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Perugia ─ C’è la conferma diretta di al Qaeda: il leader yemenita Nasir al Wahishi è stato ucciso da un attacco aereo americano (probabilmente un drone). Si può dire che l’uccisione di Wahishi è il colpo più duro all’organizzazione terroristica dopo il blitz di Abbottabad in cui trovò la morte Osama Bin Laden.

Nel comunicato in cui un anziano del gruppo qaedista in Yemen (che va sotto il nome di Aqap, Al Qaeda in Arabic Peninsula), Khaled Batrafi, ha annunciato la morte del leader, è anche stato individuato in Qassim al-Raimi, attuale vice, il sostituto.

Già dalla scorsa settimana si pensava che al Wahishi potesse essere ucciso: c’era stato un drone-strike vicino Mukalla, città portuale del sud recentemente conquistata da Aqap, e i funzionari yemeniti stavano freneticamente verificando se tra le tre vittime ci fosse il corpo di Wahishi.

Nasir al Wahishi era una delle figure prominenti dell’universo qaedista: aveva servito come braccio destro sia di Bin Laden sia dell’attuale guida centrale Ayman al Zawahiri. La sua fedeltà e la sua capacità erano state riconosciute proprio da al Zawahiri, che nel 2014 aveva affidato in esclusiva alla branca yemenita da lui guidata, il compito di compiere le operazioni all’estero ─ cioè gli attentati su suolo occidentale. Per dirne una, due degli attentatori che avevano attaccato a Parigi la redazione del giornale Charlie Hebdo, i fratelli Kouachi, si erano addestrati in Yemen. Del gruppo fa parte anche il creatore delle bombe invisibili Ibrahim Hassan al Asiri: c’è lui dietro agli ordigni che sono riusciti a passare i controlli aeroportuali sia nel caso del volo Northwest 253 del giorno di Natale del 2009, sia in quello dei due cargo “al plastico” del 2010 ─ entrambi sventati ─ e dall’esperto di esplosivi di al Qaeda in Yemen sarebbe partita anche l’idea di mettere le bombe negli smartphone (che adesso sono sottoposti a controlli ai check-in) e pure il progetto di inserire esplosivo direttamente all’interno dei corpi dei kamikaze.

La morte di al-Wahishi è l’ultimo di una serie di omicidi mirati di alti dirigenti della filiale dello Yemen, compreso il suo più anziano capo militare Nasr al-Ansi e l’ideologo religioso Ibrahim al Rubish. L’uccisione è un duro colpo per al Qaeda anche perché arriva in un momento in cui Aqap è stato in grado di espandere il proprio controllo territoriale approfittando delle situazione dello Yemen. I ribelli sciiti Houthi hanno preso il controllo della capitale Sana’a e di ampie fette del Paese, e con l’esercito allo sbando e lo stato fallito, per i sunniti al Qaeda è diventata una valida alternativa, se non altro l’unico appiglio in mezzo al caos.

@danemblog

 

 

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