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Ho letto con estremo interesse e condivisione l’articolo del costituzionalista Ainis su Il Corsera del 13 aprile: “Le travi che accecano l’Italicum”.

Oltre alle rigorose considerazioni espresse dal professore aggiungerei quella che, a mio parere, è la premessa essenziale su cui basare la netta contrarietà alla famigerata legge figlia del patto scellerato del Nazareno, ossia l’incompetenza istituzionale di un parlamento politicamente e giuridicamente illegittimo perché espresso da una legge, il porcellum, dichiarata incostituzionale dalla Corte.

Napolitano dopo lo strappo del “golpe blanco” del novembre del 2011 compì gli altri due con la formazione dei governi affidati a Mario Monti prima e a Enrico Letta poi, due presidenti non eletti; con l’intervenuta sentenza della Corte Costituzionale sulla legge elettorale, Napolitano avrebbe dovuto compiere la scelta conseguente dello scioglimento delle Camere illegittime e ridare così la voce al popolo sovrano.

Si preferì continuare sino all’incarico al giovin signore fiorentino, dopo la sua presa del potere interno al suo partito, e a mantenere una situazione ibrida nella quale si è votato il nuovo presidente della Repubblica e si continua a legiferare illegittimamente sino a ipotizzare la riforma della Costituzione.

La casta al potere continua nei suoi balletti inconcludenti con i partiti ridotti a simulacri di ciò che furono le antiche culture politiche con l’unico suo obiettivo: autoconservarsi e prolungare il più possibile l’agonia di questa indigesta seconda repubblica.

Il terzo stato produttivo stanco e sfiduciato, sino ad oggi, si è limitato a disertare le urne, ma la sua condizione di progressivo impoverimento si salda ogni giorno di più con quella dei più sfortunati “diversamente tutelati” e degli emarginati ed esclusi dal ciclo produttivo e retributivo.

Una miscela esplosiva destinata a produrre i suoi effetti a tempi brevi.

Non sarà l’illusionista di Rignano sull’Arno a risolvere il caso italiano e dopo le regionali di maggio, dove sta trionfando il peggior camaleontismo e trasformismo politico dell’Italia repubblicana, si dovrà necessariamente ridare la parola al popolo sovrano con l’unica legge elettorale legittima, il consultellum con il quale rieleggere il nuovo Parlamento e, soprattutto, l’Assemblea Costituente per la riforma della Costituzione.

Scorciatoie autoritarie come quelle dell’Italicum no pasaran!

Bravo Ainis sul Corriere della Sera

Ho letto con estremo interesse e condivisione l'articolo del costituzionalista Ainis su Il Corsera del 13 aprile: "Le travi che accecano l'Italicum". Oltre alle rigorose considerazioni espresse dal professore aggiungerei quella che, a mio parere, è la premessa essenziale su cui basare la netta contrarietà alla famigerata legge figlia del patto scellerato del Nazareno, ossia l'incompetenza istituzionale di un parlamento…

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