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Anche se l’Italia possiede il “portafoglio di approvvigionamento gas più diversificato d’Europa”, la sicurezza energetica resta ancora un tema di fondamentale importanza per il Paese, così come per l’Unione Europea. Lo sostiene Umberto Saccone, Vice President Security di Eni, in una relazione pubblicata sul sito del Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica, aggiungendo come la crisi Ucraina e la guerra in Medio Oriente abbiano riportato in primo piano la questione della sicurezza energetica.

IL GAS DELL’ITALIA

“Con 6 paesi principali fornitori (Algeria, Russia, Libia, Olanda, Norvegia, Qatar) possiamo vantare il portafoglio di approvvigionamento gas più diversificato d’Europa”, si legge sul Report Eni, inoltre “il 2013 è stato caratterizzato da una netta contrazione dei consumi di gas naturale sul reparto italiano” e “dal punto di vista della sicurezza energetica, una domanda debole sembra costituire un elemento di ulteriore sicurezza per l’Italia”. Ma non solo. L’Italia ha investito sulle infrastrutture di importazione negli ultimi 15 anni, permettendo un incremento delle sue capacità di trasferimento di 50 miliardi di metri cubi dal 2000.

LA CRISI UCRAINA

“La crisi Ucraina resta ancora sostanzialmente aperta” – spiega Saccone- “Il governo di Kiev deve far fronte a un consistente debito dell’operatore pubblico Naftogaz nei confronti di Gazprom, che ha interrotto nel giugno 2014 le forniture destinate al mercato interno ucraino”, ma i rischi non sono solo per l’Ucraina. “Circa la metà dei flussi complessivi verso l’UE transita attraverso al rete ucraina” e il fatto che ci siano interconnessioni molto limitate tra le varie reti nell’Europa orientale rende alcuni di questi paesi completamente dipendenti dal transito sul territorio di Kiev.

RISCHIO INCIDENTI

Il pericolo che gli scontri in territorio ucraino portino alla distruzione o al danneggiamento di gasdotti è concreto. Saccone ricorda nel Report sulla sicurezza energetica, che già il 17 giugno un’esplosione ha danneggiato il gasdotto Urengoy-Uzhgorod (gasdotto dell’amicizia) su cui passa il metano russo diretto verso l’Europa. A seguito dell’incidente il ministro degli Interni ucraino Arsen Avakov – riporta Saccone – aveva parlato di tentativo di “sabotaggio” da parte della Russia per screditare l’Ucraina “quale partner commerciale”. Sebbene tale incidente non abbia di fatto modificato il transito di gas verso l’Europa, è possibile che questo tipo di sabotaggi possano ripresentarsi n futuro, se non si raggiungerà una risoluzione del conflitto.

Tutti i rischi per l'Italia del caso ucraino. Report Eni

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