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Domani mattina il premier Matteo Renzi andrà al meeting di Cl a Rimini. Un incontro atteso, dopo l’assenza dell’anno scorso, un momento importante nel confronto tra una parte cruciale del mondo cattolico, Comunione e Liberazione appunto, e il governo.

LE PREMESSE

D’altronde ciellini dialogano da sempre con la politica. Qualche giorno fa Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, ha difeso monsignor Nunzio Galantino che aveva definito la politica di oggi un “piccolo harem di cooptati e furbi”. Per Vittadini il segretario generale della Cei è uno di quegli uomini di Chiesa che “col loro impegno cercano di pungolare e migliorare il nostro Paese. Ce ne fossero altri come lui”. Dopo la sortita del numero due della Cei la destra aveva attaccato il prelato e anche Renzi, attraverso i suoi fedelissimi, era apparso irritato.

IL TEMA DELL’INCONTRO

Renzi domani parlerà dell'”Italia e la sfida del mondo”. Un argomento magmatico, ma che comunque ripropone il ruolo del nostro Paese nella risoluzione di alcune crisi del Mediterraneo, come quella libica. Sono infatti mesi che il governo afferma che se non si risolve la crisi libica non si può nemmeno mettere fine alle tragedie del mare. Nei fatti, però, in tutto questo tempo non è stato compiuto alcun passo reale in avanti. Anche il piano di redistribuzione di 40 mila migranti, messo a punto dalla UE dopo le proteste dell’Italia, ha affrontato solo una parte, minima, del problema.

IMMIGRAZIONE E LIBIA

Cl si aspetta poi che l’Italia sia motore di sviluppo del Sud del mondo, anche per risolvere le crisi umanitarie. La cooperazione italiana è ancora affetta da nanismo: solo lo 0,16% del Pil, contro l’obiettivo dello 0,7% che si sono dati i paesi Ocse. Rafforzare la cooperazione internazionale significa rafforzare quella sussidiarietà a cui Cl tiene tanto: laddove non arrivano le istituzioni, laddove non arriva lo Stato possono arrivare i soggetti del privato sociale.

 

LA COOPERAZIONE

A questo va aggiunta la necessità di sostenere maggiormente le nostre imprese che vanno sui mercati esteri. Ad oggi, troppo spesso le nostre aziende sui mercati internazionali vanno in ordine sparso e il sostegno delle nostre rappresentanze (Ice, ambasciate, ecc.) è poco coordinato. Solo la Simest nel 2012 ha investito 190 milioni in progetti, e la spending review obbliga a rivedere la qualità dei finanziamenti, concentrandosi su quelle imprese che hanno progetti maggiormente in grado di conquistare l’estero.

LE UNIONI CIVILI

Sul fronte interno, tema caldissimo sono le unioni civili, ancor più dopo il no di ieri del cardinale Angelo Bagnasco. Il presidente della Cei ha detto che per la Chiesa è “scorretto” applicare i diritti che spettano alla famiglia, che è composta da “papà, mamma, bambini” ad altri tipi di relazione, ad esempio quelle omosessuali. Una linea da cui Cl non si discosta, convinta che appunto la famiglia tradizionale abbia un senso nel progetto di Dio per l’umanità. Renzi afferma che entro la fine dell’anno sarà approvata la legge sulle unioni civili, che a meno di sorprese sarà il ddl Cirinnà. Maurizio Lupi, capogruppo di Ap alla Camera, dice sì a una legge ma non a un’equiparazione con le famiglie naturali. Quello che fa più paura è l’adozione del figlio del partner, la cosiddetta step child adoption, che potrebbe dare il via libera all’utero in affitto. Vedremo se Renzi vorrà e saprà rassicurare il popolo di Cl.

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