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Da un lato lo strumento del multilateralismo come strada maestra per affrontare le sfide comuni, dall’altro la consapevolezza che pace e giustizia rappresentano un binomio imprescindibile su cui costruire strategie e proporre soluzioni alle crisi in atto.

La visita a New York del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, presenta un doppio binario: partecipare a due eventi mirati al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite, accompagnati da bilaterali con il segretario generale dell’Onu e il presidente dell’Assemblea Generale; innestare un germe progettuale per contrastare “le siccità” dei fronti bellici ancora purtroppo aperti e incandescenti. Nel mezzo il ruolo dell’Italia, già ponte umanitario sia verso Kyiv che verso Gaza, ma anche soggetto attivo nell’ambito dell’alleanza euroatlantica.

Multilateralismo

Il multilateralismo è un tema su cui il Capo dello Stato si è già espresso in maniera armonica in varie circostanze. In occasione del discorso ai diplomatici nel dicembre scorso mise l’accento sull’esigenza di “ricercare un fattore comune da cui riprendere le fila di un confronto che consenta una proficua riforma strutturale del multilateralismo”. Puntò l’indice sui pericoli di oggi che evidentemente hanno nomi diversi da quelli di ottant’anni fa, ma non sono meno temibili, “e dovrebbero indurci ad agire, subito, insieme”. Dinanzi al Corpo Diplomatico accreditato a Roma, Mattarella sottolineò più volte un passaggio nevralgico: mentre la tragedia della seconda guerra mondiale spinse al cambiamento, al negoziato per un ordine internazionale che non fosse basato sul diritto del più forte, oggi il panorama geopolitico sotto gli occhi di tutti è caratterizzato per muri che si alzano, con il rischio di attentati alla libertà di navigazione e di approdo.

In questo senso l’indebolimento del multilateralismo secondo Mattarella non poteva accadere in un momento peggiore, in cui tutte le sfide più grandi del ventunesimo secolo sono di carattere globale, come le pandemie, i cambiamenti climatici, la cyber sicurezza, l’IA, la lotta alla povertà alla proliferazione nucleare. Emergenze che impongono multilateralismo e cooperazione internazionale.

Pace e giustizia

I principali riferimenti del Capo dello Stato alla voce pace e giustizia saranno verosimilmente i fronti bellici. La premessa su Kyiv è che, non solo la guerra è lontana da una soluzione, ma che altre aree del pianeta hanno purtroppo seguito lo stesso clichè. Il tema dell’aggressione alla stabilità e alla pace è molto sentito da Mattarella, che già lo aveva ripreso in passato quando aveva analizzato i fattori connessi alle guerre, come il contrasto alle mutazioni climatiche e la ricerca della sicurezza alimentare, due elementi che spingono le popolazioni del mondo ad essere più povere e meno sicure.

L’agenda

La visita alle Nazioni Unite inizierà lunedì 6 maggio al Palazzo di Vetro, dove il Capo dello Stato aprirà i lavori della Conferenza sullo stato di attuazione dell’obiettivo di sviluppo sostenibile “Pace, Giustizia ed Istituzioni Forti”. Si tratta di un appuntamento promosso dalla Rappresentanza permanente d’Italia presso le Nazioni Unite, dal Segretariato dell’Onu e dall’International Development Law Organization nell’ambito dell’Agenda Onu 2030.

Al termine della Conferenza ci sarà un momento conviviale con il personale della Rappresentanza permanente d’Italia e a seguire con gli esponenti della comunità italiana al Metropolitan Club. In seguito Mattarella incontrerà al Palazzo di Vetro il Segretario generale dell’Onu Antonio Guterres.

Il secondo giorno della visita, martedì, vedrà il Presidente della Repubblica tenere un discorso all’Assemblea Generale dal titolo “Italia, Nazioni Unite e multilateralismo per affrontare le sfide comuni”, preceduto da un colloquio con il Presidente dell’Assemblea Generale dell’Onu, Dennis Francis. Ultima tappa newyorkese sarà al Consolato generale d’Italia, dove farà visita al personale della sede diplomatica.

Mattarella all'Onu per promuovere pace e giustizia (anche nei fronti bellici)

Il Presidente della Repubblica impegnato al Palazzo di Vetro dal 5 al 7 maggio: non solo bilaterali con Guterres e Francis, ma anche focus sulle crisi in corso (Kyiv e Gaza) e multilateralismo come strumento progettuale per affrontare le sfide comuni

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