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Secondo l’Unione petrolifera l’Italia pagherà 11 miliardi di euro in meno nel 2014 per l’energia, in calo anche la domanda.

 Buone notizie per i consumatori, per il 2014 l’Unione petrolifera ha previsto una significativa riduzione delle spese per l’energia grazie al calo del prezzo del petrolio.  Gli italiani sono ormai abituati a valutare le varie proposte del mercato mettendo le tariffe per l’energia elettrica a confronto al fine di risparmiare sui costi in bolletta, tuttavia le analisi sui consumi del 2014 evidenziano una contrazione della domanda a seguito della stagnazione economica.

In tal senso appare molto significativa la stima dell’Unione petrolifera che ha previsto un aumento dello 0,5% del Pil a fronte di un calo del prezzo del greggio. Il prezzo del petrolio é calato sotto i 60 dollari al barile e, per via della contrazione dei consumi a seguito della recessione, il nostro Paese pagherà il 20% in meno rispetto al 2013.

L’Unione petrolifera rivela che l’Italia spenderà per l’energia 45 miliardi a fronte dei 56 miliardi utilizzati nel 2013. Si tratta di un dato molto positivo per un Paese come l’Italia che importa ben l’80% della fornitura energetica dai Paesi esteri. Tuttavia nel 2014 al calo dell’attività produttiva segue un calo della domanda del 5,1%. Stando ai dati Up l’Italia é tornata a consumare energia come negli anni ’80 con un consumo di 157,6 milioni di tonnellate di petrolio equivalente.

La contrazione della domanda di energia ha riguardato tutte le fonti, fatta eccezione per rinnovabili (+3,9%), e importazioni nette di energia elettrica (+2,3%). Il petrolio, con un calo del 4,5%, resta la principale fonte di energia, con un peso percentuale del 35,4%. Sale invece il peso delle rinnovabili che incidono sul totale per il 19% a discapito del gas che segna una contrazione dell’ 11% e un peso del 32,4% sul totale.

Il presidente dell’Up, Alessandro Gilotti ha riferito che per ogni riduzione di circa 20 dollari sui prezzi del petrolio per almeno un anno, il Pil italiano cresce di mezzo punto percentuale. In linea con i dati Up anche il Centro Studi Confindustria stima un guadagno di 14 miliardi l’anno ed un ritorno dello 0,3% sul Pil  2015 e dello 0,5% su quello del 2016.

Secondo le medie dell’anno le bollette di privati e imprese sono state meno pesanti rispetto all’anno precedente. Al contrario non scende il prezzo della benzina su cui continuano a pesare scarsa concorrenza e imposte. Stando alle stime dell’Unione petrolifera ad oggi la benzina costerebbe meno di 1,4 euro/litro e il gasolio meno di 1,2.

 

 

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