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Nello scontro tra Usa e Russia, l’Unione Europea ha imposto un ulteriore pacchetto di sanzioni contro Mosca, aggiungendo alla prima lista nera i nomi di 18 aziende. Il passo successivo potrebbe essere l’introduzione di una “terza ondata di sanzioni”, che interesserà l’intero settore dell’economia russa. Tuttavia, come notato dal Guardian, l’adozione di tali misure avrà l’effetto opposto.

CHI C’E’

Non solo 15 rappresentanti delle forze dell’ordine della Russia, o un certo numero di imprese situate in Crimea. Il passo successivo da parte dei rappresentanti dell’UE potrebbe essere la cosiddetta “terza ondata di sanzioni”, che coprirà l’intero settore dell’economia russa, così come lo ha apostrofato il primo ministro britannico David Cameron. I nomi: BP, Boeing, Raiffeisen Bank, Unilever.

GUARDIAN

Secondo il quotidiano britannico l’adozione di queste misure causerà un danno grave non solo all’economia russa, ma anche a molte aziende occidentali che con essa intrattengono rapporti commerciali significativi. Non è tutto, perché nell’editoriale della domenica il quotidiano inglese mette l’accento su altre sanzioni possibili, come quella proposta da Nick Clegg (“sarebbe giusto che la Russia perdesse l’organizzazione della Coppa del Mondo 2018)”.

MONDIALI

Il vice primo ministro inglese ha detto che la minaccia di ritirare la Coppa del Mondo sarebbe “una potente sanzione politica e simbolica”. E ancora:  “Se c’è una cosa di cui Vladimir Putin si preoccupa, per quanto posso vedere, è il senso dello Stato. Forse dovremmo ricordargli che non è possibile mantenere lo stesso status nel mondo se si ignora il resto del mondo”. E non ha escluso che il Regno Unito possa essere un’alternativa alla candidatura russa.
“Abbiamo gli stadi, abbiamo le infrastrutture, e abbiamo il sostegno pubblico e l’entusiasmo di ospitare”.

BOEING

Una strada che la Russia potrebbe seguire per esercitare ritorsioni contro le sanzioni occidentali potrebbe essere quella di fermare la vendita di metalli, ampiamente utilizzati dalle case automobilistiche e aerospaziali. Il colosso aerospaziale statunitense Boeing, che acquista oltre un terzo del suo titanio dalla Russia, sarebbe costretto a trovare un altro fornitore: con gravi conseguenze a breve e medio termine sulla produzione.

FLOTTA

Altro effetto potrebbe essere la mancata partecipazione ad un affare rilevantissimo, come la costruzione della flotta aerea russa del futuro: un affare da 80 miliardi di euro che si svilupperà nei prossimi vent’anni.

BP

BP detiene una partecipazione del 20% nel colosso energetico russo Rosneft, un’alleanza che è entrata nel mirino da quando Igor Sechin, presidente di Rosneft e stretto alleato del presidente Vladimir Putin, è stato inserito all’interno della lista nera all’inizio di quest’anno. Un divieto di esportazione di tecnologia energetica avrebbe come effetto il blocco alla trivellazione di petrolio nell’Artico, e quindi farebbe naufragare le speranze della Russia di agganciare la cosiddetta “rivoluzione fracking”.

EXXON

Da parte sua la Exxon Mobil sta affiancando Rosneft nelle trivellazioni in Siberia, mentre la Shell sta lavorando con Gazprom a progetti di petrolio e gas in Estremo Oriente. Finora queste aziende hanno spazzato via la minaccia di eventuali blocchi da parte di Mosca, ma esponenti politici russi parlano di un grosso rischio per l’Europa derivante dal congelamento dei beni.

UNILEVER

La società anglo-olandese ha ammesso le difficoltà che potrebbe riscontrare nel florido mercato russo se continuasse la strada delle sanzioni. Più della metà del suo fatturato arriva dal bacino moscovita, mentre nella vecchia Europa i numeri arrancano. Nei documenti aziendali, la società definisce cruciale la Russia per il proprio futuro. Le sanzioni avrebbero come conseguenza il congelamento di nuovi business.

RAIFFEISEN BANK

La City di Londra quindi è vista come il perdente numero uno se il tentativo di spingere Mosca fuori dal sistema finanziario e commerciale avesse successo. Dopo la Raifeisen Bank, a ruota seguirebbe la francese Société Générale.

twitter@FDepalo

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