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La Commissione europea ha istituito una nuova task force dedicata alla comunicazione strategica e al contrasto della manipolazione delle informazioni (chiamata anche disinformazione), che ha iniziato i suoi lavori il 1° febbraio 2025. La task force, spiega l’esecutivo comunicato in una nota, dipende dalla Direzione generale della comunicazione.

L’attività

Il team di esperti si baserà sul lavoro svolto negli ultimi anni per contrastare la manipolazione delle informazioni online e rafforzare la resilienza e la preparazione della società, in linea con gli orientamenti politici della presidente Ursula von der Leyen per questo mandato. La task force si concentrerà sulla creazione di una consapevolezza situazionale sulla manipolazione delle informazioni attraverso il monitoraggio, l’individuazione e l’analisi delle informazioni open-source, e garantirà il coordinamento politico generale e la coerenza degli sforzi per contrastare la manipolazione delle informazioni (tema al centro della prima puntata della seconda stagione del podcast Rome Foreign Policy Club realizzato da Formiche.net con lo European Council on Foreign Relations). La task force collaborerà con i servizi competenti delle altre istituzioni, organi e agenzie dell’Unione europea, degli Stati membri, delle organizzazioni internazionali e dei partner, in coordinamento con il Servizio europeo per l’azione esterna (Seae), e interagirà con altre parti interessate a livello europeo, nazionale e locale.

Il lavoro delle commissioni parlamentari

Nella scorsa legislatura al Parlamento europeo erano state create due commissioni speciali sulle ingerenze straniere in tutti i processi democratici nell’Unione europea, inclusa la disinformazione (Inge e Ing2). Meno di due anni fa, la relazione della commissione Ing2 (approvata in plenaria con 469 voti favorevoli, 71 contrari e 75 astensioni) i deputati si soffermavano su problemi come le interferenze sulle piattaforme online, la protezione delle infrastrutture critiche e dei settori strategici, le interferenze durante i processi elettorali, il finanziamento occulto di attività politiche da parte di attori stranieri e la resistenza agli attacchi informatici. Il testo di concentrava in particolare sulle interferenze russe e cinesi nell’Unione europea, nei Paesi candidati all’adesione (compresi i Balcani occidentali) e in quelli del Sud globale.

Il commento di Borghi (Italia Viva)

“Occorrono soluzioni concrete per contrastare le ingerenze straniere malevole e la disinformazione”, ha commentato Enrico Borghi, capogruppo di Italia Viva al Senato e membro del Copasir. La task force collaborerà con i servizi competenti degli Stati membri, oltre che di altre organizzazioni internazionali, ricorda il senatore. “A questo punto emerge con chiarezza il vuoto operativo che esiste in Italia, visto che il nostro Paese, a differenza di altri, non si è dotato di uno strumento in tal senso. È il caso, quindi, di rilanciare la nostra proposta per la istituzione di una Agenzia contro la disinformazione e per la sicurezza cognitiva, il cui disegno di legge continua a rimanere perso nel porto delle nebbie per volontà della maggioranza che non lo iscrive all’ordine del giorno”, ha concluso.

L’intervista a Formiche.net

A marzo il senatore Borghi aveva spiegato così a Formiche.net l’agenzia che ha in mente: “Il disegno di legge prevede una nuova agenzia d’informazione, da affiancare ad Aise e Aisi sotto il coordinamento del Dis, che si occupi di disinformazione e sicurezza cognitiva, con la funzione di monitorare e interpretare l’andamento dei fenomeni di disinformazione per consegnare a governo e parlamento, secondo le forme previste dalla legge 124 del 2007, la fotografia di ciò che accade”. Quanto alle forme di organizzazione, non escludeva la possibilità di “un’agenzia fuori intelligence ma comunque alle dipendenze della presidenza del Consiglio dei ministri”.

L’Ue lancia la task force contro le fake news. E l’Italia?

La struttura collaborerà con vari enti dell’Unione europea e partner internazionali. Il senatore Enrico Borghi di Italia Viva sottolinea il vuoto in Italia: “Serve un’Agenzia nazionale contro la disinformazione e per la sicurezza cognitiva”

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