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Un “triello” politico-mediatico a distanza e in differita che neanche Sergio Leone avrebbe immaginato per i suoi western all’italiana. Nel quale poco spazio è stato riservato a proposte innovative.

Così possono riassumersi le interviste televisive che ieri sera hanno visto protagonisti Matteo Renzi, ospite di Piazza Pulita su La7, Beppe Grillo, protagonista di Porta a Porta su Rai 1, Silvio Berlusconi, intervenuto negli studi di Quinta Colonna su Rete 4.

Formiche.net ha tentato di condensare i messaggi più rilevanti con cui le tre figure di spicco si apprestano a una sfida elettorale europea dal forte respiro nazionale. Mentre si fa largo lo scenario di un bipolarismo tra Partito democratico e Movimento Cinque Stelle.

LA FIDUCIA DI RENZI SUL BONUS IRPEF

Rivendicando la restituzione degli 80 euro in busta paga mensile per i redditi medio-bassi al fine di favorire il mercato dei consumi interni, Matteo Renzi esclude manovre correttive per trovare le coperture adeguate. “Perché è stato mantenuto il rapporto del 2.6 per cento fra deficit e Prodotto interno lordo”.

RASSICURAZIONI SULLE COPERTURE 

È per tale ragione che il capo del governo garantisce l’applicazione dello sgravio per il 2015: “Anche per pensionati e persone prive di reddito”. Le coperture, spiega, scaturiranno dalla lotta all’evasione, dal taglio delle province, dall’aumento al 26 per cento della tassa sulle rendite finanziarie, dalla riduzione delle centrali di acquisto di beni e servizi da 40mila a 40 in tre anni, dalla conversione telematica di scontrini e ricevute, dallo snellimento della macchina politica.

IL SILENZIO SUL PIANO COTTARELLI

Tuttavia il premier evita riferimenti ai contenuti del progetto da 17 miliardi messo a punto per il prossimo anno dal commissario governativo sulla spending review Carlo Cottarelli.

COME MIGLIORARE SUI FONDI EUROPEI

La scommessa del leader del PD in Europa è improntata a un ambizioso cambiamento. Superare l’austerità finanziaria, valorizzare e rendere protagonista “un’Italia che non sta a guardare e non si fa dettare la morale da chi non rispetta le regole comunitarie”. Riformare e modernizzare il nostro Paese. A partire da un uso virtuoso, intelligente e integrale dei fondi strutturali europei destinati alle Regioni.

IL RUOLO DELLA RAI SECONDO RENZI

La Rai, osserva l’ex primo cittadino di Firenze, deve contribuire alla ripartenza dell’Italia con risparmi per 150 milioni. Un’operazione percorribile, “visto che l’azienda ha prestazioni elevate in alcuni settori e un po’ meno in altri”. Il riferimento, non troppo velato, è alla riduzione delle sedi regionali e alla vendita di Rai Way, “bloccata a suo tempo dal governo Berlusconi”. Ma la “madre di tutte le riforme” resta la liberazione della radio-televisione di Stato dall’ingerenza e dalla lottizzazione dei partiti.

L’EX CAV SUL FISCO ALLA RENZI

Giocando le carte di un’improbabile rimonta sul “ritorno allo spirito originario del 1994”, Silvio Berlusconi focalizza le proprie energie su una radicale riforma del regime fiscale.

Ai suoi occhi la restituzione di 80 euro ai lavoratori da parte dell’esecutivo costituisce una “mancia elettorale illusoria”. Perché tali risorse, precisa, verranno trovate grazie all’aumento delle tasse sui risparmi e sull’abitazione. Perché escludono dalla platea dei beneficiari i liberi professionisti, gli artigiani, le partite IVA, le persone prive di reddito. E perché, prive di coperture finanziarie, provocheranno un ulteriore inasprimento fiscale di accise sulla benzina. “Come nella tradizione della sinistra post-comunista che punta tutto sul ‘tassa e spendi’”.

FORZISMO TRIBUTARIO

L’ex premier promette la definitiva abolizione del prelievo fiscale sulla prima casa e sugli immobili a uso agricolo e industriale. Preannuncia la volontà di abrogare Equitalia, “sempre più vessatoria, persecutoria e nemica dei contribuenti, per superare uno Stato di polizia tributaria e restituire ai comuni la facoltà di riscuotere le imposte”. E aspira a eliminare la Tobin Tax introdotta dal governo Monti, “che ha provocato la fuga degli investimenti finanziari dalla Borsa italiana”.

NEL PPE PER CAMBIARE L’EUROPA

Il superamento dell’austerità a trazione tedesca e la realizzazione di un’autentica integrazione politica, rileva il fondatore di Forza Italia, sarà possibile eleggendo una robusta pattuglia di parlamentari “azzurri” nella famiglia maggioritaria del Partito popolare europeo. “Una pattuglia combattiva e preparata in grado di fare squadra con i gruppi mediterranei, per difendere gli interessi dei paesi più colpiti dal rigore fine a se stesso”.

LE IDEE PER PENSIONATI E CASALINGHE

Nel terreno previdenziale Berlusconi annuncia un programma per aumentare a mille euro al mese gli assegni minimi. L’iniziativa, che andrebbe a vantaggio di 7 milioni di cittadini italiani, verrebbe coperta grazie a tagli di spese per beni e servizi in campo sanitario tramite l’affermazione di costi standard per l’intero territorio nazionale.

