Skip to main content

I funzionari iracheni hanno diffuso una nota in cui dicono che le forze governative (che sono un mix di oltre ventimila uomini di cui solo 3 mila sono soldati del ISF, l’Iraqi Security Force, mentre gli altri appartengono alle varie milizie sciite messe in campo dall’alleato Iran) stanno avanzando su Tikrit su più fronti, costringendo gli uomini dello Stato islamico – che deteneva il controllo della città dal giugno scorso – a ripiegare verso il centro.

L’offensiva lanciata su Tikrit è una vicenda interessante della lotta al Califfato per diversi aspetti.

1) Tikrit è la città natale di Saddam Hussein: si trova nella parte centro settentrionale dell’Iraq, a 140 km da Baghdad, lungo il fiume Tigri. Quando la scorsa estate l’IS arrivò con le sue truppe, molti dei lealisti di Saddam – notabili politici e militari baathisti – che, dopo la caduta del regime, avevano costituito a Tikrit insieme ai clan sunniti locali, una sorta di roccaforte nostalgica, aprirono le porte al Califfo. Alcuni di loro sono adesso a capo di brigate combattenti, altri occupano posizioni di leadership di genere amministrativo. La posizione presa dagli ex baathisti, sostanzialmente sunniti, era una reazione al governo Maliki – settaria e corrotta amministrazione sciita – e a coloro che li avevano esclusi dal potere (vale a dire gli americani che dopo l’invasione del 2003 avevano scelto Maliki e gli sciiti come interlocutori). Una situazione analoga, si riscontra in questo momento a Sirte, dove i lealisti di Gheddafi “rifugiati” nella città natia del rais, stanno aiutando lo Stato islamico.

2) L’operazione militare per riprendere Tikrit, è stata studiata ufficialmente dal governo iracheno, che non ha avvisato gli Stati Uniti – referenti della Coalizione internazionale che sta attaccando dall’alto l’IS. In realtà è abbastanza improbabile che gli americani non ne sapessero assolutamente niente, visto che in Iraq sono presenti diversi istruttori militari che stanno operando fianco a fianco con l’esercito di Baghdad; ma a quanto pare, la comunicazione ufficiale dell’avvio delle operazioni, è arrivata soltanto il giorno stesso del “Go!“, in contemporanea ai comunicati stampa – cioè non ha nessun valore di “avviso preventivo”. Invece l’Iran, altro alleato iracheno, era stato avvisato: addirittura il capo della Qods Force Qassem Suleimani era presente all’aeroporto di Tirkrit un paio di giorni prima dell’inizio delle operazioni militari, e si dice che tutto sta succedendo sotto la sua regia.

3) La presenza degli iraniani e delle milizie sciite che gli iraniani finanziano e formano militarmente in modo costante (è una strategia di Soleimani, che serve ad aver presa e influenza su certi Paesi), è un aspetto pericoloso. Affidare l’eliminazione di una forza combattente settaria, come l’IS sunnita, a un’altra entità combattente altrettanto settaria, non è una soluzione ottimale. Anche perché lo scenario che si prospetta è quello di uno scontro epico: quando l’IS è entrato a Tikrit mesi fa, Camp Speicher, ex base americana poi usata dall’esercito iracheno, è stata il teatro di una delle pagine più cruente di questo conflitto. I boia dello Stato islamico hanno giustiziato centinaia di reclute irachene (alcuni miracolosamente sopravvissuti dicono che i morti sarebbero almeno 700), soltanto perché erano sciite – i media iracheni da tempo stanno facendo circolare la notizia, secondo cui i responsabili del massacro furono proprio i baathisti passati con l’IS. Daniele Raineri del Foglio ha individuato uno degli uomini che dirigevano le esecuzioni: è un certo “Faris”, baathista “riciclato” con l’IS.

Le notizie che in questo momento arrivano dal campo di battaglia, sono molto positive per le sorti delle forze irachene – però, siccome sono diffuse dai media di Baghdad, devono essere prese un po’ con le molle, in quanto soggette a propaganda – che avrebbero riconquistato il quartiere settentrionale di Qadisiya e quello occidentale di Doyom. Un comandante della mobilitazione popolare Hashid Shaabi (che è l’entità che raggruppa le milizie sciite, sotto l’esortazione dell’ayatollah al Sistani della scorsa estate), ha detto alla CNN che oltre il 75 per cento dell’area urbana è in mano al governo e che il restante 25 per cento è in mano a non più di 150 uomini dell’IS (ma i numeri sembrano un po’ sgangherati). Un comandante della polizia irachena ha affermato alla Tv statale, che i soldati dello Stato islamico stanno rubando auto civili per scappare da Tikrit.

Nel frattempo il capo di stato maggiore congiunto delle forze armate americane Martin Dempsey, parlando da Washington in audizione alla commissione Esteri del Senato, si è detto certo che l’azione stava per avere successo – e praticamente si è congratulato con un’operazione guidata dall’Iran, su cui gli Stati Uniti non hanno messo becco – ma ci ha tenuto a sottolineare che tutto avviene senza la copertura aerea della Coalizione internazionale. Dempsey sa che Tikrit è una sorta di prova generale – militare e politica – in vista dell’imponente controffensiva su Mosul. E gli advisor sul campo si stanno accorgendo che formare l’esercito iracheno per un’attacco di grosse dimensioni in un paio di mesi (dal Pentagono infatti fanno sapere che l’offensiva è prevista per aprile/maggio) è quasi impossibile. Ci sono i curdi, a nord, ma meglio tenersi buona pure l’opzione milizie/Iran, senza fare troppe critiche in questo momento, pur prendendo le dovute distanze.

