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Questa mattina presso il Tempio di Adriano a Roma si è tenuta la prima Conferenza di Utilitalia, la nuova federazione nata dalla fusione tra Federutility (Acqua ed Energia) e Federambiente (Rifiuti) dal titolo “1903 le municipalizzate, 2015 le utilities. E nel 2020?”.

IL BATTESIMO DELL’ASSOCIAZIONE

Presieduta da Giovanni Valotti, la federazione riunisce oltre 600 imprese di settore e impiega – tra società di capitali, consorzi, Comuni, aziende speciali ed altri enti – circa 98 mila addetti complessivi (45 mila nel settore gas e acqua, 42 mila nell’ambiente e 11 mila nell’elettrico). I soggetti associati ad Utilitalia registrano inoltre un valore della produzione pari a 40 miliardi di euro e utili per 604 milioni annui. “La strada da noi intrapresa con la fusione tra Federutility e Federambiente è al tempo stesso un argine alla crisi di rappresentanza del mondo associativo e un contributo fattivo contro la crisi del nostro Paese”, ha detto Valotti aprendo l’evento.

CHI C’ERA

Alla conferenza erano presenti il Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione Marianna Madia, Guido Bortoni, presidente Autorità Energia Elettrica Gas Sistema Idrico, Erasmo D’Angelis, responsabile di Italia Sicura, Davide Colaccino, in rappresentanza della Cassa depositi e prestiti, Bruno Valentini, sindaco di Siena, e la componente dell’Autorità garante concorrenza e mercato Gabriella Muscolo.

RISCHI, SANZIONI E INVESTIMENTI

Inerzie e inadempienze caratterizzano per  Valotti i servizi a matrice ambientale, così come non può essere sottaciuto il pessimo stato delle infrastrutture legate all’ambiente. Il presidente di Utilitalia si riferisce alle 16 procedure di infrazione comunitarie in materia ambientale, quattro delle quali hanno a che vedere con il mancato recepimento delle prescrizioni in materia di discariche e per la violazione delle direttive sui rifiuti.

“Le indicazioni del Ministero dell’Ambiente e dalla Tutela del territorio pongono a oltre 480 milioni di euro l’ammontare delle sanzioni pecuniarie che potrebbero essere comminate al Paese dal 1° gennaio 2016 e fino al completamento delle opere”, ha spiegato Valotti.

“Gli investimenti sono la chiave di tutto – ha sottolineato – Nel complesso il fabbisogno di investimenti per le infrastrutture nei servizi ambientali è riassunto da pochi numeri; per il servizio idrico servirebbero circa 5 miliardi di euro l’anno per i prossimi 30 anni”.

LA RISPOSTA DEL MINISTRO MADIA

“C’è un unico filo rosso che lega le tre riforme che il governo sta portando avanti – ha detto Madia nel suo intervento al Tempio di Adriano -. Riforma del titolo V, legge Delrio sulle province e riforma della Pubblica Amministrazione sono legate dall’obiettivo di rendere lo Stato più semplice. E si è scelto di farlo prediligendo testi unici”.

LA RIFORMA DELLA PA

Valotti ha auspicato che “nei decreti delegati della Riforma della PA che vedranno presto luce si specifichino in modo chiaro i criteri, i tempi e gli obblighi per il conseguimento degli obiettivi di consolidamento auspicati: scadenze cogenti, riduzione dei trasferimenti e l’individuazione di precise fattispecie di responsabilità, sino al commissariamento nei casi di reiterate inerzie e inadempienze”.

Della riforma Madia Utilitalia ha apprezzato invece “la previsione di incentivi economici e finanziari in favore delle amministrazioni locali che accompagnano il consolidamento”, ha detto Valotti.

Parlando della riforma dei servizi pubblici il presidente di Utilitalia ha invitato il governo a leggere la diversità dei territori: “Si tratta di assicurare alle gestioni pubbliche efficienti l’autonomia organizzativa necessaria a realizzare il proprio Piano industriale, sulla base del piano economico e finanziario approvato, sotto la vigilanza degli Enti di governo d’ambito e dell’autorità di regolazione”.

CHE COS’È UN’IMPRESA PUBBLICA

“Le nostre aziende non sono e non devono diventare Fondi di private equity. Non hanno approccio speculativo. Sono industrie che devono fare della qualità e dell’efficienza i propri driver di crescita”, ha puntualizzato Valotti.

Occorre aggiornare il concetto stesso di impresa pubblica: “Al crescere delle dimensioni il controllo pubblico è assicurabile con percentuali sempre minori di capitale, mettendo nei fatti in discussione il ‘tabù’ della proprietà 51%”.

APPELLO AL GOVERNO

Ecco le richieste di Utilitalia al governo: “Chiediamo che ci lasci fare le imprese, senza vincoli stringenti; che obblighi all’efficienza enti locali e imprese con sanzioni ed incentivi; che ci metta in condizione di competere nel nostro Paese e in altri a parità di condizioni; che faccia ‘la voce grossa’ in Ue, togliendo alle imprese il continuo rischio di incappare in sanzioni europee; un quadro definito, certo e stabile di regole e sistemi premianti per chi produce risultati”.

GLI IMPEGNI

Infine un po’ di autocritica: “Non chiediamo al governo di risolvere i nostri problemi evidenti”, ha detto Valotti al Tempio di Adriano. Quali? “Migliorare l’efficienza e la qualità delle nostre gestioni, decidere i modelli di sviluppo delle imprese ed eventuali aggregazioni e ridisegnare il rapporto tra il management dell’impresa e l’azionista ente locale”.

Valotti (Utilitalia) a tu per tu con il ministro Madia

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