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Se non ricordo male, sei anni fa Silvio Berlusconi propose di trasformare la festa della Liberazione in una festa della Libertà (mi sembra proprio con la maiuscola). Allora l’idea sollevò un mare di polemiche, nonostante non fosse priva di qualche suggestione storico-culturale. Ma la sua paternità era troppo sospetta, e quindi fu rapidamente accantonata.

D’altro canto, un raffinato studioso del nichilismo europeo come Sergio Givone ha messo in dubbio che la la libertà senza aggettivi possa essere considerata un valore, sia pure il più alto e irrinunciabile. Nel senso che essa è la condizione perché questo o quel valore si dia. Può decidersi per il bene o per il male, con sovrana indifferenza. Addirittura può rovesciarsi nel suo contrario, nell’atto che la nega e l’annulla.

Insomma la libertà, come ben sapeva il Dostoevskij lettore di Pascal, viene prima del bene e del male. Ciò vale sia per i partigiani che per i repubblichini. Ciò non significa, come non ha mancato di sottolineare anche il capo dello Stato, mettere sullo stesso piano le scelte dei primi e dei secondi.

Infatti, non vale l’obiezione (implicita in certe letture dell’esperienza di Salò) per cui il male a chi lo fa si presenta, o è da lui presentato, come un bene. Questa non è un’attenuante, bensì un’aggravante, in quanto alla libera scelta del male si aggiunge l’autoinganno.

Pure, come ha scritto il pensatore russo Nikolaj Berdjaev (perseguitato dai bolscevichi), la libera scelta del male è preferibile alla costrizione al bene. Vale a dire che in essa c’è almeno un elemento positivo, poiché può sempre dar luogo a un inizio di conversione.

Ma tutte queste sono solo sottigliezze metafisiche, qualcuno potrà obiettare. Può darsi. Ma in fondo, per tornare al personaggio da cui siamo partiti, la parabola politica e umana dell’ex Cavaliere non dimostra proprio questo?

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Il 25 aprile e Silvio Berlusconi

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La storia ci è sfuggita di mano

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Video Isis, uccisi 30 cristiani etiopi in Libia

O si paga la jizah, l’antica tassa per la protezione dei cristiani che perfino l’Impero ottomano declinante aveva mandato in soffitta, o si viene uccisi. E’ la sintesi del filmato, ventinove minuti in tutto, che Al Furqan Media ha messo in rete per spiegare cosa tocca ai cristiani se non accettano la “vera fede”. Ecco un estratto del video:

ACTA DIURNA - Asia, Europe, Global, Middle East, USA

Analysis by leading think tanks twitter - @lineestrateg1   ASIA Family Planning, Chinese Style (Tim Robertson, The Diplomat), http://thediplomat.com/2015/04/family-planning-chinese-style/ Why China’s New Family-Planning Policy Hasn’t Worked (Lotus Yang Ruan, The Diplomat), http://thediplomat.com/2015/04/why-chinas-new-family-planning-policy-hasnt-worked/ Sufism won't solve Pakistan's problems (Bina Shah, Al Jazeera), http://www.aljazeera.com/indepth/opinion/2015/04/sufism-won-solve-pakistan-problems-150415103737791.html Ashraf Ghani’s Taliban Predicament (Aryaman Bhatnagar, The Diplomat), http://thediplomat.com/2015/04/ghanis-taliban-predicament/ Economics of Non-Communicable Diseases in Indonesia (World Economic Forum),…

Isis avanza e la Chiesa condanna (con qualche precisazione)

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La lotteria delle pensioni: il boom infinito dei ’60

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