per vivere si rende conto che ci troviamo nel mezzo di enormi cambiamenti nell’ambito della tecnologia, del mercato del lavoro e della geopolitica.

“L’età del Caos” la definisce Federico Rampini, giornalista di Repubblica. Il suo collega del New York Times, Thomas Friedman, scorge, sulla medesima frequenza d’onda, delle perturbazioni “che solleveranno questioni scottanti sul contratto sociale tra governo e cittadini, impresa e lavoratori”.

Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia, suggerisce di “creare condizioni migliori per cogliere le opportunità e ridurre i rischi; per agevolare un processo ampiamente e equamente distribuito”.

In molti concordano su come fare. Innanzitutto, ci vogliono investimenti pubblici e privati. Quello 0,3% rispetto al Pil, dovuto dalla clausola Ue e presente nella Legge di Stabilità, è un buon segnale, perché può avviare almeno dieci miliardi di euro in più di investimenti. Ma è una cifra ancora insufficiente per quel che serve all’Italia. Ci vogliono più soldi per spingere il reddito con il meccanismo dell’accelleratore; per ristrutturare l’offerta facendo tesoro del processo tecnologico e dei necessari adeguamenti ai nuovi contesti competitivi.

In questo senso, i grandi Paesi dell’industria asiatica hanno dichiarato guerra a quelli del nuovo e vecchio continente. Dario Di Vico, inviato del Corriere della Sera, è stato esplicito dalle colonne del suo giornale: “I protagonisti della vita economica italiana – ha scritto – hanno compreso come il futuro del nostro Paese possa e debba giocarsi rispecializzando la nostra offerta e i nostri distretti verso l’alto, mixando manifattura e servizi, intensificando i rapporti con le università, costruendo una via italiana all’innovazione”.

Quindi, agendo sugli investimenti verso le imprese manifatturiere e nei servizi di mercato, si può determinare una riqualificazione epocale dell’offerta. “E si riuscirà ad imprimere alla crescita – ha osservato Enrico Cisnetto, giornalista economico – la velocità necessaria a farci recuperare in breve tempo i 10 punti di Pil persi dal 2008 ad oggi”.

Il prossimo 5 novembre si aprirà a Roma la trattativa per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici che scade a fine anno. Per il sindacato impegnato nella vertenza in questione fare il contratto significa contribuire ai processi di crescita. Da qui al 31 dicembre esiste uno spazio temporale che pare breve, ma che è allo stesso tempo assai lungo. Da oggi in poi, chi siederà al tavolo contrattuale, dovrà stare nell’attimo presente ed avere la massima concentrazione su ogni singolo pezzo della trattativa suddetta. E, nell’attesa, è come se si avvertisse una sospensione del tempo dove tutto è possibile.

Insomma, per i metalmeccanici fare il contratto significa investire a favore del Paese, nel tempo in cui tutto cambia per davvero.

Tutte le sfide per il contratto dei metalmeccanici

Pubblichiamo l’editoriale di “Fabbrica Società”, il giornale della Uilm diretto da Antonello Di Mario, che sarà on line da mercoledì 28 ottobre Provate a chiedere a un sindacalista qual è il tempo in cui ci troviamo adesso. Lui vi risponderà, con molta probabilità, che è quello in cui devono rinnovarsi i contratti. Per un metalmeccanico si tratta di un vero…

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