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A partire da domani la nuova Alitalia sarà pienamente operativa. La compagnia, denominata Alitalia SAI (Società Aerea Italiana), sarà il frutto dell’ingresso nella vecchia Alitalia CAI (Compagnia Aerea Italiana) degli emiratini di Etihad Airways. L’operazione ha già ricevuto un’autorizzazione dalla Commissione sotto il profilo della concorrenza il 14 novembre scorso. In realtà la concentrazione, così come notificata dalle due compagnie a Bruxelles, avrebbe creato un monopolio sulla rotta Roma Fiumicino–Belgrado attualmente servita da Alitalia e da Air Serbia, quest’ultima controllata al 49% dalla stessa Etihad che si appresta ad entrare con la stessa quota nel capitale di Alitalia. Per questo motivo Alitalia ed Etihad, sulla Fiumicino-Belgrado, si sono impegnate a liberare due coppie di slot giornalieri e ad adottare altre misure per favorire l’ingresso di nuovi operatori.

Sul tavolo della Commissione rimane un altro dossier aperto, quello della nazionalità. L’ingresso di Etihad deve essere tale da non far perdere la natura europea della nuova Alitalia affinché questa possa garantire la continuità operativa di Alitalia CAI mantenendo la licenza di esercizio. L’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile (ENAC) ha già confermato che, secondo il piano presentato da Alitalia CAI ed Etihad, la nuova Alitalia continuerà ad essere italiana in quanto il 51% del capitale rimane in mano degli italiani. Ma anche se dalle carte si evince che il socio di Abu Dhabi rimarrà in minoranza, la Commissione dovrà valutare se il controllo di Alitalia SAI sarà effettivamente europeo dopo che l’operazione finanziaria è stata perfezionata e dopo che la nuova compagnia ha iniziato ad operare. E, secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore Radiocor il 1° dicembre scorso, il portavoce della Commissione per i trasporti ha dichiarato che “l’inchiesta sul caso Alitalia/Etihad è in corso, la Commissione ha ricevuto la documentazione dalle autorità italiane e non è fissata una scadenza per la nostra analisi, non ci sono limiti di tempo legali per la conclusione”.

Anche se Bruxelles continuerà a vigilare sulle nozze Alitalia – Etihad,  l’operazione sta già avendo i suoi effetti grazie soprattutto al Decreto Ministeriale n. 395 del 1° ottobre 2014 (Decreto “Lupi”). Il recente Decreto rimuove alcune restrizioni per Linate introdotte nel 2001 per rendere Malpensa un hub vero e proprio. Adesso le compagnie europee possono servire dallo scalo cittadino milanese tutte le città europee e non soltanto quelle individuate nel 2001: il Decreto “Bersani bis” assegnava gli slot (permessi di atterraggio/decollo) alle compagnie europee su Linate in funzione delle rotte più trafficate, tendenzialmente verso le capitali.

Con questa liberalizzazione su Linate, la compagnia tedesca Air Berlin e quella austriaca Niki (entrambe controllate da Etihad) si sono precipitate a trasferire da Malpensa allo scalo cittadino rispettivamente tre rotte quotidiane per Düsseldorf e due per Berlino, e tre rotte per Vienna. Il tutto in code-sharing con Alitalia e utilizzando slot di questa non più in uso (soprattutto per effetto della riduzione dei voli tra Fiumicino e Linate dopo l’arrivo del Frecciarossa no-stop).

A partire dal 26 ottobre, le alternative alle compagnie della galassia Etihad per andare a Düsseldorf, Vienna e Berlino da Linate sono i voli di Germanwings e di Austrian Airlines (entrambe controllate da Lufthansa) e di Easyjet in partenza da Malpensa.

Ma la differenza tra i due scali milanesi, oltre ad essere ben nota a noi viaggiatori, è nota all’offerta (la stessa Air Berlin ha fatto pubblicità alle nuove rotte sottolineando il vantaggio di partire da Linate in luogo di Malpensa) ed è nota anche alle autorità (nel 2012 l’Antitrust ha obbligato Alitalia CAI a cedere ad Easyjet degli slot per operare sulla rotta Linate – Fiumicino per fare una concorrenza più decisa sulla Milano – Roma rispetto alla già operativa Malpensa – Fiumicino).

Sarà quindi possibile avere un’effettiva concorrenza sulle rotte per Berlino, Düsseldorf e Vienna che valgono oltre 1 milioni di passeggeri?

Partiamo dal fatto che il Decreto Lupi ha sì allentato le restrizioni su Linate ma ha tenuto fermi a 18 il numero degli slot orari a Linate (nonostante tecnicamente sia possibile aumentare tale capacità fino a 32) e che questi slot sono tutti occupati e in maggioranza in mano ad Alitalia. Una concorrenza sarebbe pertanto possibile soltanto se una compagnia operativa su Linate decidesse di aprire una rotta verso Berlino, Düsseldorf o Vienna cancellando un’altra rotta già servita. Ciò sembra poco probabile visti i pochi slot a Linate in mano alle altre compagnie e considerato quanto sia rilevante per una compagnia come Lufthansa portare i passeggeri verso il proprio hub di Francoforte.

Recentemente Lupi ha dichiarato che il suo Decreto Ministeriale permetterà di aumentare la concorrenza tra hub europei a disposizione dei “milanesi”: oltre a Lufthansa e Air France, Air Berlin, per esempio, utilizza Düsseldorf come hub per voli intercontinentali.

Bisogna tuttavia tenere gli occhi bene aperti per evitare che, contestualmente, si creino le condizioni che blindano alcune rotte rischiando così di vanificare gli effetti positivi di un’azione ispirata dal benessere dei consumatori.

Etihad e Alitalia, che sta succedendo a Linate?

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