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Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Il 26 settembre si è costituita, autoconvocandosi, la Costituente civico popolare veneta, con la presenza di numerosi esponenti dei Popolari per l’Italia e di soggetti che si ispirano al popolarismo europeo, fra cui ALEF, ADC, CDU, NCD, UDC, Rinascita Popolare, l’Albero, Rete Popolare.

La Costituente Popolare ha accolto la richiesta dei più giovani, di organizzare, cioè, una “Scuola di Politica Popolare”, per arrivare a scrivere un vero e proprio MANIFESTO POPOLARE PER IL 2015, fatto di pochi obiettivi concreti e dirompenti, dettati dal rivoluzionario principio della sussidiarietà, che si oppone al centralismo del potere, all’origina anche in Veneto del sistema Galan/PD, che, a tacer d’altro, ha schiacciato l’economia regionale.

Il MANIFESTO sarà e già è il criterio sul quale la Costituente popolare dialogherà da gennaio 2015 in poi con le rappresentanze politiche, istituzionali, sindacali e delle categorie. Non risulta, purtroppo, che nessun’altro soggetto abbia chiarito così metodi e contenuti per il confronto pre elettorale!

Si tratta, in realtà, di una … “scuola professionale”, che sta attivando una inedita creatività di risposte alla devastante crisi che attanaglia il Veneto.

Dopo gli splendidi incontri su SUSSIDIARIETA’ E WELFARE del 7 novembre a Padova (relatore principale, Mons. Luigi Negri, Arcivescovo di Ferrara), su SUSSIDIARIETA’ ed ECONOMIA del 22 novembre a Treviso (relatori principali, i prof.ri Ferruccio Bresolin e Antonino Giannone), il terzo momento tratterà del tema SUSSIDIARIETA’ e ISTITUZIONI, il 20 dicembre a Verona.

Servono ancora le Regioni? Per fare cosa? Come possono essere utili alla ripresa economica e alla difesa della famiglia e dell’occupazione? Quali modelli si possono guardare? Come uscire da una situazione da corto circuito come quella attuale, in cui, nel mentre le riforme prospettate dal Governo soffocheranno quel che resta del regionalismo, in Veneto imperversa addirittura il vento dell’indipendenza?

Per chi, come i Popolari, intende approfondire la propria matrice e identità, il tema delle autonomi locali rappresenta uno dei pilastri fondanti l’impegno politico e oggi percepiamo grave il tentativo di annichilire ogni prospettiva di regionalismo in quel neocentralismo renziano che connota le riforme costituzionali proposte.

Luigi Sturzo nel 1921 ammoniva come non fosse “serio il timore, affermato anche recentemente” (sic!) “che il movimento regionale disgreghi lo stato; secondo noi lo rafforza nella sua caratteristica <statale> eliminando la debolezza organica dell’accentramento amministrativo”. E citava l’”appello al paese del 18 gennaio 1919: “Ad uno stato accentratore, tendente a limitare e regolare ogni potere organico e ogni attività civica, vogliamo sul terreno costituzionale sostituire uno stato veramente popolare, che riconosca i limiti della sua attività, che rispetti i nuclei e gli organismi naturali – la famiglia, le classi, i comuni – che rispetti la personalità individuale e incoraggi le iniziative private. E perché lo stato sia la più sincera espressione del volere popolare domandiamo …. il più largo decentramento nelle unità regionali”.

Ancora Sturzo proclamava che in Italia le Regioni “rispondono a una realtà, che neppure l’unitarismo burocratico in sessant’anni poteva far scomparire; ecco perché in Italia si può parlare di Regioni non come una eventuale o burocratica o sistematica divisione di territorio, ma come una regione geografica, storica e morale, come una realtà esistente e vivente nell’unità nazionale e nella compagine statale”.

L’evento è coorganizzato con la Fondazione Ricostruiamo il Paese, che da tempo è impegnata esattamente sullo stesso solco della ricerca di una cultura politica attratta non dalla demagogia, ma dalla passione per il territorio e per un dibattito su problemi e proposte.

L’incontro é rivolto a “studenti” che stanno seguendo il percorso proposto nei tre incontri di cui si è detto: consiglieri comunali, amministratori, candidati alle scorse elezioni comunali, persone con esperienze anche significative di impegno istituzionale e politico, cittadini appassionati di “res publica”, fra cui non pochi giovani, rappresentanti di associazioni di cultura politica.

Il primo momento è affidato al Prof. Luca Antonini, che traccerà un affresco sulle autonomie territoriali e regionali in Italia, giudicando positività e criticità delle riforme costituzionali del Titolo V rispetto alla applicazione svoltane dalle Regioni, per arrivare a una lettura delle nuove riforme proposte dal Governo in tema di ruolo delle Regioni stesse.

Si passerà, poi, a un confronto nel merito della attualità politica, avendo come oggetto proprio le riforme costituzionali in atto, giudicate con la lente della sussidiarietà, della maggiore o minore libertà e della utilità a uno sviluppo più integrale della persona e alla necessità di sostenere la ripresa. Toccherà a Flavio Tosi, Sindaco di Verone e leader della Lega Nord, e a Mario Mauro, Presidente dei Popolari per l’Italia e “scomodo” membro della Commissione Affari costituzionali del Senato duettare nel vivo del passaggio politico e istituzionale attuale.

Tuttavia, per non lasciare la discussione orfana di modelli cui guardare, si avrà l’onore di ascoltare un autorevolissimo rappresentante della CSU della Baviera dello stesso Land bavarese. Al prof. Reinhold Bocklet, vicepresidente del Parlamento bavarese, chiederemo di sintetizzare quale sia il grado di autonomia della Baviera, quale il rapporto con lo Stato tedesco, quali collegamenti esistano fra l’autonomia della CSU rispetto alla CDU e la riconosciuta capacità della Baviera di giocare un ruolo particolarmente importante nel panorama europeo. Chiederemo al Prof. Bocklet che ci possa indicare come una siffatta forma di autonomia stia concretamente sostenendo famiglie e imprese in questa grave congiuntura.

La presenza della CSU,  indica, poi, una prospettiva del tutto nuova: la volontà di una politica non autoreferenziale, ma che prova a guardare e imparare da esperienze in cui i frutti positivi non mancano! Inoltre, la presenza della CSU dimostra che alcune relazioni fra i popolari europei e veneti, grazie soprattutto all’autorevolezza di Mario Mauro, stanno riprendendo, finalmente, vigore!

Di tutto rilievo, infine, il vedere assieme i citati Mario Mauro e Flavio Tosi, che sono fra i protagonisti della politica più liberi e concentrati sull’indicazione di soluzioni reali, rappresentando, così, due punti di riferimento per tutti coloro che in Veneto vogliono affrontare le prossime elezioni senza arrendersi alla demagogie della categorie politiche più retrive, che stanno generando un astensionismo angosciante.

Così in Veneto si discute di Costituente Popolare

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