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La creazione e lo sviluppo delle smart city procede ad alzo zero pur tra tante difficoltà. E sembra che siano le città del Mezzogiorno quelle nelle quali vedremo presto la realizzazione di un nuovo modo di vivere. Abbiamo incontrato Milly Tucci, manager dell’Istituto Piepoli, a margine della tre giorni #smartdays2015 organizzato dalla città di Cosenza. Il tema dell’innovazione tecnologica e delle sue declinazioni applicati alle città è un tema che interessa tutti, e quindi anche una digital Champion come Milly, donna del Sud come ama definirsi.

D: Siamo sempre troppo indaffarati a pensar male dell’Italia e degli italiani. Cosa manca all’Italia per essere un luogo felice dove vivere?
R: Non manca niente e infatti siamo ancora un Paese dove si vive bene, siamo ottavi per produzione industriale, ma siamo solo all’ottantesimo posto per reputazione. È su questo che dobbiamo investire, non possiamo più permetterci ranking così. La crisi ha generato il pieno disgusto per gli sprechi e per la corruzione ed ha alzato il livello di attenzione dei cittadini con la conseguente domanda di trasparenza. Il problema però è che l’onda lunga del malaffare non si cancella con un colpo di spazzola. Viviamo pienamente una grande ristrutturazione mondiale dove una migliore gestione della città può consentire una rivitalizzazione delle comunità e la creazione di nuovo valore sia economico che sociale.
D: Se occorrono ventinove anni per tornare ai livelli pre-crisi siamo certi che è tutta colpa dell’Italia?
R: Non credo, la responsabilità è diffusa. Per evitare un ciclo di stagnazione così lungo, previsto da Svimez nelle scorse settimane, occorre essere semplici, connessi e competitivi. Ecco perché il Sud si sta muovendo, con la due giorni #smartdays2015 appena conclusasi a Cosenza con la partecipazione di Ifel/Anci, della città metropolitana di Bari e di Reggio Calabria e dei partner dell’importante progetto Resnovae e con i nuovi importanti appuntamenti del 26 e del 27 ottobre nella città di Bari. #IlSudSiamoNoi è stato questo il tormentone dei giovani dopo l’uscita della previsione Svimez sulla rete, non basta un ministro del sud, o un supercommissario del sud, serve una intera comunità creativa che partecipa e muove verso una profonda ristrutturazione del tessuto sociale e produttivo. Chi sono gli attori di questa comunità? A mio avviso i giovani, la classe intellettuale, la classe produttiva, le città e l’Europa. Svimez poi non ha dato solo l’allarme. Ha anche fatto proposte concrete, frutto di analisi specifiche che andrebbero comunicate meglio e sulle quali è necessario investire. Come ad esempio la salvaguardia ambientale, rigenerazione aree urbane, la logistica, la produzione mediterranea, l’efficienza energetica. In questo quadro anche l’Europa ha avviato una profonda autocritica. Credo che la casa comune europea debba essere ispirata da una visione basata sulla fiducia, un trust di persone e di intelligenze per guidare il cambiamento e creare il futuro, nel rispetto delle specificità di ogni territorio.
D: Che ruolo hanno le smart cities del Sud in questo percorso di ristrutturazione?
R: Le città hanno un ruolo fondamentale: nel suo libro If Mayors Ruled the World, Benjamin Barber mette in rilievo la centralità dei sindaci e li considera i veri problem solvers nella gestione dei problemi complessi e nel superamento dell’attuale crisi della democrazia. E qui fiori da ogni metafora, la rinascita della democrazia nelle città vuol dire città più intelligenti, più vicine ai bisogni dei cittadini, più inclusive, più vivibili. E questo vuol dire governance democratica dei territori e quindi degli stati.
D: L’agenda sulle smart city vede molti incontri “al vertice” nelle prossime settimane?
R: Si tutte le città, soprattutto quelle del mezzogiorno, stanno investendo molto sulla raccolta e la definizione delle migliori pratiche per il loro rilancio. Un prossimo appuntamento importante sarà a Bari il 26 e 27 ottobre, dove la città pugliese mostrerà chiaramente tutta la sua vitalità nella costruzione di uno smart district. Alle ‪ ore 15.00 del 26 ottobre all’Università Aldo Moro avrà luogo lo #‎SmartCities4aBetterWorld – organizzato da Formiche – mentre lo stesso giorno al mattino, presso il Politecnico di Bari ci sarà un importante workshop sulla gestione energetica delle smart cities con il team scientifico di Resnovae. E ancora il 27 ottobre, con l’organizzazione di Enel, ci sarà l’inaugurazione del primo centro smart city urban center della citta di Bari. Insomma il sud può candidarsi a diventare il luogo di elezione della sperimentazione smart per le nostre città. È un’occasione giusta, per la gente del sud, di dimostrare che ci siamo e che la nostra resilienza potrà fare la differenza, anche per l’Italia e per l’Europa.

Smart city: le città dell’Italia meridionale ridisegnate dalle comunità creative

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