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“Quando dal male nasce il bene”, un modo di dire che sembra descrivere quanto sta accadendo per i trasporti in Sicilia, soprattutto dopo la chiusura della A/19 che ha diviso l’Isola in due parti riportandola idealmente all’epoca della dominazione araba, quando la linea di demarcazione passava proprio lungo il fiume Salso.
Ad una situazione di così straordinaria difficoltà per la mobilità siciliana, una prima risposta è provenuta dalle Ferrovie dello Stato Italiane.

Dallo scorso 3 maggio, infatti, 14 corse al giorno (7 per ciascuna direzione) assicurano in 2h 45’ i collegamenti tra Palermo e Catania, con un’offerta complessiva giornaliera di 2100 posti, contro i 300 garantiti in precedenza da un unico treno. Il successo di questa nuova programmazione è il frutto di un lavoro avviato da tempo per la modernizzazione della mobilità ferroviaria siciliana, che il crollo del viadotto sull’A/19 ha reso di urgente attuazione. I benefici sono stati immediati e tangibili. Come ricordano le FSI, il potenziamento a 14 corse giornaliere fa seguito ad un primo tempestivo provvedimento che lo scorso 13 aprile aveva portato ad istituire due corse aggiuntive a quelle già in orario. Da allora il numero dei passeggeri che scelgono il treno su questa direttrice è in costante crescita e con loro anche l’offerta delle Ferrovie. Ma i benefici per i viaggiatori, non si fermano qui. Contestualmente all’attivazione delle nuove corse – operate da 7 nuovi treni Minuetto – le società che assicurano i collegamenti su strada tra Palermo e Catania sono state a loro volta costrette a rivedere la loro offerta ed a ridurre i prezzi dei biglietti, tagliandoli del 30%!

La sensazione è che si stia inaugurando una nuova stagione per il trasporto pubblico dell’Isola e che le Ferrovie dello Stato ne siano le protagoniste.

Entro ottobre, infatti, saranno operativi i primi cantieri per la realizzazione della nuova linea veloce Palermo-Catania-Messina. Un’infrastruttura di interconnessione tra le dorsali ionica e tirrenica che migliorerà sensibilmente la mobilità per i passeggeri e le merci (a regime si potrà andare da Palermo a Catania in 1h 45’ mentre da Catania e Messina basteranno 45 minuti) ed offrirà una valida alternativa ai flussi di traffico dell’Isola, con benefici anche in termini di riduzione delle emissioni di CO2.

Ma non è tutto.

FSI è altresì impegnata nella realizzazione delle connessioni tra la rete ferroviaria e i nodi portuali ed aeroportuali siciliani, nella riapertura della Palermo-Trapani via Milo (tratta Alcamo D.ne-Trapani via Milo), mentre una radicale trasformazione sta interessando la rete di trasporto dell’area metropolitana di Palermo (27 comuni ed oltre un milione di persone). Asse portante di questa evoluzione verso un sistema della mobilità moderno e integrato con le linee dei tram, dei bus e con una rete di parcheggi di interscambio è il Passante ferroviario che presto attraverserà la città e la sua area metropolitana (da Cefalù all’aeroporto Falcone-Borsellino: 90km di linea, 20 dei quali all’interno della città) mentre il progetto di potenziamento della rete cittadina procede con la realizzazione delle nuove linee dei tram e dal completamento dell’Anello ferroviario.

Tutto questo in prospettiva ci annuncia il trasporto che sarà, dall’altro però ci ricorda la situazione di profonda arretratezza infrastrutturale dell’Isola. Se i trasporti rappresentano “lo specchio del livello di sviluppo di un Paese” allora l’impegno delle Ferrovie dello Stato è quello di concorrere a dare impulso a questo cambiamento.

L’impegno delle Ferrovie a sostegno della mobilità siciliana

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