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Nuovo assetto azionario, aumento di capitale, rifinanziamento straordinario del debito e un business plan quadriennale aggiornato.  Sono questi gli elementi principali del nuovo piano strategico di Saipem guidata dall’ad, Stefano Cao, approvato martedì dal consiglio di amministrazione presieduto da Paolo Andrea Colombo.

A favorire la svolta della società controllata da Eni, ha contribuito il contratto di compravendita sottoscritto dal gruppo petrolifero con il Fondo Strategico Italiano (FSI) per la cessione di una partecipazione pari a circa il 12,5% del capitale sociale di Saipem, al quale si è aggiunto un accordo parasociale per disciplinare la governance e gli assetti proprietari di Saipem.

L’AUMENTO DI CAPITALE

Il consiglio di amministrazione di Saipem ha convocato per il 2 dicembre un’assemblea straordinaria degli azionisti per l’approvazione di un aumento di capitale per un importo complessivo massimo fino a 3.500 milioni di euro. Il completamento dell’aumento di capitale è previsto entro il primo trimestre del 2016.

IL RIMBORSO DEL DEBITO

“L’attuale profilo di indebitamento netto di Saipem non consente alla Società di sfruttare appieno i propri vantaggi  competitivi nell’attuale contesto di mercato”, si legge in una nota della società che ha giudicato per questo indispensabile l’aumento di capitale definendolo anche “un pilastro fondamentale della strategia adottata da Saipem per il conseguimento dell’indipendenza finanziaria da Eni, che finora ne è stato il finanziatore principale contribuendo al 93% dell’indebitamento lordo”. A tale scopo, i proventi dell’aumento di capitale verranno utilizzati per il rimborso del debito del Gruppo Saipem.

“L’aumento di capitale, che ha ricevuto il forte supporto di Eni e del Fondo Strategico Italiano, riporterà il nostro indebitamento in linea con quello dei principali concorrenti, ad un livello coerente con un credit rating “investment grade”, permettendo quindi il rifinanziamento del debito residuo di €3,2 miliardi a tassi competitivi”, ha commentato l’amministratore delegato Stefano Cao.

LA GARANZIA DELLE BANCHE

Saipem comunica inoltre che, per la parte restante, primarie istituzioni finanziarie “hanno sottoscritto un accordo di pre-garanzia impegnandosi a sottoscrivere le azioni ordinarie Saipem di nuova emissione eventualmente inoptate, a condizioni in linea con la prassi di mercato”.

LA RIDUZIONE DEI COSTI

Il nuovo piano di Saipem prevede la concentrazione sulle attività “core” e un incremento della riduzione dei costi relativi al periodo 2015-2017, previsti dal piano “Fit for the Future” annunciato a luglio, da 1.300 milioni di euro a 1.500 milioni di euro. In termini di utile operativo la società stima benefici pari a 150 milioni di euro nel 2015, 370 milioni di euro nel 2016 e 480 milioni di euro nel 2017, con ulteriori potenziali benefici.

Saipem ha previsto inoltre la cessione di alcuni assets non-core, tra cui le unità FPSO (Floating Production Storage and Offloading) ed il segmento delle infrastrutture in Italia. La riduzione dei costi e la rifocalizzazione su attività con margine più elevato, porterà secondo Saipem un miglioramento del margine operativo (ebit) da 5,5% circa nel 2016 a oltre il  7,5% nel periodo di piano.

LA POLITICA FINANZIARIA

Nel 2016 e 2017 gli investimenti annuali attesi dalla società sono inferiori ai 600 milioni di euro e saranno principalmente finalizzati alla manutenzione delle flotte E&C offshore e perforazione. Saipem spiega che il fabbisogno di investimenti nel breve periodo sarà contenuto per via del programma di investimento da 10 miliardi di euro effettuato tra il 2007 e il 2013.

Per la società guidata da Cao la gestione rigorosa del capitale circolante porterà ad un contributo positivo al flusso di cassa a partire dal 2016. Il debito netto invece è atteso al di sotto dei 1.500 milioni di euro nel 2016 e sotto la soglia dei 1.000 milioni di euro entro il 2017.

Ecco i nuovi piani di Saipem con Eni e Cdp

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