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Con l’assemblea di Verona svoltasi ieri, durante la quale Flavio Tosi ha annunciato la sua candidatura alla presidenza della giunta del Veneto, si è aperta una nuova fase nella politica della nostra regione.

La lunga stagione che ha fatto seguito ai venticinque anni pressoché ininterrotti di supremazia democratico-cristiana (1970-1995) è definitivamente conclusa.

Quelli che avevano ereditato larga parte del consenso del “Veneto bianco”, Forza Italia e Liga Veneta, sono giunti: i primi, all’indecorosa conclusione con l’arresto e il patteggiamento della pena di Galan e Chisso, e la Liga al decreto salviniano di espulsione di Tosi dal partito in cui aveva militato da oltre vent’anni.

Salvini, sulla base dei sondaggi, è convinto che Luca Zaia riuscirà lo stesso a conservare la guida del governo veneto. Noi, invece, riteniamo che sarà molto più difficile per il governatore uscente sfangarla, dopo quanto è accaduto in questi anni di egemonia-dominio del potere a senso unico nella nostra Regione.

Quelli che avevano gridato alla necessità di porre fine alla lunga stagione del governo DC sono finiti miseramente, espressione di una classe digerente più che dirigente, vorace e senza pudore. Con essa si sono intrecciati gli interessi di alcuni esponenti del PD e delle cooperative rosse di riferimento, di qua e di là del Canal grande, in un intreccio affaristico e di tangenti da far apparire come dei chierichetti coloro che, al tempo del dominio DC-PSI, furono accusati degli stessi reati con assai minori implicazioni sul piano degli accaparramenti di tipo personale.

Come reagirà l’elettorato veneto e veneziano al marciume che ha coinvolto i partiti maggiori della seconda repubblica, senza distinzione tra quelli al governo e quello all’opposizione, lo sapremo al voto di maggio per le regionali e per il comune di Venezia. Intanto registriamo positivamente la scelta di Flavio Tosi, “ leghista democristiano”, che, insieme a noi, denuncia la deriva lepenista, antieuropeista e nazionalistica della Lega di Salvini e del suo “reggi coda” Zaia.

Avevamo auspicato una più saggia decisione da parte dei dirigenti della Lega, ma, alla fine, ha prevalso la volontà del Capitan Fracassa lombardo che, stravolgendo statuti e regolamenti, si è pesantemente inserito e ha violato l’autonomia dei veneti.

Non sarà la gracile candidatura della sempre mutevole signora vicentina Moretti, la proposta politico culturale su cui potrà convergere quel terzo stato, espressione dei ceti medi produttivi e popolari da sempre terreno fertile del consenso democristiano prima e forzaitaliota e leghista poi; anche se non sarà né breve, né facile il processo di ricomposizione dell’area popolare indispensabile per offrire al Veneto una nuova speranza.

Con la conferenza stampa della costituente civica e popolare di Veneto di Venerdì 13 Marzo a Padova, il movimento federativo nato nel settembre del 2014 a Monte Berico e consolidatosi con l’esperienza della scuola popolare con cui si sono svolti i tre seminari nei quali si è declinato il principio cristiano sociale della sussidiarietà nel welfare, nell’economia e nelle istituzioni, gli eredi legittimi del pensiero democratico cristiano veneto hanno presentato il loro “Manifesto per un Veneto Popolare” che adesso viene offerto al confronto con quanti intendono garantire una svolta reale di valori, comportamenti e di una classe dirigente che si impegni ad assumere l’etica a fondamento della politica regionale.

Il Manifesto propone 15 obiettivi concreti senza aumentare la spesa pubblica:

– 5 obiettivi sulla difesa della vita (nascituri come nati, bonus fiscali per matrimonio e figli, dote urbanistica familiare), ), della libertà di educazione (deducibilità rette e parificazioni servizi per scuole libere) e del welfare (equiparazione servizi no profit e di operatori a quelli della pubblica amministrazione);

– 5 obiettivi per la crescita: deducibilità costo lavoro da IRAP, riduzione del costo dell’energia;

– per imprese; abbattimento monopolisti degli appalti regionali; portale “made in Veneto”, moneta complementare veneta; supporto a export, attrazione turisti nel sistema veneto e nuovi investimenti con Venezia “free zone”; della Regione, che deve concentrarsi nel favorire sviluppo; meno Comuni, ma più pluralisti al proprio interno; stop a enti intermedi; unificazione servizi su scala regionale; inoltre ci vuole una vera (non finta) battaglia per la “specialità” del Veneto. Si può arrivare a questo risultato attraverso la fusione delle tre regioni del Nord est, azionando i meccanismi costituzionali dell’art. 132, comma 1, che condurrebbero a un referendum sul tema. L’art. 132 della Costituzione e la legge attuativa prevedono, infatti, la convocazione di un referendum se tanti consigli comunali quanto 1/3 della popolazione;

– complessiva chiedano la unificazione di più regioni (1/3 del Triveneto = ½ del Veneto…)

Il Manifesto popolare rappresenterà il criterio delle scelte e, quindi, la Costituente Civica e Popolare:

– Giudicherà le proposte politiche sulla base del confronto sui temi del Manifesto;
– Propone una disponibilità di persone nuove, non appannate, cioè, da plurime esperienze di occupazione di spazi di potere a qualsiasi costo;
– Propone la rottura del sistema economico Galan/ PD, avendo pagato direttamente la non omologazione a tale dinamica in tempi non sospetti;
– Propone obiettivi concreti sui temi del welfare, della crescita e della difesa del Veneto, convinta che l’unico modo di raccordare la politica con l’associazionismo, le famiglie, le imprese e le persone sia di dare testimonianza di un nuovo servizio;
– La CCP opererà in accordo con altri gruppi. movimenti, partiti per approfondire le relazioni con la CSU avendo come obiettivo quello di concorrere alla costruzione nel Veneto e in Italia di una esperienza simile a quella testimoniata dai popolari bavaresi, con una nuova piattaforma politica, anche composta al proprio interno da una ricca pluralità associativa, ma unitariamente popolare, liberale e riformista, così come europeista e autonomista, inserita a pieno titolo nel Partito Popolare Europeo.

Sono queste le indicazioni che abbiamo offerto da tempo anche all’amico Flavio Tosi con il quale intendiamo condurre la nostra battaglia di rinnovamento per un Veneto e Triveneto Popolare guidato dai Popolari.

Ettore Bonalberti
Coordinatore per le regioni del nord della Federazione dei Popolari Italiani

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