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Ci sono i nostalgici della destra sociale, orfani di una fiamma attorno alla quale radunarsi, nazionalisti fin nel midollo folgorati da chi professava la secessione della Padania. Quindi i politici di derivazione democristiana, gente che per la Lega Nord incarnava l’emblema del Meridione parassita. E ancora autonomisti vecchi e nuovi, berlusconiani delusi, pezzi di Casapound e Forza Nuova fino a consiglieri eletti con l’Idv ed esponenti dell’Udc.

C’è un po’ di tutto nella galassia di sostenitori che Matteo Salvini sta mettendo insieme nel Mezzogiorno sotto il simbolo “Noi con Salvini”, operazione affidata al senatore leghista Raffaele Volpi chiamato a vigilare affinché non salgano sul Carroccio in versione sudista anche politici trombati e riciclati. Compito difficilissimo se non addirittura impossibile, visto quanto sta accadendo.

CAMPANIA ALL’ARREMBAGGIO

La vicinanza alle urne rischia di giocare brutti scherzi all’ombra del Vesuvio. E’ lì infatti che si registrano vere e proprie transumanze (politiche) sotto l’ala salviniana in vista delle regionali di maggio. A guidare il movimento in Campania c’è una triade: Gianluca Cantalamessa, assicuratore ed esponente storico della destra napoletana (ex Msi e An), figlio dell’ex consigliere regionale e deputato Tonino. Con lui Vincenzo Pepe, docente universitario e presidente dell’associazione FareAmbiente e della Fondazione Giambattista Vico. Il terzo è Valentino Grant, presidente della Bcc San Vincenzo de’ Paoli di Casagiove nel casertano. Sul carro sono poi saliti l’ex sindaco Pdl di Caivano, Pippo Capaccioli, il presidente dell’associazione anti-racket di Torre del Greco, Francesco Panariello, il leader dei commercianti di Sant’Agnello e Sorrento, Gennaro Rocco e quello dell’associazione dei consumatori Adoc, Riccardo Guarino. E ancora l’ex consigliere comunale e provinciale di Napoli in quota Nuovo Psi, Angelo Delle Cave, l’ex candidato sindaco di Sarno, Franco Annunziata, un altro ex consigliere provinciale di Scafati come Mariano Falcone senza dimenticare un mister preferenze come l’ex deputato del Pdl di Agerola, Michele Pisacane. Pure Fratelli d’Italia deve fare i conti con la concorrenza leghista, tanto che il deputato salernitano Edmondo Cirielli ha tuonato contro i “frustrati” pronti ad accasarsi tra i leghisti.

IN PUGLIA SI LITIGA GIA’

Nell’altra regione del Sud prossima al voto, cioè la Puglia, “Noi con Salvini” ha un suo referente. Si tratta di Rossano Sasso, insegnante e dirigente a Bari del sindacato di destra Ugl, già in corsa alle comunali del maggio 2014 con “Lavoro per Bari” a sostegno del candidato sindaco (sconfitto) di centrodestra Mimmo De Paola. Non fu però un’esperienza particolarmente brillante per Sasso, visto che la sua lista raccolse lo 0,72% e lui (ovviamente non eletto) si è dovuto accontentare di appena 112 preferenze. Ma tant’è, ora può consolarsi con i circa 50 gruppi pro Salvini organizzati in regione. Forse troppi, se è vero che c’è già chi litiga, come accade nel foggiano. Lì è dovuto intervenire addirittura il senatore Volpi per specificare che il referente incaricato è Mimmo Foglietta, politico di lungo corso (è stato segretario provinciale dell’Udeur di Clemente Mastella) e presidente dell’associazione anti-racket “Vivere liberi”. A insidiargli il primato ci aveva provato Saverio Sorini da San Giovanni Rotondo, uscito da Forza Nuova l’estate scorsa e pronto a salire sul carro salviniano salvo poi ritrovarsi subito scomunicato. A Molfetta sono invece attivi l’ex consigliere comunale Rino Lanza e l’ultimo presidente cittadino di An, Francesco Armenio. In Salento il riferimento è il gioielliere Mauro Giordano, ma ci sono pure l’avvocato Leonardo Calò e Paolo Pagliaro, editore e leader del Movimento Regione Salento.

CALABRIA, IL PATTO COL MOVIMENTO TERRITORIO E LAVORO

Pure in Calabria si notano screzi. Come chiarito sempre da Volpi, “Noi con Salvini” da quelle parti ha stretto un patto col Movimento Terra e Lavoro (Mtl) guidato da Massimo Cristiano, consigliere comunale a Lamezia Terme e candidato alle europee con la Lega Nord, e dal segretario Domenico Furgiuele. S’è mossa pure Casapound, che con il leader regionale Mimmo Gianturco ha lanciato il movimento “Sovranità – Prima gli italiani” ergendosi a portavoce delle battaglie salviniane, ma i vertici leghisti hanno preso le distanze.

L’MPA SICILIANO SALE SUL CARROCCIO

Le chiavi leghiste in Sicilia sono affidate a un (ex) democristiano come Angelo Attaguile. Deputato eletto col Pdl in quota Movimento per l’autonomia (Mpa) dell’ex governatore Raffaele Lombardo, passato alla Camera col Carroccio nelle vesti di ventesimo componente così da permettere la costituzione del gruppo, è stato presidente del Catania calcio ed è figlio dello storico senatore democristiano di sponda andreottiana, Gioacchino Attaguile, già sottosegretario alle Finanze nei governi Rumor e Colombo. Sempre dall’Mpa proviene Beppe De Santis, ex segretario del Partito del Sud, e l’ex deputato regionale Pippo Gennuso. Chi invece ha fatto il salto da sinistra fino alla destra salviniana è Giorgio Calì, consigliere comunale a Palermo eletto nella lista dell’Idv a sostegno del sindaco Leoluca Orlando e con un passaggio nel Centro democratico di Bruno Tabacci. E se ad Agrigento il candidato sindaco che vuole battere l’Ncd nella città di Angelino Alfano è il deputato trevigiano del Carroccio, Marco Marcolin, altri sostenitori di Salvini sono l’ex presidente della Provincia di Palermo in quota Fi, Maurizio Gambino, l’ex deputato Msi e An poi assessore regionale con Totò Cuffaro, Guido Lo Porto, l’attivista palermitano di Casapound Francesco Vozza fino a Nino Nascè, già coordinatore palermitano dell’Udc cuffariana.

Chi sono i sudisti (vecchi e nuovi) ora alla corte di Salvini

Ci sono i nostalgici della destra sociale, orfani di una fiamma attorno alla quale radunarsi, nazionalisti fin nel midollo folgorati da chi professava la secessione della Padania. Quindi i politici di derivazione democristiana, gente che per la Lega Nord incarnava l'emblema del Meridione parassita. E ancora autonomisti vecchi e nuovi, berlusconiani delusi, pezzi di Casapound e Forza Nuova fino a…

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