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In queste ore si sta giocando una delle più importanti partite per il futuro dell’Unione Europea. Alexis Tsipras sottoporrà al popolo greco l’interrogativo: accettare o rifiutare le richieste dell’Unione Europea?

Emerge in questo caso il senso profondo del concetto di democrazia. Dopotutto siamo in Grecia. Tsipras è stato eletto con un programma ben preciso. Un no forte agli accordi al ribasso con l’UE. Per Tsipras è dunque una richiesta di rinnovo di fiducia al popolo greco. La questione però è altamente complicata:

1) l’Unione Europea non ha gradito lo slittamento dell’accordo, l’ennesimo. La pazienza delle istituzioni sovranazionali è giunta al limite. Vero è che devono rispettare i processi democratici degli Stati Sovrani. Un assist inaspettato è arrivato dal Ministro tedesco delle finanze all’idea di Tsipras di sottoporre a referendum la scelta.

2) se al Referendum Tsipras perde, ossia passa la linea del Sì all’accordo con l’Unione Europea ci saranno delle conseguenze politiche enormi per Syriza e per Tsipras stesso. Cosa farà? Si dimette?

3) un Paese politicamente instabile sarebbe una tragedia per la già precaria situazione della Grecia. Tsipras dovrà rimanere in sella altrimenti la Grecia non uscirà da questa situazione. E se la Grecia non esce bene, l’Europa come progetto di unione è fallito.

In queste ore si assisterà quindi una sorta di braccio di ferro politico a più livelli: locale, nazionale ed europeo. Ovviamente gli interessi che attraversano questa battaglia sono globali. Sarà Grexit o riuscirà l’Europa a far vincere il principio della solidarietà e dell’Unità?

Intanto, da un sondaggio rilasciato qualche giorno fa da ZDF, il 70% dei tedeschi non è favorevole ad ulteriori concessioni da parte dell’Europa alla Grecia e il 51% si dice favorevole alla sua uscita dall’UE. La situazione è dunque drammatica.

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Tsipras si rivolge al popolo. Sarà Grexit?

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