@danemblog

Il punto sull'offensiva a Tikrit

I funzionari iracheni hanno diffuso una nota in cui dicono che le forze governative (che sono un mix di oltre ventimila uomini di cui solo 3 mila sono soldati del ISF, l'Iraqi Security Force, mentre gli altri appartengono alle varie milizie sciite messe in campo dall'alleato Iran) stanno avanzando su Tikrit su più fronti, costringendo gli uomini dello Stato islamico…

Vi spiego le vere mire di Putin in Ucraina. Parla Walter Russell Mead

Il viaggio di Renzi in Russia, la crisi ucraina, l'avanzata dello Stato Islamico in Libia e i complessi negoziati di Obama per un accordo sul nucleare iraniano. Ecco i temi affrontati in una conversazione di Formiche.net con Walter Russell Mead, uno dei più noti politologi americani, impegnato in un tour europeo che ha toccato anche Roma. Saggista ed editorialista, già…

Jobs Act, un passo avanti. Adesso vediamo se saprà davvero creare nuova occupazione

Dopo un anno di discussioni, polemiche e manifestazioni di piazza, la riforma del lavoro – il cosiddetto Jobs Act – entra in vigore. Si tratta di una rivoluzione? Da un punto di vista simbolico il feticcio dell’art. 18 esce (quasi) definitivamente di scena. Quello che però interessa è vedere se questa riforma aiuterà concretamente a generare nuovi posti di lavoro.…

Perché non basta Draghi per la ripresa

Che ci sia ciascun o dice, dove sia nessun lo sa: anche la ripresa economica, come la fede degli amanti secondo Metastasio, è un’araba fenice? Il linguaggio della statistica è scabro e violento. Scrive l’Istat: “A gennaio 2015 l’indice destagionalizzato della produzione industriale diminuisce, rispetto a dicembre 2014, dello 0,7%. Nella media del trimestre novembre-gennaio l’indice aumenta dello 0,1% rispetto…

Ecco il primo F-35 italiano

È uscito questa mattina dalla linea dello stabilimento di Cameri AL-1, il primo F-35 italiano. Il velivolo in versione convenzionale (Ctol), completo di avionica e motore, i cui lavori di assemblaggio erano partiti circa due anni fa, partirà nel 2016 alla volta degli Stati Uniti, dove sarà utilizzato per l’addestramento, scrive Airpress. I DETTAGLI La cerimonia di rollout è stata anche…

Quote rosa e il "Gioco del rispetto" a Trieste. Se dobbiamo sempre farci ridere dietro

La necessità di una più equa rappresentanza di genere e pari opportunità per le donne all’interno di istituzioni pubbliche e aziende private è ormai riconosciuta, almeno a dar peso alle quotidiane dichiarazioni di governi e illustri rappresentanti del mondo economico e finanziario. Faticosamente, a costo di aspre battaglie e molte ironie, si è affermata la consapevolezza del valore economico e…

Girotondo sul Selfie del cardinale George Cottier con Monica Mondo

“Selfie” è il titolo di un volumetto da poco uscito nelle librerie, che contiene però un grande tesoro, fatto di delucidazioni e insegnamenti da tramandare ad ogni buon cristiano con il desiderio di riscoprirsi tale, o con la voglia di fugare dubbi e fare chiarezza. Il libro, il cui titolo completo è “Selfie. Dialogo sulla Chiesa con il teologo di…

Oltre la Legge di Stabilità. Le proposte della Cisal

Qual è l’impatto economico e sociale della Legge di Stabilità? Cisal, la confederazione italiana sindacati autonomi lavoratori ha chiamato ad esprimere la loro opinione il Segretario Generale Francesco Cavallaro, Gaetano Quagliariello, senatore e coordinatore nazionale Ncd e Francesco Testa, professore straordinario di Strategia aziendale presso l’Università telematica Pegaso. L’evento dal titolo “Una nuova politica economica per il benessere del Paese. Legge…

Pos: in arrivo le multe (salate) per chi non si adegua. Professionisti in rivolta.

Pos, si avvicina il momento della verità. Il Parlamento sta infatti valutando in questi giorni un disegno di leggeche prevede sanzioni pesanti per i commercianti e i professionisti che non permetteranno il pagamento con “plastic card”. Al momento è tutto fermo, ma il disegno di legge, se verrà approvato, integra gli articoli già approvati nel maggio 2014, quando l’obbligo del pos venne…

Perché Matteo Renzi vola a Sharm el Sheikh

Matteo Renzi vola a Sharm el Sheikh, al Forum degli imprenditori italiani sul raddoppio del Canale di Suez e nell'occasione incontrerà il leader egiziano Al Sisi per la seconda volta in quattro mesi. Non solo una vetrina (qui il programma) per potenziali accordi commerciali anche grazie alla nuova stabilità amministrativa egiziana, ma la possibilità per le aziende italiane di esportare…

×

Iscriviti alla newsletter