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Il rapporto delle donne con la politica è stato uno dei temi più importanti del dibattito degli anni del femminismo e del post-femminismo. Da una critica serrata all’antropocentrismo delle istituzioni, al rifiuto della politica tout-court, al disagio delle donne nei partiti, al convincimento che per cambiare le istituzioni bisognava starci dentro, e che «femminilizzare» la politica voleva dire soprattutto restituire alla politica una interezza che le mancava, fino alla scoperta, a volte strumentale, sempre tardiva – da parte delle forze politiche tradizionali – del «pianeta donna», alla constatazione che anche nel «quotidiano» della politica le donne avevano qualcosa di nuovo da dire.

Questo impegno non nasceva dal nulla ma ereditava le lunghe battaglie combattute da un incredibile numero di donne al di qua e al di là dell’Atlantico, per conquistare la cittadinanza e i diritti basilari in un mondo e in una società che i diritti conquistati dagli uomini continuava a negarli alle donne.

È dunque importante ricordare il ruolo e la rilevanza che il movimento femminile socialista ha avuto fin dalla fine dell’Ottocento, fuori e dentro il nascente partito, a seguire nella Resistenza e infine nella vita politica e culturale della Repubblica.

Un posto di primo piano tra queste donne lo ha indubbiamente avuto la socialista Elena Marinucci che – dopo aver condiviso le battaglie del femminismo – ha saputo con grande sensibilità ed intelligenza traghettare nelle istituzioni i migliori risultati dell’impegno femminista.

C’è un evidente passaggio di testimone tra le protagoniste che verranno ricordate al convegno del 19 marzo al Senato.

Elena Marinucci ha fatto pubblicare la biografia di Lina Merlin la socialista segretaria della Federazione di Padova del partito nel 1924, oppositrice del fascismo, arrestata e confinata in Sardegna, nella direzione del partito dal 1945, eletta all’Assemblea Costituente: fu in questa sede che ottenne che l’uguaglianza di sesso fosse inserita nell’art. 3 della Costituzione oltre a quelle di razza, sesso e religione.

Da senatrice si impegnò per migliorare le condizioni di vita della popolazione del suo Polesine.

Tra le donne che dall’interno del partito socialista hanno lavorato per migliorare la condizione delle altre donne va ricordata anche Maria Magnani Noya unica parlamentare socialista donna negli anni settanta, autrice di un vasto programma sintetizzato nelle proposte delle donne socialiste che verrà ripreso e in parte realizzato da Elena Marinucci che, a sua volta, ha passato il testimone alla più giovane Agata Alma Cappiello attivissima nella Commissione pari opportunità di Palazzo Chigi e in parlamento.

La Fondazione Craxi nel primo anniversario della scomparsa della senatrice socialista Elena Marinucci (31 marzo 2023), ha in animo di promuovere una riflessione su queste tematiche ricordando lo spessore delle figure femminili legate al Partito socialista, che hanno condiviso le vicissitudini parlamentari e le politiche europee: terreno di ricerca prezioso per decifrare la complessa vita democratica della Repubblica dal suo nascere a oggi.

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La Fondazione Craxi. nel primo anniversario della scomparsa della senatrice socialista Elena Marinucci (31 marzo 2023), ha in animo di promuovere una riflessione su queste tematiche ricordando lo spessore delle figure femminili legate al Partito socialista, che hanno condiviso le vicissitudini parlamentari e le politiche europee: terreno di ricerca prezioso per decifrare la complessa vita democratica della Repubblica dal suo nascere a oggi

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