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Energia, tecnologie, scambi commerciali e risvolti politici nell’intera area Mediterranea. Sono i punti principali della visita di due giorni in Italia (la prima in un Paese dell’Ue dalla sua elezione) del presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, con una delegazione di governo e una nutrita missione di imprenditori. Il 24 novembre sarà atteso da Matteo Renzi, mentre il giorno successivo parteciperà a un panel su imprese e nuovi investimenti curato dall‘Italian-Egyptian Business Council, co-guidato da Mauro Moretti, ceo di Finmeccanica, e Khaled Abu Bakr.

IL MEMORANDUM

In quell’occasione sarà firmato da Mounir Fakhry Abdel Nour, ministro dell’Industria e del Commercio dell’Egitto e Carlo Calenda, vice ministro dello Sviluppo Economico italiano, un memorandum di intesa tra ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane e ECS – Egyptian Commercial Service, per lo sviluppo commerciale e industriale dei due Paesi, focalizzato su investimenti industriali, trasferimento tecnologico, innovazione, sviluppo delle risorse umane e commercio bilaterale (ecco sfide e prospettive tra cooperazione italo-egiziana e ruolo del Cairo nelle delicate questioni mediorientali).

LE PROSPETTIVE

Il governo di al-Sisi è intenzionato a rimuovere gli ostacoli normativi e burocratici che scoraggiano la presenza di investitori stranieri, come le modifiche alla normativa relativa al business e agli incentivi per gli investimenti. La novità principale sta proprio in un nuovo disegno di legge per semplificare il procedimento di queste misure. L’orizzonte è, secondo le stime del governo, di almeno 15 miliardi di dollari di investimenti nei prossimi tre anni. Ciò si tradurrà in nuove opportunità di lavoro anche grazie al ruolo che potrebbe giocare l’Italia. Una boccata di ossigeno dopo gli sviluppi politici successivi al gennaio 2011.

IL BINOMIO

Il rapporto fra Italia ed Egitto oggi si ritrova nella recente licenza acquisita dal gruppo Edison alla ricerca di petrolio e gas in Abo Qir, del valore di 1,4 miliardi di euro. Ad oggi ci sono 789 progetti congiunti con un capitale lordo di circa 1,45 miliardi dollari secondo i dati forniti dall’autorità generale per gli investimenti e zone franche (GAFI). Gli scambi commerciali hanno toccato quota 5,1 miliardi di dollari nel corso del 2011. Tutto questo rende l’Italia uno dei maggiori investitori presenti nell’economia egiziana, in una serie di ambiti come gli idrocraburi, il turismo, le comunicazioni e il settore bancario.

IL KNOW HOW

Un’altra area di cooperazione che sarà al centro dell’incontro è relativa al trasferimento di tecnologia italiana in Egitto, in particolar modo nelle industrie di mobili, cuoio, alimentari e prodotti chimici. Il sostegno italiano sarà esteso anche ai programmi di formazione tecnica e industriale. Il più importante esempio è rappresentato dal settore tessile, in cui sono state creato fabbriche di cotone che operano sotto il controllo italiano. Inoltre una porzione di investimenti è stata utilizzata per fondare scuole tecniche e migliorare le competenze dei giovani egiziani. Una mossa nella direzione dell’esportazione di know how del made in Italy, per consentire loro di entrare nel mercato del lavoro.

I NUMERI

Il rapporto esistente fra Egitto e Italia si basa su numeri significativi. Durante la prima metà del 2014 si registra un +6,5% negli scambi commerciali (due miliardi e sei circa). I progetti da parte italiana ammontano a circa 1465,39 milioni dollari. La società Italgen, entro il prossimo dicembre, avvierà un progetto per generare energia elettrica dal vento all’interno della baia nel Mar Rosso. Inoltre, al fine di sviluppare le sue industrie e aumentare la sua competitività l’Egitto ha istituito 14 centri di tecnologia e innovazione, 7 dei quali in partnership con Roma. Lo scopo principale di questi centri è di migliorare la qualità della produzione e del lavoro. Al momento, sono riusciti a fornire supporto a 5mila imprese che si occupano della lavorazione di pelli, marmo, mobili, moda, design e gioielli.

IL QUADRO GEOPOLITICO

Rilevante è stato in questo semestre il ruolo dell’Egitto all’interno della tregua fra Hamas e Israele. Tre mesi fa al Cairo è andato in scena un accordo importante nell’ampio raggio diplomatico che l’Egitto intende promuovere nella macro area. Un primo punto a favore dell’Egitto è stato senz’altro, per molti osservatori, l’aver disinnescato la “mina” della Fratellanza Musulmana. Prossimo step le elezioni parlamentari che, per molti analisti, potrebbero rappresentare il vero banco di prova per una stabilità utile, tra le altre cose, anche per l’attrazione di nuovi investimenti.

CASO LIBIA

Altro fronte caldo in cui l’Egitto sta recitando un ruolo è la Libia. Al-Sisi ha esortato gli Stati Uniti e l’Ue a sostenere l’esercito libico nella sua lotta contro i militanti islamici. In occasione di un’intervista con France 24 ha osservato che “la comunità internazionale, l’Ue e gli Usa, devono aiutare l’esercito nazionale libico a riconquistare la sua posizione e combattere il terrorismo in Libia per ripristinare la sicurezza e la stabilità”.

Così la visita di Al-Sisi a Roma rafforzerà le intese tra Italia ed Egitto

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