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Quello che è cominciato con un innocuo appuntamento settimanale (ogni lunedì) nella cittadina di Dresda, all’est della Germania, sta diventato un fenomeno in espansione in tutto il Paese e una delle principali preoccupazioni del governo di Angela Merkel: il movimento Patrioti europei contro l’islamizzazione dell’Occidente, conosciuto come Pegida, l’acronimo in tedesco.

Secondo la Bbc, a tre mesi dalla prima protesta, il movimento anti-migranti e anti-islam si è diffuso in una decina di città tedesche. Ad ottobre, a Colonia centinaia di tifosi della Bundesliga hanno sorpreso l’opinione pubblica con scritte del genere: “Hooligans contra salafiti”.

Ma Pegida ha avuto un particolare successo nel luogo dove è nato, la città di Dresda. Con circa 530mila abitanti, ieri più di 18mila persone hanno sfidato il freddo per sostenere l’iniziativa del movimento. Oltre ad opporsi all’espansione dell’Islam, Pegida vuole frenare la politica di asilo politico perché è considerata “una minaccia contro la cultura tedesca”.

“QUESTA NON È LA GERMANIA”

La reazione di politici, dirigenti e intellettuali è stata immediata. Angela Merkel ha lanciato un appello nel suo discorso di inizio anno a non seguire “coloro che invitano a partecipare a queste manifestazioni, perché troppo spesso sono animate da pregiudizi e odio”.

Oggi il quotidiano Bild, il più venduto in Europa, ha pubblicato un titolare a quattro colonne: “No a Pegida”. All’interno, ex cancellieri, ministri e personaggi del mondo dell’arte e lo sport, hanno espresso il sostegno all’iniziativa contro gli intolleranti. Tra i firmatari: Helmut Schmidt e Gerhard Schröder (ex cancellieri), i ministri Sigmar Gabriel (Economia), Frank-Walter Steinmeier (Esteri), Wolfgang Schäuble (Finanze), Ursula von der Leyen (Difesa) e Manuela Schwesig (Famiglia), e personaggi come l’ex calciatore e manager della selezione nazionale tedesca, Oliver Bierhoff. “Le proteste di Pegida si sostengono a pregiudizi vaghi, alla xenofobia e all’intolleranza. Questa non è la Germana”, si legge nell’articolo.

GLI ESTREMISTI DI PEGIDA

Ma da dove nasce questo movimento? Chi sono i leader di Pegida e cosa vogliono? Il quotidiano Die Zeit ricorda che Pegida nasce come reazione all’arrivo dei rifugiati siriani: nel 2014 la Germania ha accolto circa 200.000 richieste. Si alimenta dal rifiuto dell’immigrazione fuori controllo e raggruppa un voto di protesta molto vario.

Ma il leader di Pegida è tutt’altro che un idealista politico. Lutz Bachmann ha 41 anni ed è proprietario di un’agenzia di fotografie e pubbliche relazioni. Ha ammesso nella sua pagina Facebook che è stato condannato dalla giustizia tedesca a tre anni e mezzo di galera, ma evita sempre di precisare i delitti commessi. Alcune indiscrezioni parlano di “furto con violenza aggravata”. Stesso ermetismo su quando e perché ha fondato Pegida.

Bachmann continua a convocare manifestazioni contro la minaccia dei rifugiati musulmani ma al quotidiano Bild ha dichiarato, in una delle poche interviste concesse: “Non sono razzista. Non siamo contro il diritto di asilo. Noi combattiamo i rifugiati economici”.

IL PERICOLO DI BACHMANN

Le proteste settimanali di Dresda hanno trasformato il nome di Bachmann in un pericolo politico in Germania. La stampa tedesca lo considera un “moderno pifferaio di de Hamelin, che porta i suo seguaci verso le acque del fiume Elba”. Certo è che Bachmann era un uomo estraneo al establishment politico. Anche se non si è mai risparmiato pesanti qualificativi: a Gregor Gysi, leader del partito La Sinistra, lo ha chiamato “maiale della Stasi”, ai Verdi “terroristi ecologici” e al partito socialdemocratici “una banda di criminali”.

I SOGNI DA CUOCO

Dall’intervista a Bild si apprende che Bachmann ha abbandonato i suoi studi da chef per dedicarsi a colpire i clienti delle prostitute per le strade di Dresda. Dopo alcune condanne, è scappato in Sudafrica, dove si è iscritto all’Università di Città del Capo sotto un falso nome. Dopo tre anni è stato scoperto ed espulso dalle autorità sudafricane.

Scontata la pena in Germania, dopo due anni Bachmann è stato scarcerato, ma poco dopo arrestato di nuovo perché cercava di vendere cocaina: due anni in libertà condizionata. Guida senza patente e in stato di ebrezza, furti e aggressioni fisiche sono altre delle gesta del leader di Pegida. Secondo i servizi di intelligence tedeschi, quello che si fa chiamare il “salvatore dell’Occidente” è un uomo intelligente e ambizioso, che però è sempre fallito nei suoi piani di grandezza.

Chi è Lutz Bachmann, il leader di Pegida che scuote la Germania

Quello che è cominciato con un innocuo appuntamento settimanale (ogni lunedì) nella cittadina di Dresda, all’est della Germania, sta diventato un fenomeno in espansione in tutto il Paese e una delle principali preoccupazioni del governo di Angela Merkel: il movimento Patrioti europei contro l'islamizzazione dell'Occidente, conosciuto come Pegida, l’acronimo in tedesco. [gallery ids="322578,322579,322580,322581,322582,322574,322570"] Secondo la Bbc, a tre mesi dalla…

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