Una riduzione di uscite che per l’ex Cavaliere permetterebbe di promuovere sostegni pubblici, nella forma di agevolazioni fiscali, per i pensionati proprietari di un cane. E per un riconoscimento economico e previdenziale a favore delle donne casalinghe. Zero tasse e zero contributi è la sua ricetta per le aziende che realizzano nuove assunzioni.

IL NEMICO DA FERMARE SECONDO BERLUSCONI

Molto più che da Renzi, “volto pulito e giovanile che maschera le vecchie logiche del Partito comunista”, il fondatore di Mediaset e di Forza Italia individua in Beppe Grillo il più pericoloso avversario. Lo reputa un personaggio distruttivo, che fa leva sulla disperazione economica e sociale per prendere il potere e instaurare un regime autoritario. Arriva a paragonarne il linguaggio a quello utilizzato da Adolf Hitler nelle campagne elettorali del 1932 e del 1933, prima di conquistare il governo.

L’EUROPA DEI PENTASTELLATI

Per vincere la sfida contro l’intero assetto partitico, Beppe Grillo punta a smantellare l’attuale unione economico-monetaria. E il passo preliminare comporta l’abrogazione del Fiscal Compact: “Trattato che ci costringe a varare manovre da 50 miliardi all’anno, svendendo i gioielli nazionali e i beni pubblici a fondi mondiali come BlackRock, chiudendo università e asili nido”.

CONDIVIDERE IL DEBITO SOVRANO

La proposta del leader Cinque Stelle è nettamente alternativa: “Forte del fatto che il nostro debito sovrano è posseduto per il 30 per cento dalle banche tedesche e francesi, l’Italia ha il potere di rinegoziare i trattati europei, allo scopo di condividere il passivo di bilancio tramite l’adozione degli Eurobond e istituzioni politiche comunitarie semplificate”.

IL REFERENDUM SULL’EURO

A giudizio del comico ligure, le risorse che il nostro Paese destina a Bruxelles dovranno essere reimpiegate per promuovere un’effettiva salvaguardia del Made in Italy. Mentre bisogna revocare i fondi pubblici per le aziende che trasferiscono altrove attività e profitti.

Le imprese da valorizzare, evidenzia Grillo, non appartengono al mondo dell’industria pesante che non produce lavoro, ma all’economia telematica, della conoscenza, delle fonti energetiche rinnovabili. “Realtà molto lontane dall’Expo, che ha alimentato un intreccio politicamente trasversale di spartizione di appalti a fini speculativi”.

Se tale prospettiva non sarà consentita dall’UE, il fondatore del M5S è intenzionato a lanciare l’idea di un referendum sulla permanenza dell’Italia nell’Euro-zona.

UN BALUARDO CONTRO IL NEO-FASCISMO

La rabbia raccolta e interpretata dalla formazione penta-stellata, rimarca Grillo, è genuina e sana, unisce milioni di cittadini, non si è mai tradotto in violenza contro “l’associazione a delinquere legale che ha distrutto l’Italia con la complicità degli organi di informazione”. Ai suoi occhi il Movimento Cinque Stelle è riuscito a incanalare l’indignazione popolare in forme democratiche, rappresentando una diga formidabile contro il risorgere di formazioni neo-fasciste.

SI’ AL REDDITO DI CITTADINANZA

Ricordando che “il comunismo è fallito perché è stato applicato male mentre il capitalismo è stato attuato in modo rigoroso con effetti devastanti”, Grillo boccia senza appello gli 80 euro restituiti ai lavoratori per iniziativa del governo Renzi, “il nulla messo in piedi dai poteri finanziari internazionali”. Il provvedimento fiscale dell’esecutivo rappresenta “una depravazione del voto di scambio promosso anni fa dal sindaco di Napoli Achille Lauro”.

Ai suoi occhi è il reddito di cittadinanza l’unico strumento per fronteggiare la crisi e fornire un supporto economico per accompagnare il reinserimento lavorativo, come chiedeva l’originario progetto di riforma del lavoro approntato da Marco Biagi.

LE COPERTURE DA 19 MILIARDI

Per introdurre una misura così ambiziosa sono necessari almeno 19 miliardi di euro. Ma sulle modalità per reperirli il comico ligure resta nebuloso. Ribadisce la validità di un taglio  complessivo del ginepraio di rimborsi pubblici elettorali e dei fondi statali agli organi di stampa. Punta a imporre un prelievo fiscale considerevole sul gioco d’azzardo e a eliminare il programma di acquisto dei cacciabombardieri F-35, “obsoleto e finalizzato alla produzione industriale nordamericana”.

LE TECNOLOGIE PER CONTROLLARE L’IMMIGRAZIONE

Molto più in sintonia con le analisi e le proposte dei leader politici tradizionali la sua ricetta per affrontare l’emergenza immigrazione. Rivendicando “meno cuore e più intelligenza nel governo di un fenomeno che l’Italia non può risolvere da sola”, Grillo suggerisce di ricorrere ai satelliti per controllare i flussi di migranti dai paesi di origine alle nostre coste.

Renzi, Grillo e Berlusconi in tv senza effetti pirotecnici

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