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Nel frullatore delle competizioni elettorali che si consumeranno tra due settimane l’Italia è strattonata da quel che è rimasto dalle macerie della politica di maggioranza e opposizione. Il pericolo astensione è sempre più evidente e i sondaggi hanno dimostrato l’inutilità anche perché gli umori degli italiani sia sull’immigrazione che sulla scuola, che sulla legge elettorale, si sono assai irritati.

La  considerazione più frequente  fra le persone è che la confusione regna sovrana e soprattutto l’informazione è drogata. Dunque cerchiamo di analizzare una sola vera questione: c’è o non c’è la ripresa e dunque la crescita? Non facciamoci stordire da dati contrastanti sparati a raffica e ormai insopportabilmente droganti. Moltissimi sono i vincoli davanti al governo, e i più pesanti li ha decisi lui stesso, nella legge di stabilità 2015. A partire dalle tre clausole di garanzia di aumento delle tasse tra 2016 e 2018, per complessivi 72 miliardi. Il primo gradino che scatterebbe nel 2016 riguarda oltre 16 miliardi, di cui 12,8 dal solo aumento dell’aliquota ordinaria Iva dal 22% al 24% (che potrebbe poi salire fino al 25,5% nel 2018).

L’impegno reiterato continuamente da Padoan dell’Italia è di chiudere il deficit pubblico al 2,6% del Pil in questo 2015, per scendere all’1,8% nel 2016. Vuol dire circa 10 miliardi di minor deficit, l’anno prossimo. Poi conteggiamo le riforme almeno più essenziali: il bonus 80 euro anche per il 2016 (10 miliardi), la decontribuzione anche nel 2016 dei nuovi contratti a tempo indeterminato (nel 2015  sono 1,8 miliardi e per il 2016 servono almeno 2 miliardi), la riforma della scuola che sta diventando un vero problema soprattutto perché non si ravvisa nessun elemento di meritocrazia ma un costo di 4 miliardi.

Dunque solo queste tre voci sono 16 miliardi di copertura più i 10 miliardi di minor deficit e la questione sopraggiunta della perequazione delle pensioni al minimo, portano il conto  almeno a circa 30 miliardi. Se è vero come il governo ha dichiarato, l’intento prioritario è di non far scattare il primo scaglione delle clausole di salvaguardia fiscale, a cominciare dagli oltre 12 miliardi del solo aumento previsto dell’Iva, ecco che il conto delle misure da finanziare sale a circa 35 miliardi di euro se si intende eliminare solo l’aumento Iva, va oltre  se si conferma la volontà di evitare qualunque aumento di tasse.

Poi non dobbiamo dimenticare gli impegni verso Bruxelles dell’abbattimento del debito pubblico che solo nel mese di aprile 2015 è aumentato di oltre 15 miliardi rispetto a marzo e dunque non solo continuiamo a spendere troppo nella PA ma dobbiamo anche considerare non solo i dati della disoccupazione e dunque la inevitabile bassa crescita italiana. Se il governo  avesse fatti propri gli obiettivi e le misure indicate dal commissario Carlo Cottarelli, i conti  sarebbero comunque migliori  perché gli interventi proposti allora, se applicati immediatamente, avrebbero tagliato la spesa pubblica di 7 miliardi nel 2014 e di 18 miliardi nel 2015 in corso, per poi salire a 34 miliardi di minor spesa nel 2016.

Ma il governo ha massacrato il piano Cottarelli, e Renzi, disse sprezzante, che non erano poi idee geniali. E allora questi altri due geni nominati da Renzi al posto di Cottarelli,  Gutgeld e Perotti, incaricati della revisione della spesa, esterni al Mef mentre invece l’indicazione degli interventi su spesa e tasse dovrebbe essere la responsabilità politica più alta del premier e del ministro Padoan, hanno il compito  di dare l’indicazione dei tagli, per poi  il  giovane toscano  più agevolmente cambiarli e ridurli al lumicino trattando con i soggetti che dai tagli proposti sono investiti?

Per rafforzare l’esile ripresa, l’obiettivo dovrebbe essere non quello di non far salire le entrate, ma di diminuirle rispetto al 2014, su lavoro e imprese. Ma per far questo i tagli di spesa devono essere finalmente energici e decisi,anche per non riaprire il conflitto con l’Europa e soprattutto per non prendere in giro il popolo italiano. Che non è bue.

Il popolo italiano non è bue

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